Sostiene di aver avuto la possibilità di eliminare il filmato della ‘mattanza‘ col proprio cellulare, ma di non averlo fatto. Anzi, dietro il suggerimento di un amico arrivato al bar pochi minuti dopo la tragedia per fornirgli supporto, ha scaricato il video e lo ha consegnato spontaneamente ai carabinieri.
È la rivelazione che è arrivata ieri (giovedì 26 giugno) mattina durante l’ultima udienza del processo per l’omicidio del bar Big Town. A farla in aula – sentito nuovamente davanti alla Corte d’Assise del tribunale di Ferrara – è stato il 43enne Vito Mauro Di Gaetano, che oggi è alla sbarra – insieme al padre, il 70enne Giuseppe Di Gaetano – per l’omicidio aggravato del 42enne Davide Buzzi e il ferimento del 22enne Lorenzo Piccinini, avvenuti durante la tarda serata del 1° settembre 2023 all’interno del locale di via Bologna.
“Ero convinto che le immagini avrebbero dimostrato quello che eravamo stati costretti a subire quella serata, anche perché non avevo ben realizzato la gravità di quanto ero accaduto. Per me eravamo noi gli aggrediti, quelli che avevano avuto la possibilità di morire” ha riferito l’imputato, spiegando che fino alle 6 del mattino seguente l’omicidio, quello di sabato 2 settembre, gli inquirenti gli avevano lasciato il telefono cellulare, su cui era installata l’app collegata al sistema di videosorveglianza che era stato installato nel locale, con la possibilità di cancellare da remoto quanto era stato ripreso.
Un retroscena inedito che “in quattro interrogatori non era mai venuto fuori” ha detto perplessa la pm titolare del fascicolo di indagine Barbara Cavallo.
In udienza, Vito Mauro Di Gaetano non ha specificato a quale carabiniere avesse consegnato il filmato dell’orrore. Di sicuro non a Davide Bruni, luogotenente del Nucleo Operativo, che ha sottolineato come l’imputato gli avesse solamente mostrato l’app da cui poter accedere per scaricare il video, “ma non il video dell’aggressione, tant’è che io quel filmato lo vidi per la prima volta in un secondo momento, dopo che acquisimmo la scheda Sd che era presente nella telecamera di videosorveglianza“. Il carabiniere ha detto inoltre di non ricordare la presenza del video nella coppia forense del cellulare del 43enne.
Ora per far luce sulla rivelazione di Vito Mauro Di Gaetano, la Corte d’Assise del tribunale di Ferrara ha disposto che alla prossima udienza venga sentito l’amico che aveva suggerito a Di Gaetano di scaricare e consegnare il video, e di cui fino a ieri non si sapeva nulla, e che contestualmente venga disposta anche una perizia informatica sulla copia forense di tutti i dispositivi – tra cui il telefono cellulare – sequestrati all’imputato dagli inquirenti. A svolgerla sarà il perito Claudio Cesaro. Ma non solo, la Corte ha anche ordinato una perizia psichiatrica su padre e figlio con l’obiettivo di valutare la loro capacità di intendere e di volere di al momento del fatto. A ricevere l’incarico per effettuarla saranno lo psichiatra Renato Ariatti e lo psicologo Marco Samory.
Il processo tornerà in aula il 10 luglio.
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