Salute
7 Settembre 2025
Uno studio per dimostrare come un programma personalizzato di attività fisica e supporto nutrizionale riduce il rischio di nuovi ricoveri per cause cardiovascolari in pazienti over 65

Infarto miocardio. Ridotto il rischio ricovero con il progetto Pipeline coordinato da Cona

di Redazione | 5 min

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Un progetto dedicato alla prevenzione secondaria dopo l’infarto miocardico acuto per i pazienti anziani e fragili emerge dalla ricerca PIpELINe Trial, coordinata dall’Unità Operativa di Cardiologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, diretta dal prof. Gabriele Guardigli.

Lo studio multicentrico, i cui risultati sono stati presentati tra le Late Breaking Science al Congresso Europeo di Cardiologia ESC (Madrid 28 agosto – 1 settembre 2025) e in contemporanea pubblicati sulla prestigiosa rivista New England Journal of Medicine, ha dimostrato una riduzione del 43% del rischio di nuovi ricoveri per cause cardiovascolari in pazienti over 65 che hanno seguito un programma personalizzato di attività fisica e supporto nutrizionale. Questo importante traguardo, frutto di una collaborazione strategica tra alcuni centri di Medicina dello Sport e Cardiologia della regione Emilia-Romagna, evidenzia l’efficacia di un modello di intervento su misura per migliorare la salute e l’autonomia di una popolazione di pazienti in costante crescita.

Contesto e obiettivi dello studio. L’aumento dell’aspettativa di vita ha portato ad un incremento dell’età media dei pazienti colpiti da infarto miocardico. Questa categoria di pazienti, spesso caratterizzata da fragilità e patologie concomitanti, presenta un maggior rischio di eventi avversi, ridotta autonomia funzionale e performance fisica dopo un evento acuto. I programmi di riabilitazione cardiologica tradizionali hanno mostrato limiti di applicazione in questo contesto. Lo studio PIpELINe (acronimo per l’inglese Physical Activity Intervention in Elderly Patients with Myocardial Infarction) è stato concepito per affrontare questa problematica, valutando l’effetto di un programma di attività fisica precoce e individualizzato sulla mortalità cardiovascolare e le riospedalizzazioni per cause cardiovascolari.

Il disegno e i partecipanti. PIpELINe è uno studio prospettico, randomizzato e multicentrico, che ha coinvolto sette centri pubblici dell’Emilia-Romagna. Sono stati arruolati 512 pazienti con età superiore ai 65 anni, ricoverati per infarto miocardico acuto trattato con angioplastica percutanea, e selezionati sulla base di una moderata riduzione della performance fisica valutata tramite la Short Physical Performance Battery (SPPB) a un mese dalla dimissione. La scala SPPB è stata scelta in collaborazione con i geriatri dell’ospedale di Cona (prof. Stefano Volpato) proprio per la sua capacità di selezionare rapidamente i pazienti che potevano trarre il maggiore beneficio dall’intervento. La popolazione studiata presentava un’età media di 77 anni, con il 33% di sesso femminile e una significativa presenza di comorbidità come diabete e vasculopatia periferica. Nella provincia di Ferrara sono stati arruolati quasi il 50% del campione presso la Cardiologia, il Centro Studi Biomedici applicati allo Sport dell’Università di Ferrara (prof Giovanni Grazzi e prof Gianni Mazzoni) e la Cardiologia Riabilitativa dell’Ospedale del Delta dell’AUSL di Ferrara (dottt. Giovanni Pasanisi).

L’intervento sperimentale. I pazienti sono stati randomizzati in due gruppi: un gruppo sperimentale e un gruppo di controllo. Il gruppo sperimentale ha intrapreso un programma di attività fisica adattata alle proprie capacità, composto da sei sessioni supervisionate da un Medico di Medicina dello Sport, da un Chinesiologo e da un infermiere che prevedevano la valutazione della funzionalità cardiocircolatoria mediante un test di cammino e della funzionalità muscolo-scheletrica con successive raccomandazioni per ripetere a domicilio in autonomia gli stessi esercizi. A questo si sono associati suggerimenti dietetici personalizzati e un attento controllo dei fattori di rischio cardiologici. I pazienti sono stati dimessi precocemente e seguiti con un follow-up ambulatoriale intensivo, che includeva test ed esercizi supervisionati e indicazioni per l’attività fisica domiciliare. Il gruppo di controllo ha ricevuto raccomandazioni sull’importanza di un adeguato stile di vita, incluso lo svolgimento di attività fisica.

Risultati e impatto. I risultati, ad un anno dell’inizio del programma, hanno mostrato una riduzione del 43% del rischio di eventi cardiovascolari nel gruppo sperimentale rispetto al gruppo di controllo. In particolare si è registrata una diminuzione dei ricoveri per scompenso cardiaco e un miglioramento significativo della qualità della vita e della capacità funzionale dei pazienti. Lo studio è stato finanziato dal Ministero della Salute e dalla Regione Emilia-Romagna, confermando l’importanza della ricerca pubblica nel migliorare la salute dei cittadini.

“I risultati dello studio PIpELINe – mette in evidenza il prof. Gianluca Campo, referente dello studio insieme alla dott.ssa Elisabetta Tonet che ha presentato i dati al congresso ESC – sono un punto di svolta per la gestione dei pazienti anziani dopo un infarto. Già nel 2023 lo studio FIRE, sempre coordinato dalla nostra Cardiologia e pubblicato sul NEJM, aveva dimostrato il beneficio di una rivascolarizzazione completa con angioplastica nei pazienti anziani con infarto. Lo studio PIpELINe chiude il cerchio. Abbiamo dimostrato che un percorso ri-educativo personalizzato e integrato, che combina esercizio fisico adattato, supporto nutrizionale e controllo dei fattori di rischio, è non solo fattibile ma estremamente efficace nel ridurre le riospedalizzazioni e la mortalità cardiovascolare. Questo studio, che completa l’iter terapeutico di cui questi pazienti hanno bisogno, ci fornisce le basi per una riorganizzazione strategica della prevenzione secondaria, garantendo a un numero maggiore di pazienti anziani un percorso di cura che tenga conto delle loro specifiche esigenze e della loro fragilità”.

Prospettive future. I dati dello studio PIpELINe forniranno una solida base per la riorganizzazione delle strategie di prevenzione secondaria, al fine di garantire un percorso integrato di dieta, promozione dell’attività fisica e stretto controllo dei fattori di rischio cardiovascolari per il maggior numero possibile di pazienti anziani post-infarto. In questo percorso potranno essere coinvolte attivamente diverse figure professionali, le Case della Salute e le palestre. La Regione Emilia-Romagna e Ferrara sono antesignani nella promozione della salute attraverso l’attività fisica e questo studio suggella in maniera definitiva come questa sia la strada corretta da seguire. Il progetto rappresenta una pietra miliare per motivare tutti i pazienti ad aiutare il loro benessere non attraverso procedure o farmaci costosi, ma con economici, facili e salutari accorgimenti dietetici e esercizi fisici.

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