di Emanuele Gessi
Voghiera. Di Nato e Unione Europea, di guerra e confini, di Putin e Trump si è parlato il 24 ottobre, alla Delizia estense di Belriguardo di Voghiera. A farlo è stato Fabio Mini, ospite dell’iniziativa organizzata dal Comune di Voghiera – a cui hanno preso parte 60 persone – come autore del libro La Nato in guerra (Edizioni Dedalo, 2025) e nella veste di generale che nel comando Nato ha ricoperto il ruolo di capo di stato maggiore per il Sud Europa – nel 2001 al vertice militare nei Balcani e nel 2002 e 2003 alla testa della missione KFOR in Kosovo.
“L’Europa è già in guerra”, così Mini nel suo intervento, che poi sull’investimento europeo di 6800 miliardi fino al 2035 in sicurezza e difesa si è espresso con severità: “Stiamo impoverendo le nazioni per mettere insieme dei soldi che non ci sono. Von der Leyen e gli altri vertici a capo della UE nel tentativo di trovarli devono rivolgersi alle banche, che a loro volta devono aprire dei debiti le cui conseguenze ricadono sui cittadini”.
Giudizio tranchant sui meccanismi della Nato odierna, che per Mini dagli anni ’90 a oggi ha visto l’avvicendarsi di segretari generali burocrati, il cui obiettivo principale si consumerebbe in un’attività di tipo propagandistico, portando l’organizzazione a deviare dai compiti istituzionali fondamentali. A completare il quadro, un’applicazione scorretta del Trattato Nord Atlantico, da cui la compromissione della sicurezza dei paesi Nato: “All’origine delle avventure belliche della Nato ci sono degli errori interpretativi gravi. A partire dalla scelta del 1997 di includere i paesi Baltici, che non avevano i requisiti militari e politici per entrare, carichi di vulnerabilità e diatribe con la Russia di cui farsi carico”.
Proprio sul conflitto che vede protagoniste Russia e Ucraina, Mini si è detto favorevole a nuovi colloqui diretti fra Vladimir Putin e Donald Trump: “I fatti di cui discutono le grandi potenze sono fondamentali. Se da un accordo fra russi e americani scaturisse l’impegno a non intervenire con gli armamenti nucleari strategici sarebbe un grande risultato. Ma questo riguarda solo loro”. Nella visione di Mini, dunque, non ci sarebbe ragione per cui l’Unione Europea e altri paesi dovrebbero partecipare agli incontri, anzi, opporsi al dialogo fra i due leader sarebbe ottuso.
L’evento che ha visto protagonista l’ex capo di stato maggiore – in dialogo con Claudio Pisapia della Pro Loco – si inseriva nell’ambito del ciclo dei venerdì letterari del Castello di Belriguardo di Voghiera. Atteso a fine novembre Sergio Giraldo, autore de L’impero minore – Crisi industriale e crisi democratica nell’Unione europea (Diarkos, 2025). Soddisfazione espressa dalla vicesindaca Isabella Masina, che nel ricordare l’importanza di alimentare lo spirito critico ha sottolineato “l’influenza che la politica internazionale è capace di esercitare sugli enti locali”, richiamando “la necessità per gli amministratori di entrare nel merito delle vicende geopolitiche per dare risposte puntuali al territorio”.
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