“La Repubblica si onora senza propaganda. Ma a quanto pare lo show deve proseguire. Oggi è il 2 giugno, la Festa della Repubblica. Una giornata importante, da rispettare senza ironie, senza speculazioni”. Fabio Anselmo inizia così un lungo post nel quale ricorda il 2 giugno, la Festa della Repubblica, ma anche “lo spettacolo triste” a cui assistiamo in questi giorni.

Si riferisce alle “speculazioni politiche sulle operazioni di polizia, sulle indagini giudiziarie, sulle mafie”. Speculazioni nelle quali “si inneggia alla ‘sconfitta’ della mafia nigeriana, ci si accredita meriti che non spettano né ai politici, tantomeno agli amministratori locali”.

Si riferisce chiaramente all’ex vicesindaco Nicola Lodi e al sindaco Alan Fabbri precisando che “il merito, quello vero, va alle forze dell’ordine, alla magistratura, alla Direzione Nazionale Antimafia”.

Meriti che invece non vanno “a chi oggi esulta mentre ha carichi e condanne pendenti, come l’ex vicesindaco, stabilite dalla stessa magistratura che ieri veniva accusata di essere asservita a interessi politici ed oggi viene esaltata per la mafia nigeriana”.

“E mentre si canta vittoria – prosegue Anselmo -, i dati parlano chiaro: Ferrara e la sua provincia sono tra i territori più esposti al rischio di infiltrazione mafiosa. Dal 2013 a oggi, le infiltrazioni mafiose sono aumentate del 257%. 284 le imprese del nostro territorio infiltrate. Il credito è in sofferenza. Le banche chiudono. La popolazione invecchia. I depositi finanziari vengono spostati altrove. Ferrara non è un’isola felice. La criminalità organizzata cambia pelle e continua a rifornire le nostre piazze di droga. Lo spaccio continua sotto gli occhi di tutti”.

“È l’‘ndrangheta, è la camorra, è la mafia autoctona – ribadisce Anselmo – che nutre e sostiene la mafia nigeriana. Chi ha responsabilità istituzionale e di governo dovrebbe guardare in faccia la realtà, non nascondersi dietro la retorica. Perché una città che si illude è una città più vulnerabile”.

“I dati della Direzione Investigativa Antimafia – conclude – sono lì, chiari, disponibili. La criminalità organizzata non è stata sconfitta. Continua a mangiare la nostra economia, il nostro lavoro, le nostre imprese, a intossicare in nostri giovani. E non basta ignorarlo per farlo sparire”.