La Fials di Ferrara torna a lanciare l’allarme sulla grave crisi del personale infermieristico e sanitario nel sistema pubblico. In una lettera aperta inviata a Regione, Governo, Ctss e Aziende Sanitarie, la segretaria territoriale Mirella Boschetti denuncia con toni duri una situazione ormai “fuori controllo” e “non più rinviabile”.
“Non si può più definire emergenza la carenza di infermieri e di altri professionisti, ma chiara volontà politica di affossare la sanità pubblica”, si legge nel documento diffuso il 13 ottobre 2025. La Fials sottolinea come le difficili condizioni economiche e organizzative abbiano reso “non più attrattivo fare l’infermiere nella sanità pubblica”, con il risultato di una fuga costante di professionisti.
Boschetti ricorda che “è passato un anno dall’allarme carenza infermieri scattato in Emilia-Romagna”, quando la Regione decise di ricorrere a personale proveniente dall’India. Oggi, nota la sindacalista, “è la Lombardia ad avere il rimedio pronto arruolando infermieri dall’Uzbekistan con il progetto ‘cooperazione sanitaria’”.
Secondo la Fials, “le Regioni procedono in ordine sparso, con progetti fantasiosi, siamo alle comiche”: strategie di facciata che servono solo “a distrarre l’opinione pubblica dal reale problema alla base della fuga degli infermieri”, ovvero una “retribuzione inferiore a quella di 30 anni fa” e “condizioni di lavoro esasperanti”.
La sigla sindacale sottolinea che “niente si è mosso, neppure a livello locale”, nemmeno nei territori più fragili come “l’Ospedale del Delta”, dove la carenza di personale si fa sentire con maggiore intensità.
Fials chiede che la questione venga affrontata “con valutazione di proposte concrete” nella prossima riunione della Ctss convocata per il 28 ottobre, avvertendo che “senza un reale supporto delle Istituzioni il problema si incancrenisce” e che “il problema non affrontato ricade sui cittadini che hanno bisogno di assistenza”.
La segretaria Boschetti ricorda infine il fallimento dei tentativi avviati nel maggio 2024, quando le Aziende Sanitarie proposero incentivi per le zone disagiate utilizzando “i pochi soldi dei fondi contrattuali per il trattamento accessorio del personale”. Un approccio che, secondo la Fials, “tenta di far pagare agli stessi lavoratori gli errori di anni di sottovalutazione ed inerzia”.
La conclusione della lettera è un monito: “Il problema non è più rinviabile”.
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