Attualità
28 Settembre 2025
Al Parco Coletta di Ferrara il padre di Aldro ricorda suo figlio davanti alla città e denuncia ancora "orrore e disumanità senza se e senza ma"

L’inno alla vita di Lino Aldrovandi

di Redazione | 3 min

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Ferrara si è stretta ancora una volta intorno alla memoria di Federico Aldrovandi. Sabato 27 settembre, al Parco Coletta, si è tenuto il concertone gratuito “Musica per Aldro”, un appuntamento ormai simbolo di resistenza civile e di memoria condivisa. Davanti a circa un migliaio di persone, tra bandiere, cartelli e cori, la città ha ricordato Aldro con una serata di musica, parole e testimonianze

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Al concertone “Musica per Aldro”, nel parco Coletta, nel ventennale della morte del ragazzo, ha preso la parola suo padre, Lino Aldrovandi, con un intervento intenso e vibrante, accolto dal silenzio e dall’applauso commosso di centinaia di persone.

Lino ha voluto ricordare prima di tutto la rete di solidarietà che, in questi vent’anni, non ha mai lasciato sola la famiglia: “L’altra sera c’erano i tifosi ultras del Campobasso all’inaugurazione del giardino per Federico e anche quelli di Perugia. Oggi quelli di Ancona. Voglio farvi vedere una cosa che mi hanno donato i ragazzi di Ancona… una targa a Federico: ‘Il cui sorriso e la cui memoria continuano a chiedere giustizia e dignità. 20 anni non hanno spento il ricordo né il desiderio di verità. Sempre nei nostri cuori, Aldro Vive’”.

Nel suo discorso ha allargato lo sguardo oltre la vicenda di Federico: “Ogni volta che un giovane se ne va si perde sempre una parte del nostro futuro”. E ricordando l’assassinio di Renato Biagetti, ucciso a Roma nel 2006, ha aggiunto: “A volte mi domando come si possa arrivare a uccidere senza una ragione… È orrore e disumanità senza se e senza ma”.

Aldrovandi ha poi ringraziato i ragazzi del Comitato per Aldro, ricostituito quest’anno: “Bellissime le iniziative che avete realizzato ragazzi per ricordarlo. Questa ultima poi con la musica, che a Federico piaceva di più. Foste bravi ragazzi allora, e continuate ad esserlo oggi un po’ più adulti, come lo sarebbe anche Federico oggi”.

Un pensiero speciale è stato dedicato alla Curva Ovest, che da vent’anni porta in alto la bandiera con il volto di Aldro: “Una parola per descrivere la Curva Ovest: immensa”.

Il cuore del discorso ha toccato il ricordo della notte tra il 24 e il 25 settembre 2005: “Federico, mentre tornava a casa… incontrò la Polizia. Non aveva commesso nessun reato e niente di male”. Poi la ricostruzione: “Segato Monica, Pontani Enzo, Pollastri Luca e Forlani Paolo… uccisero mio figlio senza una ragione, che gridava ‘Aiuto, basta, aiutatemi’, bastonandolo di brutto per mezz’ora fino a rompergli addosso due manganelli”.

Ricordando la sentenza e la lieve pena inflitta agli agenti, Lino ha voluto ribadire: “Il perché di quell’azione scellerata è incomprensibile e forse mai lo sapremo. Dal 2014 sono uomini liberi e reintegrati nella Polizia, come dice la legge”.

Un passaggio importante del suo intervento ha reso omaggio a chi non si voltò dall’altra parte: “Se si è arrivati a una condanna, lo si deve alla forza e al coraggio di una mamma di nazionalità camerunense, Anne Marie, l’unica testimone che si palesò in quella via silenziosa di Ferrara, via Ippodromo, aiutata in questo da un prete, don Bedin, e da un avvocato, Tiziano Tagliani. Ma anche con la presenza forte e chiara del sindaco di allora, Gaetano Sateriale”.

Infine, un pensiero di gratitudine: “Non posso che mandare un abbraccio a Fabio Anselmo, che nella storia di Federico fu determinante per arrivare a una verità che, seppur parziale, squarciò quei muri dei silenzi, delle paure, delle omertà, dei depistaggi”.

E un messaggio di speranza, grazie anche all’arte e alla memoria condivisa: “Un grazie speciale però va all’Associazione Solidale Figurine Forever… una figurina con Federico che osserva le bandiere dei vari colori, praticamente un inno alla vita e all’unione, in pratica quello che ha insegnato la Curva Ovest al mondo in questi 20 anni insieme”.

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