di Emanuele Gessi
Alla fine, i titoli di coda. I soci dell’associazione Cittadini del Mondo, sabato mattina (1° novembre) hanno fatto gli scatoloni, mettendo sul furgone tutto quello che negli anni era diventato parte della sede storica, da oltre trent’anni in via Kennedy, per spostarsi temporaneamente in via Mura di Porta Po, dove l’associazione Viale K darà loro ospitalità con uno spazio in cui fare base.
“Si tratta di una gentilezza da parte di Viale K – hanno spiegato a Estense.com Carola Peverati e Robert Elliott del direttivo – a cui noi saremo sempre grati, ma che non può essere considerata una soluzione definitiva. A fornirla dovrebbe essere l’Amministrazione comunale. Stiamo parlando di una questione che riguarda il bene di tutta la comunità che l’ente locale rappresenta”.
“Non è accettabile – ha aggiunto il presidente Adam Atik – dover fare così fatica per riuscire a fornire servizi di supporto alla cittadinanza gratuitamente. Non chiediamo fondi a nessuno, solo uno spazio adeguato in cui continuare a mettere al servizio di chi ne ha più bisogno la nostra professionalità”.
Quindi il riferimento a una preoccupazione condivisa con le realtà del Csv, Cpia, Bolognesi e La Resistenza: “Non voglio fare la vittima. Ma il terzo settore a Ferrara sta vivendo un’epoca di allontanamenti. Noi non ci fermiamo. Abbiamo le spalle larghe e continueremo a perseguire il nostro unico obiettivo: dare un senso alla parola giustizia sociale”.
L’immobile di via Kennedy, che ora non accoglierà più Cittadini del mondo, era concesso in comodato d’uso all’associazione, trattandosi di un’attività di volontariato di utilità sociale.
La svolta risale ad aprile 2025 e alla decisione dell’Amministrazione comunale di alienare questo spazio a favore di Ferrara Tua (società unipersonale dello stesso Comune di Ferrara). Dopo l’avviso di sfratto, che ora è diventato realtà, il Comune aveva offerto una soluzione alternativa nei locali della ex sede Coldiretti in via Bologna, a Chiesuol del Fosso. Da parte di Cittadini del Mondo, durante l’incontro avuto il 22 aprile 2025 con l’assessora per le politiche sociali Cristina Coletti, era stato chiesto di arrivare a una soluzione condivisa, che non poteva essere quella identificata dal Comune, per via delle problematiche legate a “una sede a 4,5 chilometri dal centro, senza pista ciclabile continua, né autobus frequenti, per non parlare dell’illuminazione e dei marciapiedi”.
Da quel momento l’associazione ha denunciato una chiusura delle comunicazioni da parte del Comune: “Ci siamo trovati di fronte a un muro totale”, ha dichiarato il direttivo.
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