Apprendo dalla stampa che la presenza del signor Nicola Lodi, tra le autorità, alla festa annuale dell’Arma dei Carabinieri di Ferrara non sarebbe stata frutto di un atto di ‘imboscamento’ dello stesso, che mi era apparso molto più probabile, ma di un formale “invito dell’Arma”.
Ho peccato di ingenuità.
La questione allora si fa molto seria e vanno messi i punti sulle ‘i’.
Si è trattata di una festa dal grandissimo valore istituzionale dove si è celebrata l’attività dell’Arma nel corso dell’anno.
Il signor Nicola Lodi è stato quindi invitato dal comandante provinciale, con posto riservato alle autorità senza esserlo.
Diventa allora dirimente il perchè il signor Nicola Lodi non poteva essere considerato ‘autorità’.
In epoca recentissima l’ex vicesindaco ed ex assessore è stato sospeso con provvedimento del prefetto per aver riportato una condanna a 2 anni e 10 mesi per un gravissimo reato commesso in danno della pubblica amministrazione: induzione indebita o, meglio, concussione per induzione.
Un delitto che prevede pene severe fino a 10 anni di reclusione.
Il Tribunale di Ferrara lo ha dichiarato interdetto dai pubblici uffici.
La sospensione è automatica e prevista dalla legge vista la particolare gravità del reato commesso, dopo la sentenza di primo grado.
Lo dice la Corte Costituzionale con sentenza n.35 del 2021 che sancisce la piena e doverosa “legittimità della sospensione automatica dalla carica, per i condannati in via non definitiva, per reati di particolare gravità”, esattamente come quello imputato al signor Lodi.
Tutto ciò perchè “la previsione di determinati requisiti di onorabilità degli eletti, mira a garantire l’integrità del processo democratico nonchè la trasparenza e la tutela dell’immagine dell’Amministrazione”.
Mi sia consentito dire che la presunzione di innocenza c’entra come i cavoli a merenda.
Il signor Nicola Lodi, infatti, si è dimesso.
Resta doveroso chiedersi il perchè il comandante provinciale dei Carabinieri di Ferrara ci abbia tenuto, nonostante tutto questo, ad invitarlo ugualmente come autorità.
Il fatto che, nel frattempo, il signor Nicola Lodi abbia rimediato un’altra condanna per reato minore, è questione di minor rilievo.
Ben più grave è invece la tracotanza del signor Lodi nell’attaccare addirittura personalmente il pubblico ministero reo di averlo portato a giudizio ottenendo le condanne in argomento. Fatto accaduto prima della celebrazione della festa, che aveva giustamente, tra i suoi più illustri invitati, il procuratore capo di quello stesso pm.
Resta il fatto che nell’occasione si è consumato un vero e proprio strappo istituzionale.
Può darsi che il signor Nicola Lodi abbia ottenuto sufficienti rassicurazioni sugli esiti dei procedimenti ma credo che noi normali cittadini, non ancora sudditi, abbiamo il diritto di sapere.
Fabio Anselmo, capogruppo in consiglio comunale di Lista Anselmo
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