La Spal Srl è fallita. La decisione del tribunale di Ferrara è arrivata molto velocemente – poco dopo le 13 di mercoledì 6 agosto – a nemmeno tre ore dall’udienza fissata in mattinata dal giudice Anna Ghedini. Per una (nuova) Spal che nasce seppur sotto il nome di Ars et Labor Ferrara, ce n’è dunque un’altra che affronterà una complessa procedura giudiziaria, dopo la mancata iscrizione al campionato di Serie C e la scomparsa dei colori biancazzurri dal mondo del calcio professionistico avvenuta esattamente due mesi fa.
Ora la Spal Srl – su ordine del tribunale – entro tre giorni dovrà depositare i bilanci e le scritture contabili e fiscali obbligatorie, i libri sociali, le dichiarazioni dei redditi, Irap e Iva dei tre esercizi precedenti, nonché l’elenco dei creditori. Contestualmente è stato nominato come commissario liquidatore Aristide Pincelli.

da sinistra: Luca Pozzoni e gli avvocati Filippo Sabbatani, Gianni Ricciuti e Matteo Pancaldi
La decisione, come anticipato, è stata assunta circa tre ore dopo l’udienza indetta per valutare l’esistenza o meno dei presupposti per dichiarare appunto l’apertura della liquidazione giudiziale della vecchia società. In aula erano assenti i rappresentanti della Srl, mentre sono state cinque in tutto le istanze di liquidazione giudiziale depositate in tribunale di Ferrara per un totale di circa settanta creditori e una situazione debitoria che ammonterebbe a oltre 10 milioni di euro.
La più rilevante, se letta in termini economici e giuridici, è stata presentata dalla pm Isabella Cavallari della Procura di Ferrara, dopo il presunto mancato versamento di imposte all’Agenzia delle Entrate – da parte della Spal Srl – per circa 8,5 milioni di euro, relativi al triennio 2022-2024, di cui quasi 7 milioni euro di debiti tributari e circa 1,5 milioni di debiti previdenziali, che vanno a sommarsi a una situazione economico-finanziaria complessivamente delicata.
La seconda istanza arriva invece da parte degli ex calciatori della vecchia Spal, rappresentati dall’Aic per tramite dell’avvocato Alessio Piscini, oggi sostituito in aula al collega Filippo Sabbatani, che avanzano crediti sportivi pari oltre a 1,2 milioni di euro relativi a tre mensilità di stipendi non corrisposte.
A loro si aggiungono poi quelle presentate dal collegio sindacale della Spal Srl e quelle avanzate da 37 ex dipendenti.
Quest’ultimi sono divisi in due gruppi distinti: una parte è assistita dagli avvocati Matteo Pancaldi e Massimo Sgarbi (per un ammontare complessivo di 135.000 euro) e un’altra dall’avvocato Gianni Ricciuti, che ha presentato un’ulteriore istanza da 30.000 euro, assistendo tra gli altri Luca Pozzoni – già figura della vecchia Spal e attuale team manager, Supporters Liaison Officer e responsabile organizzativo della nuova Ars et Labor Ferrara – unico tra i creditori presente fisicamente in aula durante l’udienza di mercoledì mattina.
Un’udienza in cui tutti i creditori hanno ovviamente aderito all’istanza per far dichiarare la liquidazione giudiziale della Spal Srl, che – tra il 2024 e il 2025 – era tra l’altro già stata oggetto di pignoramenti da parte di fornitori. A rivelare il retroscena è stato l’avvocato Matteo Pancaldi. Non è stato specificato quali beni siano stati portati via e per quale ammontare, ma il legale che assiste alcuni dei dipendenti ha parlato della presenza di due pagine di decreti ingiuntivi.

Luca Pozzoni con l’avvocato Gianni Ricciuti
Il procedimento tornerà in aula l’11 dicembre alle ore 10, quando la giudice Anna Ghedini procederà all’esame dello stato passivo della società. Entro trenta giorni prima di quella data, eventuali altri creditori potranno presentare le loro domande di insinuazione.
In questi mesi inoltre la Procura di Ferrara valuterà eventualmente se e quali iniziative intraprendere sotto l’aspetto penale, dopo il sopralluogo della Guardia di Finanza al centro sportivo di via Copparo finalizzato al sequestro di documenti contabili e amministrativi e l’apertura di un’indagine conoscitiva senza iscritti né ipotesi di reato.
Parole di soddisfazione arrivano dagli avvocati Matteo Pancaldi e Massimo Sgarbi che, dopo la notizia dell’apertura di liquidazione giudiziale, affermano: “Siamo molto soddisfatti per i dipendenti, finalmente potremo cercare di recuperare le loro retribuzioni mancate con tutte le procedure previste dalla legge, tra cui l’accesso al fondo di garanzia Inps. Aspettiamo inoltre le decisioni del curatore per quanto riguarda l’Accademia Spal che ha altri dipendenti che devono recuperare le loro spettanze”.
Più diretto l’avvocato Gianni Ricciuti: “Era prevedibile che l’istanza venisse accolta. Ora aspettiamo di conoscere le determinazioni del curatore, nella speranza di recuperare almeno in parte quanto spetta ai miei assistiti. Al tempo stesso, seguiremo con attenzione gli sviluppi sul fronte penale: il curatore dovrà accertare l’eventuale presenza di atti colposi o dolosi, in particolare distrazioni di denaro a danno dei creditori. In tal caso, si potrebbe configurare un’ipotesi di bancarotta fraudolenta, un reato molto grave che prevede pene da uno a dieci anni di reclusione“.
Ricciuti non nasconde l’amarezza per un copione che sembra aver già visto: “Tredici anni fa, con la fine della Spal 1907 dell’allora presidente Cesare Butelli, ci trovavamo davanti allo stesso tribunale a parlare di fallimento. Oggi stiamo ripetendo le stesse cose. È sconfortante vedere come, ancora una volta, non si sia imparato nulla dagli errori del passato. E adesso, inevitabilmente, la posizione dell’avvocato Joe Tacopina rischia di diventare una delle più spinose”.
A fargli eco è l’avvocato Filippo Sabbatani: “Siamo contenti per l’apertura della procedura, anche se la vera preoccupazione è quanto riuscirà a recuperare il curatore. I beni all’attivo sono pochi, e i crediti superano di gran lunga il valore di quanto potrà essere messo all’asta. I calciatori non percepiscono lo stipendio da marzo 2025, ma a differenza dei dipendenti godono di garanzie previste dalla Federcalcio, quindi ipotizzo che parte di quelle somme potrà essere recuperata per altre vie. Per i lavoratori invece temo che ci sia ben poco da recuperare. L’apertura della procedura era un atto dovuto da parte del tribunale, ma dubito che i creditori possano dirsi soddisfatti, anche solo parzialmente”.
Infine, Sabbatani lancia un appello da ferrarese e tifoso biancazzurro: “L’unica speranza concreta è la vendita del marchio, che potrebbe fruttare alcune centinaia di migliaia di euro. Ma rispetto al debito accumulato, è davvero poca cosa. Ora mi auguro che il nuovo proprietario della Ars et Labor possa acquistarlo all’asta e ridare alla squadra il nome che le appartiene: Spal“. Una speranza condivisa anche dall’avvocato Ricciuti, nonostante comunque l’apprezzamento per “il nome suggestivo” scelto per la nuova società.
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