La vera transizione ecologica e l’autonomia energetica devono passare dalle aree urbanizzate e dai “tetti” degli edifici delle città e delle aree rurali. Questo l’obiettivo della partenship – ufficializzata il 27 ottobre – tra Legacoop Estense e Cia-Agricoltori Italiani Ferrara, in collaborazione con la Comunità Energetica Rinnovabile (Cer) Castello Green House.
Il progetto prevede la realizzazione di impianti fotovoltaici – che potranno accedere al contributo del 40% previsto dal bando Pnrr – con l’obiettivo primario di favorire l’autonomia energetica e la sostenibilità del territorio ferrarese. Un elemento distintivo di questa collaborazione è l’impegno per la tutela del suolo agricolo: gli agricoltori che sceglieranno di aderire alla Cer come produttori potranno installare i nuovi impianti esclusivamente su superfici non agricole, una condizione essenziale per tutelare il suolo e, contestualmente, contrastare le speculazioni finanziarie che minacciano la funzione produttiva della terra.
Nel corso della conferenza stampa, il presidente di Cia Ferrara, Stefano Calderoni, ha ampiamente ribadito l’importanza di bilanciare la transizione ecologica con la salvaguardia del paesaggio agrario: “La collaborazione che abbiamo stretto con Legacoop e Castello Green House è un passo importante per un territorio che deve andare verso una transizione ecologica corretta, non speculativa, che diventa anche un’opportunità grazie ai fondi del Pnrr. Lo sviluppo delle energie rinnovabili non può e non deve passare, infatti, dal consumo di suolo agricolo, andando contro a quello che è il ruolo primario della nostra agricoltura: produzione di cibo e tutela del paesaggio rurale. Lo dicono anche i dati Ispra: a Ferrara oltre il 90% del consumo del suolo deriva dal fotovoltaico a terra. Non può essere, dunque, la speculazione finanziaria a guidare una transizione ormai divenuta imprescindibile e la ricerca dell’autonomia energetica. L’alternativa, come dimostra questo progetto condiviso esiste ed è supportata dai dati: come ricorda uno studio di Enea, se occupassimo il 30% dei tetti del patrimonio residenziale italiano con pannelli fotovoltaici si potrebbero produrre fino a 79 mila GWh, un dato superiore al consumo di 65,5 mila GWh delle stesse abitazioni. Quindi dobbiamo innanzitutto utilizzare tutta la superficie urbanizzata del nostro paese e solo in un secondo momento pensare a investimenti che in molti casi rischiano di cambiare irrimediabilmente il nostro paesaggio agrario”.
Chiara Pederzini, responsabile dell’Ufficio Innovazione e Sostenibilità di Legacoop Estense, ha sottolineato il ruolo dell’associazione nel supportare la nascita e lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili in forma cooperativa. “Da anni come Legacoop, a livello nazionale, approfondiamo le opportunità legate alla transizione energetica, mettendo a disposizione strumenti concreti dal punto divista tecnico e finanziario, tra cui la piattaforma Respira, per supportare la nascita e lo sviluppo delle Cer cooperative. Sul territorio in cui operiamo, tra Ferrara e Modena, abbiamo supportato la nascita di tre Cer, una di queste è proprio Castello Green House. In questa fase l’obiettivo primario non è tanto la creazione di nuove Cer, quanto il supporto alla crescita e sviluppo di quelle già costituite. Proprio per questo, l’accordo con Cia diventa strategico al fine di poter avvicinare nuovi soci produttori, incrementando così la produzione sul territorio di energia rinnovabile condivisa e garantendo piena sostenibilità e vantaggi a tutti i soci della comunità”.
“Abbiamo aderito a una convenzione con Cia-Agricoltori Italiani Ferrara – ha spiegato Massimo Buriani, presidente Cer Castello Green House – per proporre l’adesione, alla nostra Comunità energetica, alle aziende agricole che vogliono produrre energia su edifici, magazzini, aree non utilizzabili a fini agricoli, usufruendo anche degli incentivi del Pnrr. La nostra Cer è partita con la realizzazione di pannelli fotovoltaici sui 24 edifici della cooperativa di abitanti Castello e ora l’obiettivo è quello di allargarsi in maniera virtuosa a nuovi produttori, al fine di rispondere al meglio ai nostri obiettivi: dare vantaggi concreti ai consumatori, con una ricaduta positiva in termini economici e di sostenibilità sulla comunità stessa. Ed è tutta qui la differenza tra i grandi player, che arrivano sul territorio con un obiettivo puramente finanziario, consumando suolo a fini speculativi, e la cooperazione che ha come fine la valorizzazione della propria comunità e del territorio”.
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