Cronaca
5 Giugno 2025
Il gup del tribunale di Ferrara ha inflitto cinque anni e quattro mesi in abbreviato al 43enne ferrarese Gabriele Moccia finito a processo con l'accusa di atti persecutori e lesioni gravissime nei confronti di un 46enne

Schiavizzò il padrone di casa che lo ospitava. Oltre cinque anni per l’aguzzino

di Davide Soattin | 4 min

Leggi anche

Arriva una condanna pesante per Gabriele Moccia, il 43enne ferrarese – discendente della famiglia che fondò la fabbrica di distillati in città, poi ceduta a un’altra proprietà nel 1970 – che per circa un anno (da fine aprile 2023 a inizio aprile 2024, ndr) aveva occupato la casa di un 46enne, seguito dai servizi poiché affetto da un disturbo schizoaffettivo, approfittando del loro rapporto di amicizia per renderlo proprio schiavo, senza contribuire al pagamento delle bollette o partecipare alle spese quotidiane, come invece avevano inizialmente pattuito.

Finito a processo con la duplice accusa di atti persecutori e lesioni gravissime infatti, ieri (mercoledì 4 giugno) mattina, il giudice dell’udienza preliminare Silvia Marini – dietro rito abbreviato – gli ha inflitto cinque anni e quattro mesi di pena, dopo che la Procura di Ferrara aveva chiesto per lui la condanna a cinque anni.

La vicenda giudiziaria avvenne all’interno di un’abitazione del centro storico che la vittima condivideva con tre coinquilini, tra cui appunto il 43enne che, spacciandosi per suo amico e protettore, lo aveva soggiogato alle proprie volontà, minacciandolo e picchiandolo quasi quotidianamente, al punto da provocargli – secondo l’accusa – un grave e perdurante stato di ansia e paura che generò in lui un fondato timore per la propria incolumità tale da costringerlo a cambiare abitudini di vita.

Il quadro accusatorio ricostruito dal pm Andrea Maggioni parlava di offese quasi quotidiane, sia faccia a faccia che tramite WhatsApp, oltre che di frequenti schiaffoni e pugni che Moccia rifilava consapevolmente alla pancia del padrone di casa, che in quella zona – negli anni precedenti – aveva subito un intervento chirurgico. In una circostanza, a ottobre 2023, il 46enne fu invece colpito con un pugno al volto, che gli causò un occhio nero, perché si rifiutò di attivare alcune PostePay. Mentre in un’altra occasione, il 9 aprile dello scorso anno, dopo averlo accusato falsamente di avergli rubato il telefono, prima gli mise le mani al collo e poi gli diede un ceffone, facendolo sbattere – in un secondo momento – contro un garage e minacciandolo con la frase “non finisce qua”.

Pochi giorni più tardi da quel violento affronto, il 12 aprile, si verificò la goccia che fece traboccare, quando il 46enne fu assalito e picchiato violentemente dal 43enne con pugni e gomitate nella pancia, tanto da costringere i sanitari dell’ospedale Sant’Anna di Cona a rimuovergli la milza data la gravità delle ferite riportate internamente dal malcapitato. Un fatto che la Procura di Ferrara ha ritenuto aggravato dall’aver cagionato alla vittima la perdita dell’uso di un organo. Dopo quella violenta aggressione, Moccia fu allontanato dalla casa – assieme agli altri due coinquilini ‘indesiderati – e fu denunciato. Poi – giorni dopo – i carabinieri gli notificarono il divieto di avvicinamento alla persona offesa come disposto dal gip del tribunale di Ferrara.

Al termine dell’udienza di ieri, nessuna dichiarazione da parte della difesa (avvocato Gloria Cuoghi) dell’imputato, che ora leggerà le motivazioni – che saranno depositate entro trenta giorni – per poi decidere se impugnare la sentenza di primo grado e fare appello.

A parlare invece è il legale di parte civile, l’avvocato Simone Bianchi, che ha commentato così la decisione del gup: “L’obiettivo primario era quello di far uscire il prima possibile da questa tragica vicenda il mio assistito. In fase di indagini il risultato è stato pienamente raggiunto anche grazie all’ottimo lavoro svolto dalla Procura, che ha dimostrato grande attenzione per la vicenda e una non consueta umanità”.

“La sentenza di oggi – conclude Bianchi – dimostra la correttezza della ricostruzione dei fatti offerta dal mio assistito il quale, non senza difficoltà, sia per le condizioni fisiche a seguito della violenta aggressione subita, sia per le continue minacce e vessazioni ricevute, ha trovato il coraggio di denunciare quello che si è dimostrato il suo aguzzino. In questi termini possiamo dire di ritenerci soddisfatti dell’esito di questo processo”.

Articolo modificato alle 14.59 di giovedì 5 giugno, specificando dal 1970 Distillerie Moccia ha cambiato proprietà e la famiglia Moccia non ha più alcuna relazione con l’attuale società

Grazie per aver letto questo articolo...

Da 20 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com