Baraldi: “Una riflessione politica su cosa significa rigenerazione urbana””
L'inchiesta sull'urbanistica a Milano arriva anche a Ferrara con una riflessione politica che Ilaria Baraldi (Pd) propone al suo partito e non solo
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Un ritmo costante si diffonde tra i viali alberati di Ferrara. Sono le casse di un dj a bordo di un tuktuk a pedali a guidare i passi del corteo che ieri ha ricordato Federico Aldrovandi, a vent'anni dalla sua morte. Una sound parade, una festa collettiva come l'ha definita il Comitato Federico Aldrovandi 2005-2025 che l'ha organizzata, pensata per celebrare quello che sarebbe stato il suo 38esimo compleanno
Ventisei pagine di motivazioni in cui - tra i vari passaggi - viene ribadita la "forza intimidatrice" dei membri del cult Vikings/Arobaga finiti a processo per la vicenda della mafia nigeriana che regnava sulla Gad. Sono quelle pubblicate dalla Corte di Cassazione
Nel primo pomeriggio di ieri i carabinieri hanno svolto dei controlli presso una sala da gioco e scommesse della città, individuando tra gli avventori un 17enne residente in una provincia limitrofa, impegnato a giocare alle slot machine
Il Comune di Ferrara traccia già un bilancio semestrale dell'attività di contrasto allo spaccio e al consumo di sostanze stupefacenti condotta dalla Polizia Locale nei primi sei mesi del 2025
Perché il direttore di Estense.com, Marco Zavagli, querelato dal sindaco di Ferrara Alan Fabbri per l’editoriale sui costi della propaganda è stato assolto con formula piena? Perché ha detto la verità.
Le motivazioni del giudice Giuseppe Palasciano (l’unico che, nel corso dei quattro anni di durata del processo è stato chiamato a esprimersi sul merito – cioè sulla sostanza – della vicenda) spiegano passo per passo come il giornalista, nel redigere l’articolo datato 23 ottobre 2020, si sia avvalso del “legittimo esercizio del diritto di critica, sacrosanto in un ordinamento democratico che tutela come valore fondamentale la libertà di espressione”.
Nella sua denuncia Fabbri sosteneva che Zavagli, “affermando in modo generico – riferendosi all’attività svolta dall’amministrazione comunale di Ferrara ed in particolare dal sindaco Alan Fabbri – che trattasi di «un’industria che produce fake news, che banna normali cittadini, che si appropria di meriti altrui con allegra noncuranza», in tal modo evocando, nel lettore, l’immagine di una massiva (industriale) azione di distorsione della verità o creazione di ‘false verità’ a fini (verosimilmente) politici, posta in essere con lo scopo di manipolare l’opinione pubblica, facendo prevalere sulle esigenze della cittadinanza quelle di captazione del consenso, ledeva la reputazione di Alan Fabbri, sindaco di Ferrara”.
Le motivazioni, così come il processo concluso e come le testimonianze rese e i documenti prodotti in tribunale, spiegano la veridicità di quanto affermato in ogni lembo dello scritto.
L’articolo del direttore, nel porre in evidenza quelle che considera le lacune delle amministrazioni Fabbri (Bondeno prima e Ferrara poi), partiva dai quattro squilibri di bilancio avuti a Bondeno dal 2010. Squilibri, rimarca il giudice, che “ci sono effettivamente stati”.
La stessa testimone a favore di Fabbri, Sabrina Cavallini, dirigente del servizio finanziario del Comune di Bondeno, aveva riconosciuto in aula che nel corso di quattro assemblee del consiglio comunale di Bondeno era stata deliberata l’applicazione dell’avanzo di amministrazione dell’esercizio precedente per evitare una situazione di dissesto alla fine dell’anno.
Sul punto è dovere di cronaca evidenziare che i complessi meccanismi della contabilità pubblica sfuggono spesso alla comprensione dei non addetti ai lavori. E qui il giudice scrive che “non potendo pretendersi dal giornalista di riportare né di informarsi circa la concreta operatività della contabilità pubblica, il dato che qui rileva è che Zavagli ha voluto manifestare del tutto legittimamente il proprio dissenso e disappunto riguardo alla capacità di amministrare da parte del sindaco Fabbri, ritenendo, secondo il suo personale punto di vista che andare per quattro anni consecutivi in squilibrio di bilancio – circostanza, giova ripeterlo, effettivamente verificatasi – non sia in linea con i parametri della corretta gestione della cosa pubblica”.
