E dal palco delle autorità rispunta Naomo
Non è passata inosservata ieri – in occasione delle celebrazioni del 211° anniversario dalla fondazione dell’Arma - la presenza, sul palco delle autorità, di Naomo
Non è passata inosservata ieri – in occasione delle celebrazioni del 211° anniversario dalla fondazione dell’Arma - la presenza, sul palco delle autorità, di Naomo
Avrebbe assoldato tre uomini per terrorizzare con alcuni atti vandalici una coppia di coniugi di Cento, con l'obiettivo di intimorirli e spingerli a cedergli a un prezzo fortemente ribassato - 190mila euro invece degli iniziali 270mila - un immobile di loro proprietà in provincia di Ferrara, dove abitava fino allo sfratto
"L’8 e il 9 giugno siamo chiamati a pronunciarci su cinque quesiti referendari. E’ importante in ogni caso andare alle urne ed esercitare il diritto al voto"
I carabinieri hanno celebrato anche a Ferrara il 211° anniversario della fondazione dell'Arma. Ricorrenza che viene ricordata ogni anno il 5 di giugno, giorno in cui nel 1920 la Bandiera dell’Arma venne decorata con la prima Medaglia d’oro al valor militare
Sabato 14 giugno avrà luogo la 15^ edizione della Spring Run, manifestazione sportiva benefica organizzata dal Comando Operazioni Aerospaziali dell’Aeronautica Militare in collaborazione con Reno Runner Asd
Il pm Flavio Lazzarini della Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna ha chiesto un anno e mezzo e un anno di condanna rispettivamente per un’imprenditrice ferrarese di 76 anni e la propria dipendente 48enne, finite a processo con l’accusa di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, perché – secondo l’accusa – in un’azienda del Basso Ferrarese, attiva nel campo dell’autodemolizione e del commercio all’ingrosso di materiale di recupero, avrebbero organizzato una gestione abusiva di ingenti quantitativi di rifiuti speciali con l’obiettivo di aumentare i ricavi e al contempo ridurre i costi.
La richiesta di condanna è arrivata ieri (giovedì 5 giugno) in tribunale a Ferrara, davanti alla giudice Sandra Lepore.
Dal 2016 al marzo 2020, stando alle accuse iniziali, l’azienda – che avrebbe trattato oltre 5 tonnellate e mezzo di materiale ferroso e non ferroso elargendo ai fornitori 1 milione e 800mila euro – avrebbe ricevuto nel proprio impianto di raccolta veicoli fuori uso e metalli di vario tipo conferiti da parte di privati in modo abusivo, anche se la licenza della ditta prevedeva invece che a conferire potessero essere esclusivamente aziende commerciali, artigianali oppure industriali.
Su questo punto però, durante la scorsa udienza, la dipendente 48enne aveva spiegato che in realtà l’azienda aveva l’autorizzazione a ritirare alcuni carichi di rifiuti dai privati, tanto che gli operatori del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Polizia Ferroviaria e di Arpae, durante i controlli effettuati negli anni, avevano acquisito la documentazione necessaria a quel tipo di attività senza però aver mai contestato nulla all’operato dell’azienda.
Secondo l’accusa però non avrebbero potuto farlo e, per giustificare il tutto, nelle dichiarazioni di acquisto rilasciate ai privati comparivano dichiarazioni fasulle con riguardo alla persona fisica del conferitore. In numerosi casi, proprio su suggerimento delle imputate, il conferimento – stando al castello accusatorio – veniva frazionato imputandolo a soggetti diversi, il più delle volte anche a loro insaputa. Ci sarebbero state così dichiarazioni di cessione con firme false o relative a persone che non avevano effettuato la consegna. In questo modo potevano risultare piccoli quantitativi che non avrebbero dato nell’occhio.
Ma i primi sospetti nacquero proprio a causa di questo escamotage: le firme non solo erano false, ma alcune rimandavano a persone già decedute. Altre dichiarazioni riportavano dati non veritieri in relazione alla tipologia di rifiuto conferito o in relazione alla quantità dello stesso. In particolare per quanto riguarda il rame, per il quale veniva riconosciuto un prezzo al chilo superiore a quello di mercato, per rendere altamente verosimile l’ipotesi di indicazione in contabilità di costi maggiorati al fine di frode fiscale.
Il tutto venne scoperto durante un sopralluogo della Polfer eseguito il 6 marzo 2020. Dai registri si scoprì anche che alcuni conferimenti erano avvenuti da parte di quattro persone decedute da anni e le due donne (difese dall’avvocato Giuliano Onorati) finirono a processo.
Ad assistere la ditta – per cui è stata chiesta la condanna a 38mila euro – è invece l’avvocato Simone Bianchi.
La sentenza è attesa per il 10 luglio.
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