Dopo il parere favorevole della Commissione Giovani e scuola, le linee di indirizzo 2025-2027 per il diritto allo studio scolastico incassano il via libera anche dall’Assemblea legislativa. La Regione Emilia-Romagna conferma il suo impegno nella lotta alla dispersione scolastica (che continua a calare e che nel 2023 si è attestata sul 7,3%). Diminuiscono i cosiddetti “Neet”, giovani che non lavorano e non studiano, tra i 15 e i 29 anni di età, che oggi in Emilia-Romagna sono l’11% (l’obiettivo europeo è quello del 9% entro il 2030).
Fra gli strumenti adottati per ridurre il rischio di abbandono scolastico, figura la concessione di borse di studio a tutti gli aventi diritto, con copertura al 100% delle richieste. Nell’anno scolastico 2024/2025 l’importo unitario “base” delle borse di studio, finanziate con risorse statali e regionali, per gli studenti delle scuole superiori, è arrivato a 190 euro. Fra le misure attuate, figurano anche gli aiuti economici per i libri di testo, per il trasporto scolastico – confermato il progetto “Salta su” che consente agli studenti di viaggiare gratuitamente a bordo di bus e treni e del quale hanno beneficiato 200mila ragazzi nel 2023/2024 –, per la formazione professionale.
Altre priorità delineate riguardano l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità – per i quali gli investimenti sono stati potenziati, arrivando a 18 milioni di euro per il solo 2025 – e il contrasto alle povertà educative con il progetto “scuola aperta”, rivolto agli alunni delle scuole secondarie di primo grado, che prevede “la sperimentazione dell’estensione dell’orario scolastico, l’apertura pomeridiana, serale o estiva degli edifici scolastici come presìdi civici ed educativi nei territori, soprattutto quelli più fragili”. Proprio su “scuola aperta” l’assessora alla Scuola Isabella Conti ha chiarito che “si tratterà di un progetto nel quale investiremo molte risorse e che riguarderà non solo l’offerta di aiuto compiti ma anche altre attività integrative gratuite: perché il tempo che i ragazzi trascorrono in solitaria rischia di diventare tempo vuoto”. E ancora i centri estivi “che sono un antidoto alla solitudine e agli smartphone”, ha sottolineato l’assessora.
“Oggi siamo chiamati a rinnovare un impegno non solo politico ma anche etico – afferma Maria Costi (Pd) -, quello di garantire il diritto allo studio a tutte e a tutti senza distinzione. Rispetto al 2018 abbiamo ridotto il tasso di dispersione scolastica di 3,5 punti percentuali, superando il target europeo. Un risultato che ci rende orgogliosi ma che ci dice che non possiamo fermarci, perché ogni ragazzo e ogni ragazza che lascia la scuola prematuramente è una risorsa che si perde, un talento che rischia di spegnersi”.
Per Fabrizio Castellari (Pd) “il diritto allo studio è un pilastro della nostra democrazia”. “Alla garanzia di un’istruzione di qualità si aggiunge anche il tema dell’apprendimento per tutta la vita: perché l’istruzione è futuro, è coesione sociale, è progresso culturale. I punti di questo programma interpretano questa declinazione del diritto allo studio, che è il progetto di governo di questa Regione”.
Per Anna Fornili (Pd) “investire sui giovani è una sfida che dobbiamo cogliere”. “Il diritto allo studio è uno dei pilastri sui cui fondare la nostra azione, per una scuola che include, che investe, che dice ai ragazzi e alle ragazze: voi contate”, ha detto. “Sul tema della disabilità – ha ribadito Fornili – è importante che la regione continui a supportare gli enti locali nell’erogazione dei servizi e nei progetti di inclusione”.
Per Elena Ugolini (Rete civica) è importante “non dimenticare gli oltre 67 mila alunni iscritti alle scuole paritarie, perché nell’erogazione delle borse di studio non si tiene conto della retta che occorre pagare per questo tipo di scuola. Ci sono tante famiglie che vorrebbero optare per questa scelta, ma non riescono a pagare la retta. Credo che questo rappresenti un vulnus in una regione che vuole garantire inclusione”.
