Cronaca
26 Agosto 2025
Il gip sottolinea anche "una lunga serie di corruzioni, proprie e improprie, nonché di falsi in atto pubblico"

Mazzette alla Motorizzazione. La sentenza: “Rilevantissimo numero di reati”

di Pietro Perelli | 7 min

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Sei anni a Cesare Franchi, ma anche 15.480 euro di ammenda come riparazione pecuniaria da versare alla Motorizzazione Civile di Ferrara. È “il prezzo della corruzione”, come si legge nelle motivazioni della sentenza sulle “mazzette alla Motorizzazione”. Per Alessandro Caselli e Cesare Barca, condannati rispettivamente a 4 anni e un mese e 4 anni, l’ammenda pecuniaria stabilita dal giudice come riparazione nei confronti della Motorizzazione Civile di Ferrara è più bassa, 850 euro il primo e 3mila euro il secondo.

Sei anni a Cesare Franchi, ma anche 15.480 euro di ammenda come riparazione pecuniaria da versare alla Motorizzazione Civile di Ferrara. È “il prezzo della corruzione”, come si legge nelle motivazioni della sentenza sulle “mazzette alla Motorizzazioni”. Per Alessandro Caselli e Cesare Barca, condannati rispettivamente a 4 anni e un mese e 4 anni, l’ammenda pecuniaria stabilita dal giudice come riparazione nei confronti della Motorizzazione Civile di Ferrara è più bassa, 850 euro il primo e 3mila euro il secondo.

Tanto si evince dalla sentenza pronunciata lo scorso 10 gennaio dal gip Danilo Russo del Tribunale di Ferrara quando il tribunale, oltre che nei confronti dei tre principali imputati si era espresso su altri 34 che avevano chiesto il rito abbreviato.

“Franchi – scrive il gip – come visto risponde di un numero davvero impressionante di reati circostanza che attesta una spiccata capacità a delinquere del reo in grado di commettere illeciti quasi con cadenza giornaliera ad anche più volte nell’arco della stessa giornata”. Avrebbe inoltre dimostrato “di essere particolarmente a suo agio nel sistema corruttivo” ricostruito dagli inquirenti. Un sistema “gestito con innegabile spregiudicatezza”. Non si sarebbe infatti “limitato ad instaurare un rapporto privilegiato con l’intermediario Barca”, si sarebbe invece “spinto ben oltre arrivando ad offrire i suoi servizi ad un pubblico decisamente più vasto”.

Barca invece avrebbe “ben saputo sfruttare l’avidità dei pubblici funzionari al fine di avere un vantaggio competitivo per l’attività svolta con la All Service”. Un sistema, dice il giudice, “ben rodato” e risalente a “tempo addietro”, “un vero e proprio sistema corruttivo che come tale merita di essere apprezzato”.

Tra gli episodi più gravi imputati a Caselli risulta quello in falso in atto pubblico poiché avrebbe autorizzato la circolazione di un mezzo in condizioni non adeguate. Caselli avrebbe “dato dimostrazione di fare uno spregiudicato utilizzo delle pubbliche funzioni ricoperte commettendo plurime violazioni di legge”.

Cesare Franchi, ingegnere della Motorizzazione Civile, secondo il castello accusatorio della Procura di Ferrara che ha portato alla sentenza di condanna in rito abbreviato, avrebbe orchestrato un giro di mazzette per attestare false revisioni insieme al collega Edoardo Caselli. Alessandro Barca, titolare della ‘All Service Srl’ avrebbe invece fatto da intermediario tra le società di autotrasporto e i due funzionari dell’ente di via Canapa.

Il gip, nelle motivazioni, ha sottolineato il “rilevantissimo numero di reati contro la pubblica amministrazione” al quale ci si trova di fronte, ma anche “una lunga serie di corruzioni, proprie ed improprie, nonché di falsi in atto pubblico”, tutti commessi tra la fine del 2018 e il maggio del 2019.

Oltre ai tre già citati imputati principali, sono molte le persone coinvolte nel procedimento. Ad avere chiesto il rito abbreviato erano sati in 34 e di questi in 17 sono stati assolti, uno è deceduto e i restanti 16 hanno avuto pene che partono da un anno per arrivare fino a 3 anni e 4 mesi. La sentenza era arrivata sempre lo scoro 10 gennaio per chi aveva scelto il patteggiamento, 17 in tutto, che avevano ricevuto pene che vanno da 1 anno a 3 anni e 6 mesi. Ventuno infine gli imputati che non avevano chiesto un rito premiale, per sei di questi è stato pronunciato dal giudice il non luogo a procedere mentre per i restanti si proseguirà con il rito ordinario.

A scoperchiare la vicenda un’indagine della Guardia di Finanza coordinata dal pm Andrea Maggioni nella quale sono stati 239 gli indagati totali tra cui 123 archiviati. Una maxi operazione denominata Ghost Inspections iniziata nell’ottobre del 2020 nel corso della quale erano state sequestrate 358 carte di circolazione (molte restituite dopo l’esecuzione delle revisioni). Di queste un centinaio erano entrate nel fascicolo del sostituto procuratore, e per 168 veicoli era stata effettuata una revisione straordinaria come accertamento tecnico irripetibile.

