Argenta. Si è chiuso con un’assoluzione il processo a carico di un 63enne dirigente di Soelia, la multiutility del Comune di Argenta, finito a giudizio dopo il grave infortunio in cui era rimasto coinvolto un proprio dipendente mentre stava lavorando.
Durante la mattinata di venerdì 3 ottobre, il giudice del tribunale di Ferrara ha dichiarato l’imputato – difeso dall’avvocato Riccardo Caniato – non punibile per la particolare tenuità del fatto, nonostante la Procura avesse chiesto una condanna a tre mesi di reclusione.
L’uomo era inizialmente accusato di lesioni personali colpose in violazione delle norme antinfortunistiche sul lavoro.
L’episodio risale all’8 ottobre 2020. Quel giorno un meccanico del reparto autocarri di Soelia, durante un intervento di manutenzione su un mezzo aziendale posizionato sopra la fossa di ispezione dell’officina, si era infortunato. Nel tentativo di avvicinarsi al cofano del veicolo, il lavoratore era inciampato sul cordolo che fungeva da guida per le ruote: perso l’equilibrio, era precipitato nella fossa, profonda circa un metro e mezzo, che nella parte eccedente la lunghezza del mezzo non era coperta.
Il dipendente aveva riportato traumi e fratture, giudicate dal pronto soccorso dell’ospedale di Cona guaribili in oltre tre mesi.
Alla base del processo vi erano le contestazioni mosse dalla Procura al 63enne dirigente di Soelia. In particolare, gli venivano imputato di non aver predisposto coperture adeguate, di dimensioni variabili in base all’apertura lasciata scoperta dai veicoli più corti rispetto alla fossa di ispezione, e di non aver indicato nel Documento di Valutazione dei Rischi il pericolo di caduta all’interno delle fosse di ispezione. Di conseguenza, secondo l’accusa, nel documento non erano previste specifiche misure di protezione per i lavoratori che operavano nelle loro vicinanze, come appunto l’obbligo di copertura delle stesse.
Ma non solo. Gli inquirenti contestavano al dirigente anche il non aver adottato, nello svolgimento della propria attività imprenditoriale, tutte le misure che – in base alla particolarità del lavoro, all’esperienza e alla tecnica – risultavano necessarie a garantire la tutela dell’integrità fisica dei lavoratori.
Nonostante le accuse, il giudice ha ritenuto che l’episodio, pur avendo avuto conseguenze concrete sul lavoratore, rientrasse nei casi di particolare tenuità del fatto. Per questo motivo il dirigente di Soelia è stato dichiarato non punibile e assolto, ponendo così fine al procedimento penale a suo carico.
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