Durante le giornate dell’8 e del 9 giugno, nonostante il mancato raggiungimento del quorum a livello nazionale, la provincia di Ferrara ha espresso un consenso travolgente su quattro dei cinque quesiti referendari, con percentuali del “Sì” che si sono spinte ben oltre l’80%. Solo il quinto quesito, quello relativo alla riduzione da 10 a 5 anni dei tempi per ottenere la cittadinanza italiana, ha registrato un consenso meno marcato – pur rimanendo prevalente.
Il quesito quattro, che riguardava l’abrogazione dell’esclusione della responsabilità solidale in caso di infortuni nei subappalti, ha ottenuto un attestato di fiducia netto: il 85,9 % dei votanti ha scelto il “Sì”, confermando un orientamento fortemente favorevole tra i ferraresi. Questo dato, superiore sia alla media regionale che nazionale (che si è fermata intorno all’87 % a livello nazionale), riflette un consenso diffuso e convinto sul tema della responsabilità sociale nei luoghi di lavoro.
Analoghe tendenze si sono registrate anche nei primi tre quesiti – quelli che vertevano su contratti a tutele crescenti, licenziamenti nelle piccole imprese e limiti ai contratti brevi – dove le percentuali del “Sì” si sono aggregate tra l’86% e l’87%. Numeri che indicano una popolazione spiccatamente incline a riforme orientate alla tutela del lavoro e alla precarietà lavorativa.
Anche il quarto quesito, come detto, conferma la solidità del consenso in provincia: il 85,9% dei votanti ha scelto di mantenere responsabilità solidale per committenti e appaltatori, segno di un’attenzione alla sicurezza e alla protezione dei lavoratori ferraresi .
Diverso il discorso sul quinto quesito: lì il consenso è rimasto sotto l’80%, 61,49% per la precisione, segno che il tema dell’immigrazione e cittadinanza suscita un dibattito più equilibrato tra gli elettori. Anche in questo caso, il “Sì” è stato comunque prevalente, riflettendo una sensibilità aperta, seppur meno schiacciante.
Va sottolineato che, malgrado il consenso evidente, l’affluenza non ha superato quota 33,5 % nella provincia — un valore leggermente superiore alla media nazionale del 30,6 %, ma comunque insufficiente a raggiungere il quorum del 50 %. Di conseguenza, il referendum, benché riceva un chiaro consenso tra chi ha votato, è destinato a restare non valido.
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