Spal
2 Luglio 2025
Al momento non hanno ricevuto risposta dalla società di Joe Tacopina. Senza riscontri entro sette giorni, il prossimo passaggio è la richiesta di decreto ingiuntivo

Spal. Partite le prime diffide di pagamento dei dipendenti

di Davide Soattin | 2 min

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Mentre si attende l’autorizzazione che la Figc invierà al sindaco Alan Fabbri per la pubblicazione del bando necessario all’assegnazione del diritto di iscrizione di una nuova squadra al campionato di Eccellenza, alcuni dipendenti Spal hanno già inviato le prime diffide di pagamento alla società di Joe Tacopina.

Si tratta di addetti ai lavori e sportivi che ancora devono ricevere stipendi arretrati, assistiti dall’avvocato Gianni Ricciuti, legale già coinvolto nelle vicende del post-Butelli, che hanno deciso di muoversi sul finire della scorsa settimana.

Con le diffide inviate a mezzo pec – fa sapere l’avvocato – i dipendenti hanno chiesto di recuperare le loro spettanze, vale a dire gli stipendi arretrati, che per alcuni arrivano fino a quattro mensilità pregresse, il Trattamento di Fine Rapporto e anche il risarcimento danni per il modo improvviso – e senza preavviso – in cui è maturata ingloriosamente la fine sportiva della Spal a stelle e strisce.

Al momento, da parte della società ancora di proprietà dell’avvocato newyorkese non è arrivata alcuna risposta. Né in senso positivo, né in quello negativo.

I dipendenti attenderanno quindi il termine previsto dei sette giorni dall’invio delle loro diffide e – qualora non dovessero avere alcun riscontro entro quel termine, che scadrà questa settimana – procederanno con l’azione giudiziale e dunque la richiesta di decreto ingiuntivo per cercare di riavere quanto gli spetta.

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