Attualità
3 Ottobre 2025
Duecento persone in piazza Cattedrale per la manifestazione organizzata dal mondo associazionistico ecclesiale ferrarese e dalla Rete per la Pace

Una “sentinella” per Gaza e la Palestina

di Redazione | 2 min

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In duecento persone sono scese in piazza Cattedrale, a Ferrara, mercoledì sera (1° ottobre), a sostegno del popolo palestinese per l’iniziativa “Sentinella, quanto resta della notte” – realizzata dal mondo associazionistico ecclesiale in continuità con la Rete Pace ferrarese.

A terra era stata stesa dagli organizzatori una grande bandiera della Palestina, sopra la quale delle barchette di carte simboleggiavano la Global Sumud Flotilla: “Oggi – ha detto nel proprio intervento Tonio Dell’Olio, sacerdote e attivista per la nonviolenza – ci sentiamo tutti rappresentati dai cittadini che sono a bordo di quelle navi indifese e che si trovano sulle coste della Palestina. È vergognoso che si dia la patente di irresponsabili alle persone disarmate, mentre a esserlo sono coloro che hanno attuato in maniera scientifica un genocidio nella Striscia di Gaza. Il diritto internazionale è stato strappato in questi anni”.

È in ragione di queste condizioni che per Dell’Olio “chiedere alle farmacie del proprio Comune di sospendere la vendita dei prodotti israeliani contribuisce a dar vita a un’economia responsabile”.

Famiglie e cittadini di tutte le età, fra cui molti giovani, si sono raccolti in cerchio intorno allo striscione “Fermiamo il genocidio” per ascoltare il resto degli interventi, che sono stati inframezzati dal rintocco delle campane, grazie alla partecipazione dei Campanari Ferraresi.

La guerra – nelle parole di Alessandra Cetro, dell’Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani – è stata descritta come “un vortice di odio e violenza che risucchia la vita”. Una tragedia a cui porre urgente rimedio “costruendo la pace insieme, nelle diversità”. Quindi ancora il tema del boicottaggio: “Anche noi, come singoli cittadini, abbiamo un nostro spazio di potere. Se le persone di buona volontà si uniscono e fanno delle scelte insieme, conseguenti al loro ideale di avere un mondo in pace, allora le cose potranno iniziare a cambiare”.

Istituire il Ministero della Pace ed elaborare programmi scolastici ad hoc. Questa la ricetta di Laila Simoncelli, responsabile della Comunità Papa Giovanni XXIII, che ha rilevato: “Viviamo in una società strutturalmente violenta. Per rifiutarci di sottoporci alle sue regole servono delle competenze”. Vere e proprie materie curricolari, quelle immaginate dall’attivista, per far sì che i giovani studino, per esempio, la trasformazione nonviolenta dei conflitti e i principi della giustizia riparativa.

“Al momento conviviamo con una necro-politica – ha concluso – mortifera e predatoria, alla quale dobbiamo opporci. Pretendiamo che la pace diventi la priorità delle politiche pubbliche”.

Le realtà che hanno contribuito a dar vita alla manifestazione, insieme a Rete Pace, sono state Azione Cattolica, ACLI, AGESCI, MASCI, Movimento Rinascita Cristiana, Comunità Papa Giovanni XXIII, Pax Christi e Salesiani Cooperatori.

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