Politica
7 Settembre 2025
I Coordinamenti nazionali annunciano la mobilitazione immediata in difesa della Global Sumud Flotilla e del popolo palestinese in caso di attacco alla missione umanitaria

Usb: “Se toccano la Flotilla è sciopero generale”

di Redazione | 2 min

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I Coordinamenti nazionali di Usb (Unione Sindacale di Base), riuniti il 3 settembre in forma congiunta, hanno deliberato una scelta netta: “Se toccano la Flotilla è sciopero generale”. La decisione prevede la proclamazione di uno sciopero immediato qualora l’esercito israeliano attaccasse la Global Sumud Flotilla, impedendo agli aiuti umanitari di raggiungere la popolazione di Gaza.

Secondo l’organizzazione sindacale, la posizione nasce da una serie di motivazioni precise. In primo luogo, il fatto che “anche una iniziativa umanitaria, di sostegno a popolazioni martoriate e che vedono messa a rischio la loro sopravvivenza, venga interpretata dal governo di Israele come un atto terroristico” rappresenterebbe “l’ennesima insopportabile dimostrazione dello spregio che lo Stato di Israele nutre verso le leggi internazionali e le più elementari norme di convivenza umana”.

Usb critica anche il silenzio delle istituzioni italiane: “Il governo italiano non abbia sentito la necessità, finora, di prendere una posizione chiara di condanna del comportamento del governo israeliano e non abbia ancora fatto sapere come intende proteggere i nostri connazionali impegnati in questa coraggiosa iniziativa di pace”.

La protesta sindacale si innesta su un ampio consenso sociale. La Flotilla ha infatti incontrato “la larga e spontanea adesione popolare che l’iniziativa sta ricevendo in tutto il Paese” e il sostegno attivo di categorie come i portuali, già impegnati nell’interruzione dei traffici di armi. A questo si aggiunge “lo sdegno diffusosi nei confronti degli atti criminali commessi ogni giorno contro la popolazione civile da parte dell’esercito israeliano”.

Per l’Usb, “vedere che migliaia di bambini vengono trucidati sistematicamente, che si bombardano gli ospedali, che si impedisce l’afflusso degli aiuti e che si procede, rivendicandolo per bocca dei più alti esponenti del governo israeliano, alla eliminazione sistematica di un intero popolo” segna il superamento di ogni limite sopportabile.

Da qui la decisione: raccogliere la proposta lanciata dal porto di Genova di “bloccare le attività, tutte le attività, se attaccheranno il simbolo della dignità dei popoli, la più grande iniziativa umanitaria mai realizzata”.

Intanto, continuano le consultazioni con altre organizzazioni sindacali internazionali, anche in vista delle mobilitazioni promosse dalla Federazione Sindacale Mondiale (16-21 settembre) e dalla Federazione mondiale dei trasporti (8 settembre), entrambe a sostegno del popolo palestinese.

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