Vertenza Amsef. I lavoratori sotto lo Scalone
Le sigle sindacali Fp Cgil, Fit Cisl e UilTrasporti scenderanno in piazza per la vertenza Amsef
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Un portafoglio smarrito contenente 1.300 euro in contanti viene ritrovato e restituito al legittimo proprietario nel giro di poche ore grazie al senso civico di un cittadino
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L’ennesimo episodio di bracconaggio ittico nelle valli di Comacchio riaccende il dibattito politico sulla gestione di uno dei patrimoni ambientali più preziosi del territorio
Lido delle Nazioni. Per la tragica fine del bambino tedesco (ma di origini turche, ndr) di 6 anni, morto dopo un tuffo nella piscina del campeggio Tahiti di Lido delle Nazioni, la Procura di Ferrara ha aperto un’inchiesta – al momento contro ignoti – per omicidio colposo.
Il fatto è accaduto intorno alle 14.30 di domenica 15 giugno. Ad accorgersene di quanto stava accadendo – quando ormai però era troppo tardi – è stato un altro cittadino di nazionalità tedesca.
I sanitari del 118 infatti, una volta estratto dall’acqua, hanno tentato il tutto per tutto per salvare la vita al bimbo, iniziando le manovre di rianimazione, ma non c’è stato nulla da fare. Il piccolo si è spento a bordo dell’elisoccorso nel tragitto verso l’ospedale Sant’Anna di Cona.
Il tragico evento è avvenuto all’interno di una delle tre piscine del campeggio, quella con l’acqua che va dagli 80 centimetri a 1,40 metri di altezza. Si tratta di una vasca in cui i bimbi sotto i dodici anni possono entrare, ma solamente se accompagnati da un genitore.
In quegli istanti, però, il piccolo sarebbe stato da solo. Nessuno si sarebbe tempestivamente accorto di quanto stava accadendo, nè che non fosse accompagnato. Nemmeno il bagnino, regolarmente in servizio. Questo perché tutto sarebbe avvenuto in un momento in cui la piscina era particolarmente affollata.
Parliamo infatti di morti che possono avvenire nel giro di pochissimo tempo e senza che ci siano “segnali” particolari che destano l’attenzione di qualcuno, come successe a luglio 2020 all’agriturismo Cà Laura di Mesola, in cui il piccolo Maximiliano Grandi morì annegato a cinque anni. Anche in quella circostanza, nessuno lo vide entrare nella piscina per gli adulti. Se ne accorse solamente una coppia che lo tirò immediatamente fuori dall’acqua, dopo averlo notato sul fondo della vasca più grande.
Su questa circostanza, nelle prossime ore, il pm di turno Stefano Longhi – che già domenica sera aveva effettuato un primo sopralluogo nel camping – ascolterà la mamma del piccolo per capire il motivo per cui il figlioletto è entrato in acqua senza essere sorvegliato da un parente. E non è escluso faccia lo stesso con altre persone.
Contestualmente nominerà anche il consulente medico legale che svolgerà l’autopsia sul corpo del bimbo con l’obiettivo di individuare le cause che hanno portato alla morte. Due le ipotesi al momento su cui si stanno concentrando gli inquirenti: o un principio di annegamento o un malore improvviso dovuto a una congestione.
Sono questi i primi da tasselli da cui partirà la Procura di Ferrara per ricostruire la dinamica di quanto accaduto, resa ancora più difficile dall’assenza di telecamere di videosorveglianza nell’area della piscina, che – dopo i primi accertamenti effettuati nelle ore successive al fatto – non è stata messa sotto sequestro.
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