“Abbiamo assunto un impegno importante in questa legislatura – afferma Alice Parma (Pd) -, nella consapevolezza che la nostra regione è grande, non ci sono le stesse condizioni dappertutto ma dobbiamo garantire a tutti gli stessi diritti. Il supporto alle pluriclassi è importante, perché fa sì che ci sia ancora scuola nelle aree interne e dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione per tutelare il diritto di restare in queste aree”.
“Mi sarei aspettata politiche più innovative, ma molte misure sono una ripetizione di ciò che abbiamo visto nel passato”, afferma invece Valentina Castaldini (FI), che pone la questione delle borse di studio per gli studenti del triennio delle superiori legate a un Isee di poco più di 15mila euro. “Con un Isee così basso viene tagliato fuori tutto il ceto medio che oggettivamente ha più bisogno – precisa -. Stessa cosa per i contributi sui libri di testo, con un Isee da 0 a poco più di 10mila euro, un parametro con il quale è quasi impossibile fare richiesta”.
Per Alberto Ferrero (FdI) “la scuola è a tutti gli effetti cardine della società e ascensore sociale”. “I contributi sono utili a colmare i divari nella fase iniziale: ma la scuola non deve sacrificare il principio della selezione. Perché in quel caso non sarebbe più un ascensore sociale, ma andrebbe a livellare: e livellare verso il basso sarebbe una sconfitta per tutti”. Ferrero ha puntato l’attenzione anche sui centri estivi “il cui accesso non dovrebbe dipendere solo dall’Isee perché si rischia di penalizzare famiglie nelle quali entrambi i genitori lavorano”.
“Quando si parla di diritto allo studio si interviene direttamente sul benessere delle giovani generazioni – è il commento di Elena Carletti (Pd) -. Prendo le distanze dalla parola ‘selezione’, perché il percorso educativo deve essere il più possibile inclusivo e perché ogni giovane è portatore di un proprio talento che abbiamo il dovere di valorizzare. Questo programma va nella giusta direzione e noi lo sosterremo con convinzione”.
“Oggi stiamo approvando un atto molto importante – ha detto Simona Larghetti (AVS) -, soprattutto alla luce del contesto di grave difficoltà in cui si trova a operare chi vuole occuparsi di scuola. Sono più di vent’anni che i tagli alla scuola vengono presentati come efficientamento: ma il sistematico disinvestimento ha di fatto ridotto l’impatto educativo che la scuola ha nella nostra società. Io credo che invece la scuola debba apparire in tutta la sua forza, come presidio di prevenzione, di ascolto, di riscatto sociale. Mi auguro che la nostra capacità di azione come Regione contribuisca ad aumentare l’inclusione e le possibilità di ogni ragazzo e ragazza”.
Critica Marta Evangelisti (FdI) per la quale “in questo documento si dà grande spazio alle enunciazioni valoriali e anche un po’ ideologiche che poi non trovano collegamento con le misure concrete”. “C’è tanta autoreferenzialità – ha detto -, elenchi di progetti, ma mai una valutazione oggettiva sui risultati raggiunti o sulle criticità emerse. Si parla di un calo del numero dei beneficiari delle borse di studio, ma non si dice a cosa sia dovuto. Si presenta come un successo il medesimo stanziamento di risorse, ma non ci si chiede se questo calo possa essere il segnale di un’esclusione crescente. E non si affronta il nodo di questi contributi e della loro reale efficacia nel contrasto all’abbandono scolastico”.
