Portomaggiore
11 Ottobre 2025
Il tribunale di Ferrara ha pronunciato sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste. Passa la linea difensiva dell'avvocato Giampaolo Remondi: "Abbiamo reso giustizia a un allevamento di eccellenza"

Frode in commercio. Assoluzione piena per i due allevatori di cani

di Davide Soattin | 3 min

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Portomaggiore. Assoluzione piena per i due allevatori di cani di Portomaggiore, marito e moglie, inizialmente finiti a processo con l’accusa di frode in commercio. Per tutti e due, durante la scorsa udienza, la Procura aveva rispettivamente chiesto un anno e mezzo e un anno di condanna, ma alla fine – ieri (10 ottobre) pomeriggio – il giudice Giuseppe Palasciano del tribunale di Ferrara ha deciso di assolvere entrambi – difesi dagli avvocati Giampaolo Remondi e Paolo Baghetti – perché il fatto non sussiste.

I fatti inizialmente contestati erano avvenuti – secondo l’accusa – tra il 2016 e il 2018 e i due, che ancora oggi gestiscono un allevamento di cani nel territorio comunale di Portomaggiore, secondo il quadro accusatorio, vendevano cuccioli di razza Labrador, Bulldog francese, Golden Retriever a prezzi che andavano dai 900 ai 1.400 euro, assicurando le buone condizioni dell’animale, il pedigree, il microchip e quant’altro prevede la normativa sulla vendita degli animali.

Ma, in almeno una ventina di casistiche, si erano trovati a dover fare i conti con le rimostranze degli acquirenti, tanto da finire sul banco degli imputati.

Alcune delle parti offese infatti, sentite durante il processo, avevano lamentato di aver acquistato cani con caratteristiche diverse da quelle pattuite: pur avendo garantito il pedigree, questo non era mai stato consegnato.

Oltre a questo, nonostante una documentazione relativa al numero di microchip, l’animale – secondo i denuncianti – non risultava registrato all’anagrafe canina.

Altri avevano invece avevano denunciato che il cucciolo era affetto da una malattia genetica. Altri ancora che soffriva di displasia, mentre in un altro caso, infine, l’accusa riguardava la vendita di un cucciolo di età inferiore ai due mesi prescritti come minimo di legge.

Problematiche però il giudice del tribunale di Ferrara ha ritenuto non imputabili a nessuno dei due allevatori finiti alla sbarra.

Soddisfazione arriva dall’avvocato Giampaolo Remondi, difensore di entrambi, che – dopo due ore di arringa – ha visto accogliere la propria linea difensiva: “Sono molto soddisfatto e, come me, lo sono anche i miei clienti, che di certo non sono persone disoneste. Possiamo dire che con questa sentenza, oggi, sia stata resa giustizia a un allevamento di eccellenza che non meritava il clamore mediatico dovuto anche a un blog da cui erano stati presi di mira e che ha finito per influenzare tante persone offese che hanno creduto di essere state raggirate, quando in realtà non è mai andata così”.

Di tutt’altro umore, invece, l’avvocato Lorenzo Becucci, uno dei legali di parte civile: “È una sentenza che non ci aspettavamo, che non ci rispecchia. Io e gli altri colleghi eravamo convinti che l’istruttoria avesse provato i fatti contestati agli imputati in un procedimento che aveva come persone offese più di venti persone. Ora attendiamo di leggere le motivazioni e poi valuteremo se fare o meno appello, cercando di capire anche quale sarà l’orientamento della Procura dopo questa sentenza”.

Le motivazioni saranno depositate entro novanta giorni.

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