Economia e Lavoro
7 Ottobre 2025
Aser e Cgil-Slc: “In questi ultimi due anni gli unici veri finanziatori di questa azienda sono stati i dipendenti”

Crisi Telestense. “Il rischio d’impresa non può ricadere sui dipendenti”

di Redazione | 3 min

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“La ricostruzione fatta nella sua esposizione ci lascia alquanto perplessi, soprattutto per ciò che riguarda le motivazioni che hanno portato all’attuale crisi”. Non tarda ad arrivare la risposta alle dichiarazioni rese da Dalia Bighinati a Estense.com sugli esiti della crisi che ha investito la storica emittente televisiva estense.

A darla sono i due sindacati, Aser e Cgil-Slc, che da anni sono a fianco dei lavoratori dell’azienda (tecnici, giornalisti e una unità amministrativa) dipendenti che rivendicano dai tre ai sette mesi di stipendi arretrati.

Aser e Cgil-Slc parlano apertamente di una “situazione drammatica”: “Pare del tutto evidente che in questi tredici anni, individuati dalla direttrice, non vi sia stato un minimo di lungimiranza rispetto alla costruzioni di piani industriali capaci di fare fronte alle sfide tecnologiche che stavano avanzando nel settore, e non convince il fatto di individuare nel posizionamento all’interno delle graduatorie l’unico motivo che ha generato una situazione disastrosa”.

Secondo i sindacati “sarebbe anche interessante capire fino a che punto la famiglia Bighinati, negli ultimi anni, si è spinta realmente nella ricerca di nuovi investitori o se questa affermazione non sia solo un tassello della narrazione fatta con l’unico obiettivo di mantenere una falsa tranquillità tra i dipendenti, che giustamente rivendicavano le loro spettanze”.

Se effettivamente le radici della crisi affondano nel 2012, si chiedono, “perché si è cercato solo negli ultimi anni di tappare una falla che si stava allargando sempre più?”.

Aser e Cgil-Slc definiscono inoltre “ingeneroso” il “disquisire sulle competenze tecniche dei dipendenti”.

In risposta alle parole di Dalia Bighinati, i rappresentanti dei lavoratori affermano che “giustamente si dice che servono capitali per investire e formazione per acquisire nuove competenze digitali”. Ma, si chiedono, “chi avrebbe dovuto agire affinché si potessero verificare queste due condizioni?”.

Anche perché “in questi ultimi due anni gli unici veri finanziatori di questa azienda sono stati i dipendenti che hanno lavorato in situazioni precarie investendo i loro risparmi per far fronte alle mancate retribuzioni da parte dell’azienda”.

“Il rischio d’impresa non può ricadere sui dipendenti – sottolineano Aser e Cgil -: una presa di coscienza e assunzione di responsabilità per ciò che sta accadendo andrebbe fatta da parte di chi in questi anni ha sempre finto di non vedere ciò che stava accadendo. Quindi da parte di tutti i componenti che hanno transitato nel cda dell’azienda. Nessuno escluso”.

Evidenziato questo, Cgil-Slc e Aser confermano “la propria presenza a fianco dei colleghi che da mesi non ricevono gli stipendi e ribadiscono la piena disponibilità ad affiancarli in ogni sede”.

Sulla crisi dell’emittente arriva anche un commento del sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, che esprime “a nome di tutta l’amministrazione comunale, piena solidarietà a Telestense, storica emittente e voce televisiva del territorio ferrarese, duramente colpita da una profonda crisi e ora in serissima difficoltà”.

La vicinanza, dice il sindaco, “va in particolare ai lavoratori che, con grande senso di responsabilità e spinti dal dovere giornalistico, finora hanno portato avanti l’attività dell’emittente, garantendo informazione e servizio alla comunità, nonostante per loro lo stipendio sia da mesi un miraggio”.

“Già nelle scorse settimane – assicura Fabbri – ho avuto contatti con alcuni dei dipendenti coinvolti. L’amministrazione comunale rimane disponibile a collaborare per individuare possibili soluzioni a tutela dei lavoratori di Telestense e per salvaguardare un patrimonio informativo e culturale importante per tutta la comunità ferrarese”.

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