Cronaca
2 Ottobre 2025
Parla Stefano Marangoni, avvocato degli indagati Filippo e Manuel Mazzoni: "I familiari vogliono un capro espiatorio per dare una soddisfazione di vendetta alla loro anima, ma non è così che funziona. La giustizia è ben altro"

Duplice omicidio di Rero. “Ora una pietra sopra questa vicenda”

di Davide Soattin | 4 min

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Tresignana. “Stupore per la richiesta di archiviazione? Neanche tanto. Era tutto largamente prevedibile“. Chi parla è l’avvocato Stefano Marangoni, legale difensore di Filippo e Manuel Mazzoni, padre e figlio, unici indagati per il duplice omicidio dei cugini Dario e Riccardo Benazzi, avvenuto il 28 febbraio 2021 a Rero, al confine tra i territori comunali di Tresignana e Fiscaglia. I due furono prima uccisi a fucilate e poi bruciati dentro a una Volkswagen Polo, dove furono trovati carbonizzati.

Per quella vicenda di sangue, il pm Ciro Alberto Savino – titolare del fascicolo di indagine, dopo averlo ereditato dalla pm Lisa Busato – ha avanzato una seconda richiesta di archiviazione, dal momento che gli elementi raccolti durante le indagini suppletive disposte a novembre 2023 dal gip Silvia Marini del tribunale di Ferrara sono risultati essere “non univoci” – così scrive il pubblico ministero nel proprio atto – circa la responsabilità dei due indagati finiti dentro le carte dell’inchiesta.

“Già durante la prima richiesta di archiviazione (quella del 2023, ndr) manifestai delle perplessità sull’opposizione presentata dai legali delle famiglie delle vittime, poi confermate con questa seconda richiesta” afferma Marangoni, che poi entra nel dettaglio. “Già la prima richiesta – spiega – non conteneva i requisiti tecnici per venire accolta. Comprendo però che il gip abbia voluto fare una cortesia alle persone offese e abbia disposto delle indagini suppletive, che comunque sono risultate ultronee“.

Marangoni prosegue: “Parliamo di requisiti privi di incidenza concreta sulle risultanze dell’attività compiuta durante le indagini preliminari, che già avevano portato alla prima richiesta di archiviazione e il cui cuore era costituito da quel corposo e articolato incidente probatorio che avevo chiesto e che poi mi era stato concesso dal gip Vartan Giacomelli del tribunale di Ferrara. Un incidente probatorio che già all’epoca aveva dimostrato la completa estraneità ai fatti di Filippo e Manuel Mazzoni“.

Nonostante la seconda richiesta di archiviazione, gli avvocati Denis Lovison e Massimiliano Sita – che assistono i famigliari dei due cugini – presenteranno un’altra opposizione, chiedendo l’imputazione coatta per i due indagati. “Parlare di opposizione – tuona Marangoni – non solo è irresponsabile, ma è anche un’ulteriore violazione del principio costituzionale del giusto processo. Non ha nessun fondamento. Anzi, l’unico fondamento è dato da sentimenti di vendetta, e non certo di legalità, nei confronti di due persone che sono palesemente estranee alla vicenda, e lo sappiamo da anni”.

L’avvocato della difesa aggiunge: “Non voglio polemizzare con gli avvocati e nemmeno con le persone offese, però una riflessione la faccio. Cosa fa di un avvocato un buon avvocato? Un illustre professore di diritto, conosciuto anche a livello internazionale, diceva che un avvocato diventa un buon avvocato quando ha dei buoni clienti, che non sono quelli che pagano le parcelle all’avvocato, ma quelli che non chiedono vendette al loro avvocato. Ecco, posso dire che il mio studio abbia dei clienti eccellenti“.

Da oltre quattro anni, Filippo e Manuel Mazzoni risultano indagati: “Sono moralmente molto affranti, sfiniti e affaticati da questa vicenda, da questo stillicidio di indagini suppletive. Hanno perso il lavoro e stanno faticosamente cercando di rifarsi una vita. Io oggi non sto contestando la legittimità delle prime indagini su di loro, però accanirsi nei loro confronti quando è chiarissimo, già da anni, che loro non c’entrano nulla, come tra l’altro ha ribadito il tribunale del Riesame, non mi sembra giusto. Sarebbe ora che questa vicenda giudiziaria si chiudesse con una pietra sopra e che andasse nel dimenticatoio pubblico in modo tale da poter permettere ai miei clienti di poter recuperare la loro vita normale dopo tutti questi anni”.

Marangoni chiude con un messaggio alle famiglie dei cugini Benazzi: “È legittimo cercare in tutti i modi di individuare il vero responsabile di questo efferato omicidio. Però, allo stesso tempo, è da irresponsabili cercare di mettere sotto processo un qualunque responsabile. Perché qui, in questa vicenda, bisogna trovare il responsabile, non un responsabile. I familiari vogliono un capro espiatorio per dare una soddisfazione di vendetta alla loro anima, ma non è così che funziona. La giustizia è ben altro“.

 

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