di Francesco Rendine*
La consigliera Marchi ha suscitato diverse perplessità con il suo comportamento in Consiglio Comunale.
Senza alcuna remora, si è espressa su ciò che gli altri consiglieri possono o non possono fare, arrivando a dichiarare che il consigliere della lista civica Caprini non avrebbe il diritto di giudicare.
Inoltre, ha accusato alcuni consiglieri della civica di essere “fascisti”, un’affermazione che ha provocato l’indignazione del più giovane dei nostri consiglieri, Brando Sarto, Presidente della Commissione Pari Opportunità.
Ciò che rende ancora più sorprendente questa dichiarazione è che la consigliera Marchi sembra mancare di una preparazione adeguata su tematiche fondamentali:
1. Economiche: Durante il Consiglio, ha discusso del bilancio facendo riferimento ai dati di un altro anno, dimostrando una carenza evidente di aggiornamento e di conoscenza in materia.
2. Storiche: Non conosce la differenza tra camicie nere e camicie rosse, un’ignoranza storica che non può essere ignorata. Una lista civica che raccoglie persone con ideologie diverse—dal centro-sinistra per le tematiche sociali e l’aiuto ai più deboli, al centro-destra per il rigore, la sicurezza e la certezza della pena—non può essere etichettata né come “comunista” né come “fascista”.
3. Scientifiche: La consigliera Marchi ha trattato temi scientifici come la temperatura senza comprendere la differenza tra grandezze intensive ed estensive. In uno dei suoi interventi, infatti, è emersa una chiara confusione tra i concetti di calore e temperatura.
Nonostante la consigliera Marchi sia stata eletta democraticamente, risultando la prima tra le “stelle”, ha ottenuto un numero di preferenze inferiore rispetto all’ultimo eletto della nostra lista.
Eppure, con molti meno voti rispetto a noi, sembra voler imporre la sua linea, considerandosi una sorta di “portatrice del verbo”. Se davvero qualcuno dovesse essere definito “fascista”, forse la ricerca dovrebbe concentrarsi altrove.
*Presidente Gruppo Consiliare Civica Afs
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