Inquirenti al lavoro per ricostruire la morte del 60enne che – durante la tarda serata di domenica 1° giugno – è stato trovato senza vita all’interno del proprio appartamento, in un condominio al civico 62 di via Leonello Poletti – una traversa di via Bologna – a Ferrara.
Il rinvenimento del corpo è avvenuto intorno alle 22, quando i vicini di casa della vittima – insospettiti – hanno deciso di telefonare ai soccorsi.
Da alcuni giorni infatti non avevano più notizie di lui. Non lo vedevano e non lo sentivano più. E poi dall’abitazione in cui viveva da solo – oltre al fortissimo odore che rendeva l’aria irrespirabile – avevano notato la presenza di una luce artificiale che rimaneva accesa giorno e notte e di una tapparella della finestra rimasta mezza alzata.
Molteplici segnali che avevano fatto loro temere il peggio, come poi è stato accertato, quando i vigili del fuoco hanno aperto la porta della casa e lo hanno trovato esanime.
Infatti, una volta entrati nell’abitazione, i sanitari del 118 e gli agenti della polizia di Stato hanno rivenuto il corpo dell’uomo – in avanzato stato di decomposizione – che giaceva sul pavimento della cucina, mentre all’interno dell’appartamento, gli operatori del 113 hanno trovato anche alcune sostanze stupefacenti.
Il 60enne – stando a quanto riferito da chi lo conosceva – era già da tempo preso in carico dal SerD a causa di una dipendenza cronica dalle sostanze stupefacenti, anche se ultimamente sembrava “avere messo la testa in ordine” come dice una vicina di casa, sentita all’indomani della macabra scoperta.
Ma è ancora presto per dire se ci possa essere una correlazione tra la presenza di sostanze e la morte del 60enne, il cui corpo non mostrava segni di colluttazione, oppure se a ucciderlo sia stato un malore improvviso che lo ha colpito in quei tragici istanti, senza lasciargli la possibilità di chiedere aiuto a qualcuno.
Sulla scena è stato richiesto anche l’ausilio della polizia Scientifica, impegnata a repertare quanto necessario agli inquirenti per lo svolgimento delle indagini.
In tal senso il pm di turno Andrea Maggioni – già nelle prossime ore – disporrà gli accertamenti medico legali sul corpo dell’uomo. Un atto di indagine che sarà utile e necessario per poter fare luce sulle cause che hanno portato al decesso del 60enne, il cui corpo ora è stato trasferito all’istituto di medicina legale.
L’uomo era già noto alle cronache locali perché – negli ultimi anni – aveva collezionato denunce per stalking nei confronti dei vicini di casa e di alcune attività commerciali della zona, tanto che lo scorso agosto – sempre con la stessa accusa – erano addirittura scattate le manette per lui, dopo una serata abbastanza movimentata.
In quella circostanza aveva prima staccato la corrente elettrica al condominio per dispetto e poi, impugnando una pistola da softair, aveva minacciato di morte un vicino di casa. Subito dopo l’accaduto, la persona minacciata aveva chiesto l’intervento delle forze dell’ordine con carabinieri e poliziotti che – dopo una lunga attività di mediazione – erano riusciti a convincerlo a farsi aprire la porta dell’appartamento, dove il 60enne viveva e aveva deciso di chiudersi dentro, riuscendo successivamente ad ammanettarlo.
Quell’episodio gli era costato il trasferimento in carcere, da cui era uscito lo scorso marzo, quando la misura della custodia cautelare gli era stata tramutata con quella meno afflittiva dell’obbligo di firma per tre volte alla settimana. L’ultima firma l’aveva apposta lunedì (26 maggio) scorso, mentre mercoledì 28 maggio non si era presentato. Quel giorno, tra l’altro, doveva anche partecipare a una riunione condominiale molto sentita, ma i vicini di casa – già in quella serata – non lo avevano visto arrivare.
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