Arnaldo Aleotti, teste della difesa, anch’egli sentito in tribunale, criticava questa procedura seguita da Fabbri perché in particolare nell’anno 2010 l’amministrazione guidata da Fabbri aveva speso di più in parte corrente.
Un modo per dire che, “al fine di ripianare e prevenire il dissesto, il ragioniere (del Comune di Bondeno, ndr) aveva consigliato di fare delle variazioni, degli assestamenti di bilancio, e in tal modo il Comune aveva rinunciato a delle opere che avrebbero manifestato la loro utilità negli anni futuri al fine di coprire spese che Aleotti riteneva futili”, come quelle per sagre e fiere.
Un modo di amministrare che sempre Aleotti riteneva inadeguato, tanto che tali modalità non si erano verificate solo in una annualità, ma era la prassi normale, dal 2012 al 2014.
Venendo ai fondi per il terremoto (“a fronte della disponibilità di 10 milioni di euro ne sono stati utilizzati solo 400mila”), il giudice conferma che il direttore “ha riportato una informazione che – sebbene non del tutto precisa – appare veritiera nel suo contenuto fattuale di base. È vero che una maggiore diligenza avrebbe richiesto che il giornalista si informasse circa il meccanismo sotteso all’impiego di quei fondi, ma ciò non significa che abbia riportato una notizia falsa, inesistente o abbia stravolto la verità dei fatti poiché il dato riportato è assolutamente veritiero e risultava da documenti pubblici liberamente accessibili da chiunque”.
Quanto ai dati sul turismo, “non può neanche parlarsi di contenuto diffamatorio della notizia, di lesione dell’onore o della reputazione avendo, da un lato, il sindaco riportato il dato che aveva appreso dalle proprie fonti istituzionali, dall’altro il giornalista legittimamente contestato tale dato basandosi su ulteriori fonti documentali a sua disposizione che smentivano a livello statistico quanto riportato dal sindaco”.
In tema di “fake news” (per rimanere nei termini dell’editoriale), il giudice – data la enormità della bufala – non si sofferma nemmeno della Ferrara citata dal Times per la bontà delle azioni amministrative tese a migliorare l’impatto universitario sul tessuto sociale, cosa mai avvenuta e – dopo esser stata sbugiardata – mai rettificata.
Confermati (anche se per difetto, essendo la cifra superiore) i 600mila euro spesi allora in incarichi fiduciari e per la comunicazione (oggi anche aumentati). Una spesa considerata eccessiva dall’estensore dell’articolo e che poteva essere utilizzata per altro: “si tratta – secondo il tribunale – del legittimo esercizio del diritto di critica, sacrosanto in un ordinamento democratico che tutela come valore fondamentale la libertà di espressione”.
Incarichi fiduciari tra l’altro che, come spiegato da Luca Greco, all’epoca dirigente della Fp Cgil, “erano tutti retribuiti con compensi di molto superiori a quelli destinati ai dipendenti pubblici della categoria”. Il sindacalista si rammaricava del fatto che il Comune non avesse “destinato quelle risorse alle assunzioni legate ai servizi”.
Altro punto di rilievo (l’accusa di “appropriarsi di meriti altrui con allegra noncuranza”) è quello chiarito nel corso del dibattimento da Davide Tumiati, ex dirigente comunale che aveva seguito diversi progetti delle amministrazioni comunali che si sono susseguite negli ultimi anni, dal 2004 al 2019, come la riconversione del Palaspecchi o il comparto della nuova Darsena.
Tumiati, mai smentito, spiegava che i lavori, “proprio per la loro complessità – ricostruisce Palasciano – erano stati eseguiti nel corso del mandato del sindaco Fabbri anche se la giunta precedente aveva già predisposto i relativi progetti esecutivi, la fase di progettazione era già conclusa e avevano ottenuto i finanziamenti”. Mancava, insomma, solo il taglio del nastro.
In conclusione, spiegano le motivazioni della sentenza, “il giornalista ha rispettato il nucleo fattuale sotteso ad ognuna delle notizie riportate, senza operare alcun tipo di stravolgimento o manipolazione dei fatti, fornendo al lettore notizie veritiere che hanno trovato rispondenza all’interno dei documenti prodotti e delle dichiarazioni rese dai testi escussi”.
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