Faccio il sovversivo 2.0
9 Agosto 2025

Gli operai lavorano, i grandi manager guadagnano

di Faccio | 3 min

Leggi anche

Berco: dentro o fuori i cancelli, siamo sulla stessa barca

Come spiegare ai colleghi metalmeccanici che non dobbiamo fare una guerra contro chi difende i diritti dei lavoratori? Fino a che punto ci si può spingere pur di mantenere il proprio posticino di “potere”? Dipendenti che non scioperano pensando di essere salvi dai...

L’ennesima vertenza, l’ennesima lotta, sempre contro il profitto e contro il capitale

Che la classe operaia abbia una crisi esistenziale non lo dico io, è un dato di fatto. Basti pensare che per la vertenza del 2013, quando ancora i social non invadevano le nostre menti come adesso, una sera mi alzai da tavola per andare in una sede di partito a pochi passi da casa, presi la parola e dissi  che la nostra BERCO stava per affondare e che, secondo me, il pericolo di scontri sociali tra di noi era molto vicino

Avete mai provato?

Avete mai provato ad uscire di casa alle 22,00 e fare ritorno alle 6,00 della mattina dopo e non per fare serata, ma per andare al lavoro? Avete mai provato a partire di casa quando sta per cominciare un evento serale che vi interessa? Avete mai provato ad andare...

Nelle fabbriche, nei cantieri, nei magazzini e negli impianti industriali, ci sono operai che continuano ogni giorno ad aiutare l’economia reale.

Eppure, mentre lavorano con salari sottopagati, contratti instabili e prospettive insicure, ai vertici delle stesse aziende si moltiplicano stipendi milionari e profitti da capogiro.

È una forbice troppo ampia, un divario che negli anni si è allargato a dismisura.

Una differenza che fa più male che bene.

Negli anni passati il rapporto tra lo stipendio medio di un operaio e quello di un amministratore delegato era 20/1, oggi in alcune multinazionali ha superato il 300/1.

Significa che un manager può guadagnare in un giorno quello che un operaio guadagna in un anno.

Davvero non capisco il perché con i governi di sinistra non si sono risolti questi problemi, anzi forse lo so, forse non era sinistra.

Quelli che difendono questa disparità forse sono dei loro amici o peggio sognano un giorno di avere gli stessi guadagni, come si sogna di vincere alla lotteria…

“Il manager ha grandi responsabilità e rischia di più”.

Questo è vero, ma quanti degli aumenti e dei compensi sono realmente legati ai risultati reali di un’azienda?

E quanti sono figli di meccanismi egoistici dove sono sempre loro a decidere per se stessi?

Nel frattempo, gli operai devono fare i conti con l’aumento del costo della vita, con lavori fisicamente usuranti e con contratti precari.

Molti di noi non vedono crescere il proprio salario da anni.

Non è solo una questione economica, ma di dignità.

Questa forbice salariale non è solo una questione di giustizia, ma avrà sicuramente effetti negativi sulla società.

Se la diseguaglianza cresce, crescerà anche la sfiducia verso le istituzioni.

La classe media si arrabbia e intere generazioni si sentono escluse.

Servirebbe un patto sociale, ma sono paroloni che ormai non conosciamo nemmeno più…

Ridurre la forbice non significa danneggiare chi merita o ha le proprie giuste aspirazioni, ma stabilire un minimo di equilibrio.

E siamo sempre sul tema della tassazione, che dovrebbe essere più alta per chi percepisce maggiormente e più bassa per chi prende di meno.

Anche per quel che riguarda la voce dei lavoratori nei consigli di amministrazione non ci siamo per niente, tutte le aziende dicono di essere una grande famiglia, ma in una famiglia funziona diversamente, lo dico perché ne faccio parte nella vita.

Ed infine sarebbe necessaria un po’ più di trasparenza salariale con delle regole legate ai veri risultati comuni.

Non possiamo immaginare un futuro giusto se c’è un divario così grande tra chi lavora con le mani e chi guarda come vanno i grafici firmando bilanci.

A mio avviso si rischia una frattura insanabile.

È tempo di ridare dignità, voce e giusto salario a chi ogni giorno tiene in piedi questo Paese.

Grazie per aver letto questo articolo...

Da 20 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com