“Se non fosse una sofferenza per tante famiglie ci sarebbe da ridere. Purtroppo, è solo la conferma della disastrosa gestione e confusione di idee della Regione Emilia-Romagna in sanità”. Con queste parole il senatore di Fratelli d’Italia Alberto Balboni, presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato, commenta la notizia della sospensione degli interventi allo Ior (Istituto Ortopedico Rizzoli) dal 12 dicembre 2025 al 7 gennaio 2026″. Una scelta, dice, “della Regione Emilia-Romagna di interrompere per motivi di bilancio l’attività nell’ospedale-gioiello garantendo unicamente la chirurgia d’emergenza”.
“Se è accaduto solo con la Prima e Seconda guerra mondiale e con il Covid, ora, dobbiamo aggiungere la evidente mala gestione del Pd”, attacca il senatore ferrarese che aggiunge: “E basta con il solito ritornello del Governo cattivo che toglie fondi alla sanità”.
La sospensione dell’attività chirurgica “è una follia” trattandosi di “un grave disagio sociale che colpisce famiglie e pazienti”. Inoltre “perché si bloccano attività che con la mobilità attiva da altre regioni e dall’estero portano risorse fresche a quei bilanci che si vorrebbero risanare fermando attività redditizie”.
“Siamo – dice – alla tragedia di una Regione politicamente ridicola: anziché potenziare queste, come altre operosità attrattive in sanità, si ordina il ‘fermi tutti’. Siamo alla follia perché significa rinunciare a entrate certe, aumentare costi indiretti, sprecare risorse, perdere pazienti e professionisti andando contro i principi di buona gestione sanitaria”.
Secondo Balboni sarebbe evidente la crisi di “un modello che balbetta e si contraddice, incapace di governare sul piano clinico ‘l’appropriatezza della prescrizione’ e sul piano organizzativo l’assistenza primaria con scelte coerenti tra ruolo e costi”. Tra questi elenca: “Medici di medicina generale; medicine di gruppo; guardia medica; Cau – prima panacea e poi in discussione ché funzionano solo quelli collegati direttamente agli ospedali e quindi non vanno più bene-; ora siamo alle Aggregazioni funzionali territoriali (AFT) e UCCP Unità complesse di cure primarie”.
Per il senatore “mentre la confusione – specie per i cittadini – regna sovrana, la realtà scivola nell’avanspettacolo con titoli di coda dal ‘non c’è più una lira al si salvi chi può’”.
E conclude: “Tutto questo, senza un efficace ‘controllo di gestione finanziario’ – una precisa funzione obbligatoria dell’organizzazione sanitaria – sia sui servizi acquistati da ospedali, professionisti e privato accreditato sia sulla gestione dei ticket che spieghi ai cittadini virtuosi e a noi come sia possibile accumulare 50 milioni di euro che le Aziende Usl dell’Emilia-Romagna devono ancora riscuotere”.
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