Politica
5 Novembre 2025
L'allarme di una docente durante il presidio in piazza Cattedrale contro il blocco del corso "La scuola non si arruola". Ferrucci (Usb): "Presa di posizione politica"

“Torna la retorica del soldato che muore per la patria”

di Elena Coatti | 2 min

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“Si mette in discussione l’accreditamento di un centro studi che lavora da quindici anni nel campo della formazione: è un precedente gravissimo. Il Ministero entra a gamba tesa in un ambito che riguarda la libertà dell’insegnamento, tutelata dalla Costituzione“. Con queste parole, Antonio Ferrucci, docente e rappresentante dell’Usb Ferrara, ha spiegato le motivazioni del presidio in piazza Cattedrale, organizzato nell’ambito della mobilitazione nazionale “La scuola non si arruola”.

L’iniziativa è nata dopo il blocco del convegno che il Cestes – Centro studi trasformazioni economico sociali – avrebbe dovuto tenere il 4 novembre, accreditato come corso di formazione per il personale scolastico. A pochi giorni dal suo svolgimento, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha sospeso l’evento e avviato un procedimento per la revoca dell’accreditamento del Cestes come ente di formazione, sostenendo che i contenuti del corso “non si coniugano con i contenuti della professione insegnante così come definiti dal contratto collettivo nazionale”.

Secondo Ferrucci, si tratta di una “presa di posizione politica” che si inserisce in un clima di “progressiva restrizione degli spazi di confronto nella scuola e nella società“. “Il blocco è arrivato via Pec e con la rimozione del corso dalla piattaforma Sofia appena quattro giorni prima del corso – ha spiegato -. È un segnale preoccupante che potrebbe colpire anche altri enti di formazione”.

In piazza erano presenti studenti e docenti. Tra loro, un’insegnante di scuola media che aveva aderito al corso: “Mi ero iscritta perché era un’occasione importante di formazione. Continuo a stupirmi di questa decisione: è scandalosa, e voglio continuare a scandalizzarmi, perché nel momento in cui smetterò di farlo, la guerra sarà normalizzata“.

La docente ha poi aggiunto di vedere “tornare tra i ragazzi una certa retorica dell’eroe e del soldato che muore per la patria” e ha sottolineato come oggi più che mai “gli insegnanti debbano promuovere una contro-narrazione e un’educazione alla pace”.

Il presidio ferrarese si inserisce nella giornata di mobilitazione che ha coinvolto oltre trenta città italiane, con l’obiettivo di difendere la scuola pubblica, libera e democratica. Le iniziative proseguiranno con lo sciopero generale del 28 novembre e con la manifestazione nazionale a Roma il 29 novembre, promossa contro quella che i sindacati di base definiscono “la finanziaria di guerra” e in difesa della scuola costituzionale.

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