Politica
8 Ottobre 2025
All'incontro organizzato dall'associazione Italia Israele e patrocinato dal Comune di Ferrara anche Sallusti e Velardi in collegamento: "Chi manifesta è pro Hamas, non pro Pal"

Commemorazione 7 ottobre. Savini: “Atto di coraggio essere qui”

di Redazione | 3 min

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“I bambini non dovrebbero mai morire nei conflitti. Ma c’è una differenza tra un’uccisione volontaria e una involontaria”. Queste le parole pronunciate da una voce fuori campo lungo un video di ricostruzione del 7 ottobre 2023, proiettato all’ex Teatro Verdi per la commemorazione dal titolo “7 ottobre, memoria di un giorno di dolore”, organizzata dall’Associazione Italia Israele Scaligero Estense, con il patrocinio del Comune di Ferrara.

Un’iniziativa dedicata al ricordo delle vittime israeliane dei kibbutz e del Nova Festival, che ha visto la partecipazione di circa una quarantina di persone. Presenti in sala i rappresentanti dell’associazione Marco Leati e Federica Iaria, l’assessore comunale Francesca Savini, i consiglieri comunali Federico Soffritti, Luca Caprini, Iolanda Madeo e il dem Davide Nanni e l’ex consigliera Paola Peruffo. In collegamento da remoto sono intervenuti i direttori Alessandro Sallusti (il Giornale) e Claudio Velardi (Il Riformista), oltre al giornalista e scrittore Michael Sfaradi, in diretta da Israele.

L’assessora Savini ha aperto l’incontro portando i saluti dell’Amministrazione e definendo l’organizzazione dell’evento “un atto di coraggio”: “Organizzare un evento come questo richiede grande coraggio. C’è un clima di paura che serpeggia e non è nemmeno celato. Viviamo in un periodo in cui anche solo dichiarare di non essere d’accordo con una narrazione a senso unico, fornita dalle manifestazioni nelle piazze o da parte della stampa, può diventare rischioso”.

Savini ha aggiunto di aver raccolto il timore di molte persone nel partecipare all’incontro: “Mi è stato detto ‘vorrei esserci, ma ho paura’. È comprensibile, perché vediamo piazze che degenerano e strumentalizzano la sofferenza della popolazione di Gaza. Il reale motivo che li porta a ‘bloccare tutto’ – cosa di cui l’assessore dichiara di non comprenderne il senso – è solo quello di attaccare il governo nazionale”.

L’assessora ha così invitato i presenti ad esprimere solidarietà alle forze dell’ordine – delle quali circa una decina tra polizia e carabinieri hanno sorvegliato l’ingresso del teatro Verdi – con un applauso. “Il patrocinio del Comune e la nostra presenza qui significano impegno per garantire una pacifica libertà di espressione, nel rispetto reciproco del proprio credo”, ha concluso Savini.

La vicepresidente dell’associazione, Federica Iaria, ha portato la propria testimonianza personale: “Porto una stella ebraica al collo. Io faccio parte della comunità ebraica di Verona e ricevo quotidianamente minacce. Mi hanno detto che verranno a cercarmi a casa”.

In collegamento da Israele, Michael Sfaradi ha parlato della sua esperienza come reporter di guerra: “Sono passati due anni e quando mi si chiede di parlare del 7 ottobre mi viene in mente che esisteva un Israele del prima e del dopo. Il cambiamento è stato irreversibile”. E ha aggiunto: “Quando si parla di coloni, o si è in malafede o si è ignoranti. Tutto ciò che è accaduto dopo è solo una conseguenza dell’attentato terroristico di Hamas. L’espressione ‘dal fiume al mare’ non dovrebbe essere permesso pronunciarla, perché significa demolire l’unico stato democratico del Medio Oriente”.

Il direttore de Il Riformista, Claudio Velardi, ha invece analizzato gli sviluppi politici e mediatici: “Trovo sbagliato definire i manifestanti pro Pal, perché anche io sono con i palestinesi. Chi ha manifestato in questi giorni ha dato prova di essere pro Hamas”. Secondo Velardi Hamas starebbe ottenendo “una vittoria mediatica”, perché ritiene che “dietro ci siano spinte che vengono da lontano, legati a interessi antioccidentali di Russia e Cina”. “Aldilà della vittoria mediatica dei terroristi – ha concluso – oggi le prospettive di pace indicano che la guerra la sta vincendo Israele”.

Secondo Alessandro Sallusti, de il Giornale, il problema sarebbe stata “la gestione comunicativa internazionale degli eventi del 2023”: “Non mostrare le immagini, anche crude, del 7 ottobre è stato un errore strategico. Altrimenti, la storia avrebbe preso un’altra piega”. Ha poi concluso ribadendo l’impegno personale: “Mi batterò sempre per la libertà di Israele e per quella degli italiani, che dovrebbero essere liberi di manifestare per ciò in cui credono senza timori”.

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