Per Paolo Calvano (Pd) “con questo documento si vuole dare a tutti una comune base di partenza e le stesse opportunità. Abbiamo fatto scelte che non sono scontate e al tempo stesso innovative, come quella sul trasporto scolastico con il progetto ‘Salta su’. Stiamo lavorando per difendere e tutelare tutti questi servizi, per non lasciare soli Comuni e famiglie sul tema dell’inclusione degli alunni con disabilità e, anche in questo caso, la scelta di raddoppiare le risorse non è qualcosa di scontato”. Anche sul tema delle pluriclassi Calvano evidenzia quanto siano importanti per “scongiurare lo spopolamento irreversibile di quelle aree”.
Per Vincenzo Paldino (Civici con de Pascale) “è nostro dovere dare a ogni persona la possibilità di accedere a tutti i livelli dell’apprendimento scolastico e formativo”. “Il calo del tasso di dispersione scolastica e della percentuale dei Neet devono essere da stimolo per lavorare a una società sempre più giusta e inclusiva”, afferma.
“Apprezzo che la giunta si faccia carico, con risorse proprie, dei tagli nazionali – afferma Simona Lembi (Pd) -, rispondendo così ai bisogni dei nostri ragazzi. Assisto attonita, dall’altro lato, a questa recita della destra regionale che chiede più fondi per le scuole periferiche, per le scuole paritarie, per la disabilità, mentre il governo nazionale taglia sulla scuola”. Lembi critica anche le classi sovraffollate di 28-30 studenti e la situazione degli insegnanti “sempre più caricati di incombenze burocratiche e i cui stipendi sono fermi”. Immediata la replica di Fausto Gianella (FdI): “Non capisco questa voglia di continuare ad attaccare il governo centrale – ha detto -. I 28 alunni per classe non sono una scelta di questo governo e anche gli stipendi non sono certo fermi da ieri: vorremmo interventi costruttivi e non solo per colpire il governo nazionale”.
Per Lorenzo Casadei (M5s) “il diritto allo studio è una leva di giustizia sociale e di riduzione delle disuguaglianze”. “Questo documento mette in campo azioni concrete, dando strumenti alle famiglie per superare ostacoli economici, sociali e culturali”. “Nel contrasto alle povertà educative e all’abbandono scolastico è importante dare un segnale forte, stando al fianco degli studenti e garantendo loro sostegno psicologico”, sottolinea. Sul tema è stato presentato e approvato un ordine del giorno.
Giovanni Gordini (Civici con de Pascale) ha ricordato quanto sia importante “pianificare gli investimenti sul diritto allo studio in condizioni ‘normali’, laddove in altri luoghi del mondo ci sono drammi che stanno vivendo tante altre popolazioni”.
Al termine del dibattito, l’assessora Isabella Conti ha ribadito l’impegno della Regione “nel trovare le risorse per consolidare quanto realizzato negli anni precedenti, in una situazione di riduzione delle risorse trasferite dal livello centrale”, evidenziando i tre milioni aggiuntivi sui centri estivi e i sei milioni sul progetto ‘scuole aperte’. E’ stato inoltre approvato anche un ordine del giorno della coalizione di maggioranza, con il quale si chiede alla giunta regionale di sollecitare il Governo affinché riveda i criteri sul dimensionamento scolastico, criteri che produrranno in Emilia-Romagna, per l’anno 2026/2027, una perdita di 17 autonomie e una riduzione dell’organico dei dirigenti.
Rete civica, Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno invece presentato un ordine del giorno (respinto), per istituire un fondo regionale destinato agli studenti delle paritarie in condizioni economiche svantaggiate. Su tale ordine del giorno Priamo Bocchi (FdI) ha parlato, in relazione alle scuole paritarie, “di libertà educativa” e della necessità “di avere un’attenzione particolare a queste tipologie di scuole che svolgono a tutti gli effetti una funzione pubblica”. E “sul decreto del dimensionamento che ha acceso le polemiche – precisa Bocchi -, non si tratta di minacciare la democrazia, ma di redistribuire in modo più efficiente le autonomie, rispondendo alle richieste della commissione europea che vincola i fondi Pnrr in tal senso”.