Lagosanto. Un anfiteatro illuminato unicamente da torce e candele accese per fare luce su uno dei momenti più bui della storia che stiamo vivendo. E’ successo venerdì sera a Lagosanto con il flashmob, intenso e partecipato, promosso dalle sezioni Anpi di Codigoro, Comacchio, Goro, Mesola e Ostellato Fiscaglia.
L’Anpi ha voluto creare un momento di riflessione collettiva sulla necessità impellente di un cessate il fuoco e di un impegno concreto per la risoluzione pacifica dei conflitti. Al centro della discussione, la questione del genocidio in atto in Palestina, evidenziando le gravi violazioni dei diritti umani e la sofferenza della popolazione civile.
“L’Anpi, fedele ai suoi principi fondanti di libertà, giustizia e antifascismo, sente il dovere di alzare la voce in difesa dei popoli oppressi e contro ogni forma di violenza e prevaricazione”, ha dichiarato Daniela Fuschini (Anpi Ostellato).
Il flashmob di venerdì sera a Lagosanto è stato “un piccolo ma significativo passo per sensibilizzare la comunità sull’urgenza di agire per la pace e per non rimanere indifferenti di fronte alle tragedie che si stanno consumando, come il genocidio in Palestina e l’escalation di repressione in atto ora in Iran”, hanno sostenuto Carla Roin (Anpi Codigoro) e Ornella Farinelli (Anpi Comacchio). “Lottare per i diritti della Palestina e del suo popolo significa lottare per un mondo libero, significa lottare contro tutte le oppressioni, perché oggi siamo noi la Resistenza”, ha sottolineato Andrea Pambianchi nel suo appassionato intervento dove ha invitato i nostri
politici, spesso inadeguati, a trovare una chiave per uno sviluppo economico globale centrato sulle persone e non sul profitto.
Un momento particolarmente toccante è stato lo spazio finale dedicato alla lettura di poesie scritte da giovani autori palestinesi, promosso per dare voce alla resistenza e alla resilienza di un popolo che non smette di sognare la libertà in un mondo che troppo spesso invece preferisce voltare lo sguardo. Ed è proprio l’invito a contrastare l’indifferenza che rivolge Carlo Menegatti ai presenti, affidandosi alle parole di Antonio Gramsci: “Se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?”