Non particolarmente soddisfatto delle motivazione l’avvocato di Edoardo Caselli Ciriaco Minichiello che annuncia il ricorso in appello parlando di motivazioni non “particolarmente coraggiose”. L’avvocato non si è trovato d’accordo, tra altre cose, con la scelta di non riconoscere le attenuanti generiche: “lavoreremo in appello per ottenerle”. sentenza pronunciata lo scorso 10 gennaio dal gip Danilo Russo del Tribunale di Ferrara quando oltre ai tre principali imputati si era espresso su altri 34 che avevano chiesto il rito abbreviato.

“Franchi – scrive il gip – come visto risponde di un numero davvero impressionante di reati circostanza che attesta una spiccata capacità a delinquere del reo in grado di commettere illeciti quasi con cadenza giornaliera ad anche più volte nell’arco della stessa giornata”. Avrebbe inoltre dimostrato “di essere particolarmente a suo agio nel sistema corruttivo” ricostruito dagli inquirenti. Un sistema “gestito con innegabile spregiudicatezza”. Non si sarebbe infatti “limitato ad instaurare un rapporto privilegiato con l’intermediario Barca”, si sarebbe invece “spinto ben oltre arrivando ad offrire i suoi servizi ad un pubblico decisamente più vasto”.

Barca invece avrebbe “ben saputo sfruttare l’avidità dei pubblici funzionari al fine di avere un vantaggio competitivo per l’attività svolta con la All Service”. Un sistema, dice il giudice, “ben rodato” e risalente a “tempo addietro”, “un vero e proprio sistema corruttivo che come tale merita di essere apprezzato”.

Tra gli episodi più gravi imputati a Caselli risulta quello in falso in atto pubblico poiché avrebbe autorizzato la circolazione di un mezzo in condizioni non adeguate. Casello avrebbe “dato dimostrazione di fare uno spregiudicato utilizzo delle pubbliche funzioni ricoperte commettendo plurime violazioni di legge”.

Cesare Franchi, ingegnere della Motorizzazione Civile, secondo il castello accusatorio della Procura di Ferrara che ha portato alla sentenza di condanna in rito abbreviato davanti al gip Russo, avrebbe orchestrato un giro di mazzette per attestare false revisioni insieme al collega Edoardo Caselli. Alessandro Barca, titolare della ‘All Service Srl’ avrebbe invece fatto da intermediario tra le società di autotrasporto e i due funzionari dell’ente di via Canapa.

Il gip, nelle motivazioni, ha sottolineato il “rilevantissimo numero di reati contro la pubblica amministrazione” al quale ci si trova di fronte, ma anche “una lunga serie di corruzioni, proprie ed improprie, nonché di falsi in atto pubblico”, tutti commessi tra la fine del 2018 e il maggio del 2019.

Oltre ai tre già citati sono molte le persone coinvolte nel procedimento. Ad avere chiesto il rito abbreviato erano sati in 34 e di questi in 17 sono stati assolti, uno è deceduto e i restanti 16 hanno avuto pene che partono da un anno per arrivare fino a 3 anni e 4 mesi. La sentenza era arrivata sempre lo scoro 10 gennaio come per chi aveva scelto il patteggiamento, 17 in tutto, che avevano ricevuto pene che vanno da 1 anno a 3 anni e 6 mesi. Ventuno infine gli imputati che non avevano chiesto un rito premiale, per sei di questi è stato pronunciato dal giudice il non luogo a procedere mentre per i restanti si proseguirà con il rito ordinario.

A scoperchiare la vicenda un’indagine della Guardia di Finanza coordinata dal pm Andrea Maggioni nella quale sono stati 239 gli indagati totali tra cui 123 archiviati. Una maxi operazione denominata Ghost Inspections iniziata nell’ottobre del 2020 nel corso della quale erano state sequestrate 358 carte di circolazione (molte restituite dopo l’esecuzione delle revisioni). Di queste un centinaio erano entrate nel fascicolo del sostituto procuratore, e per 168 veicoli era stata effettuata una revisione straordinaria come accertamento tecnico irripetibile.

Conferma l’anticipazione dello scorso gennaio Alberto Bova, avvocato di Cesare Franchi. Il difensore farà ricorso in appello anche per via di “una pena molto gravosa rispetto alle imputazione essendo il mio assistito reo confesso”.

Non particolarmente soddisfatto delle motivazione anche l’avvocato di Edoardo Caselli Ciriaco Minichiello. Anche lui annuncia, come peraltro già fatto al termine dell’udienza dello scorso 10 gennaio, il ricorso in appello parlando di motivazioni non “particolarmente coraggiose”. L’avvocato non si è trovato d’accordo, tra altre cose, con la scelta di non riconoscere le attenuanti generiche, “lavoreremo in appello per ottenerle”.

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