Politica
25 Giugno 2025
Per Ilaria Baraldi (la Società della Ragione) "un segnale grave sullo stato dei diritti nei luoghi di detenzione"

Carcere e silenzi, al fianco del garante nazionale ‘costretto’ a dimettersi

di Redazione | 2 min

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La Società della Ragione esprime forte preoccupazione per le dimissioni dell’avvocato Michele Passione dal suo incarico di legale del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale.

Componente storico dell’associazione, l’avv. Passione ha svolto per oltre dieci anni un ruolo fondamentale nella difesa dei diritti delle persone detenute, rappresentando il Garante nei principali procedimenti giudiziari (tra cui quello sul caso Santa Maria Capua Vetere) e accompagnandolo come esperto nelle visite in carcere e in altri luoghi di detenzione, compresi quelli della detenzione amministrativa.

Come rileva il documento di solidarietà reso pubblico oggi dall’associazione, le sue dimissioni, motivate con chiarezza e rigore, denunciano un arretramento preoccupante dell’azione del Garante: drastica riduzione delle visite, fine delle ispezioni a sorpresa, mancato coinvolgimento di équipe multidisciplinari, assenza di vigilanza in contesti critici come i centri in Albania. A tutto questo si aggiunge la scomparsa della Relazione annuale al Parlamento, segnalata più volte dallo stesso Passione attraverso lettere rimaste senza risposta.

Questi segnali non possono essere interpretati come divergenze personali, ma come il sintomo di un cambiamento strutturale, che mette a rischio la funzione stessa del Garante quale presidio di legalità e rispetto dei diritti umani.

«Le carceri scoppiano, le fattispecie di reato proliferano, le risorse vengono spese per costruire costosissimi centri paradetentivi fuori dai confini nazionali mentre stanno a zero gli investimenti in prevenzione e recupero – dichiara Ilaria Baraldi, segretaria de La Società della Ragione. In questo quadro le dimissioni dell’avvocato Passione ci dicono che anche i pochi contrappesi a tutela delle persone private della libertà sono a rischio. Se lo stesso Garante Nazionale viene meno al suo compito di vigilanza e controllo dei diritti e della dignità di chi si trova in carcere o nei CPR significa che qualcosa di grave sta avvenendo e ciò non può essere tollerato. Chiediamo una presa di coscienza anche alle e ai parlamentari affinché l’ufficio del Garante Nazionale non diventi l’ennesima scatola vuota a danno delle persone private della libertà».

La Società della Ragione chiede che il Ministro della Giustizia Carlo Nordio riferisca con urgenza in Parlamento sulla vicenda. E annuncia che monitorerà con estrema attenzione le scelte che verranno compiute nei procedimenti in cui il Garante si è costituito parte civile, da Verona a Reggio Emilia, da Firenze Sollicciano a San Gimignano.

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