Tenta di rubare un monopattino in via Garibaldi, arrestato 39enne
Durante il pomeriggio di ieri, giovedì 25 settembre, i carabinieri del Norm di Ferrara hanno arrestato un 39enne senza fissa dimora per la tentata rapina di un monopattino
Durante il pomeriggio di ieri, giovedì 25 settembre, i carabinieri del Norm di Ferrara hanno arrestato un 39enne senza fissa dimora per la tentata rapina di un monopattino
Nella mattinata di ieri, giovedì 25 settembre, il comandante regionale Emilia Romagna della Guardia di Finanza, generale di divisione Paolo Kalenda, ha fatto visita ai reparti del territorio estense
Vent'anni esatti dopo quella notte che cambiò per sempre la storia della città, Ferrara ha scelto di intitolare a Federico Aldrovandi il giardino tra via Ippodromo e via Poletti. Lì dove la sua vita venne spezzata, nella mattina del 25 settembre 2005, oggi brilla una targa: "Giardino Federico Aldrovandi. Perché nessuno più possa morire così"
Il ricordo di Federico Aldrovandi unisce Ferrara in un abbraccio, come quello tra il sindaco Alan Fabbri e l'avvocato Fabio Anselmo. È quanto accaduto nella serata di giovedì 25 settembre al cinema Apollo di Ferrara, dove è stato proiettato È stato morto un ragazzo
È stato individuato - e ora è indagato a piede libero per tentato omicidio - l'uomo che, durante la nottata tra mercoledì 17 e giovedì 18 settembre, ha aggredito brutalmente un uomo di nazionalità moldava al Barco, mandandolo all'ospedale Sant'Anna di Cona in gravissime condizioni
Arriva una stangata per Roberto Mascellani, il 76enne ingegnere ferrarese, finito a processo con l’accusa di bancarotta fraudolenta dopo i fallimenti delle società Magazzini Darsena, Partxco, Cir Costruzioni e Sinteco Real Estate. Questa mattina (venerdì 26 settembre) – dopo due ore di camera di consiglio – il collegio del tribunale di Ferrara (presidente Sandra Lepore con a latere i giudici Marco Peraro e Giovanni Solinas) lo ha condannato in primo grado a sette anni di carcere.
La condanna è relativa a tre dei quattro capi di imputazione per cui l’imputato era stato rinviato a giudizio. Per il quarto e ultimo capo di incolpazione invece, vale a dire quello relativo all’accusa di aver distratto circa 162mila euro alle società in liquidazione attraverso l’emissione di fatture per compensi professionali, sposando la linea della Procura, i giudici hanno pronunciato sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste, ritenendo quelle fatture corrette.
La sentenza è arrivata alle 13 e prevede inoltre il risarcimento dei danni in favore delle parti civili, mentre è stata respinta la richiesta di una provvisionale immediata. Per Mascellani – ex patron del Basket Club Ferrara – scatta pure l’inabilitazione all’esercizio di impresa commerciale per la durata della pena, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e la confisca dei beni già sottoposti a sequestro, cioè i quattro milioni di euro che erano stati i sequestrati nel 2016, in seguito del fallimento.
L’accusa nei confronti di Mascellani ruotava attorno a un crac da circa 30 milioni di euro. Nello specifico, dopo aver coordinato le indagini della Guardia di Finanza, il pm Stefano Longhi – titolare del fascicolo di indagine – contestava all’imprenditore l’aver sistematicamente svuotato le società Magazzini Darsena, Partxco, Cir Costruzioni e Sinteco Real Estate con una serie di operazioni intra-societarie allo scopo di distrarre i fondi destinati ai creditori e assicurarsi un tornaconto personale.
Un’accusa per cui la Procura aveva chiesto una pena di nove anni, due in più di quelli sentenziati dal tribunale, senza il riconoscimento delle attenuanti generiche, che poi alla fine – equivalenti alle aggravanti – gli sono state concesse dal collegio giudicante.
L’ingegnere – che ha riferito di “un vero e proprio tentativo di instaurare un processo ad personam” – non era presente in aula quando il giudice ha pronunciato la sentenza, ma prima che i giudici si ritirassero in camera di consiglio aveva parlato per circa un’ora, facendo alcune dichiarazioni spontanee, appuntate nero su bianco, con cui aveva ribadito con forza la propria innocenza e rivendicato “con orgoglio” di avere sempre svolto la propria professione “in maniera corretta, leale, etica e rispettosa delle leggi“.
L’imprenditore ha quindi ricordato di essere stato “molto invidiato e osteggiato” per i successi ottenuti sia nel lavoro che nello sport, sostenendo di aver pagato anche con “pesanti minacce“, come l’apposizione di animali morti davanti ai suoi uffici e all’ingresso della Procura di via Mentessi “da parte di ignoti”. Ha ammesso inoltre di aver talvolta preso “decisioni sbagliate“, ma ha negato con decisione di aver “mai agito con l’intento contestato dalla pubblica accusa”.
Prima di concludere le proprie repliche e lasciare il tribunale, l’imputato (difeso dagli avvocati Gian Luigi Pieraccini e Andrea Zarbo) ha infine richiamato un parallelismo tra la vicenda processuale Carife bis – per la quale proprio il pm Stefano Longhi aveva chiesto e ottenuto l’archiviazione degli indagati – con l’auspicio che quegli stessi principi potessero essere applicati anche alla propria condotta, senza però alla fine riuscire a convincere il collegio giudicante che, poche ore dopo, lo ha condannato in primo grado a sette anni di carcere.
Per ora bocche cucite da parte della difesa. “L’ingegner Mascellani, e con lui anche noi, – fanno sapere i legali – preferisce attendere di leggere il dispositivo scritto e le motivazioni della sentenza prima di rilasciare dichiarazioni. Riteniamo che le sentenze vadano impugnate, non commentate“.
Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni.
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