Politica
30 Maggio 2025
Le realtà civiche e politiche lanciano l’iniziativa contro la multinazionale israeliana. “La salute non si costruisce sulla sofferenza di un popolo”

Palestina. A Ferrara parte il boicottaggio dei farmaci Teva

di Redazione | 3 min

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Un’azione concreta, simbolica e non violenta per rompere il silenzio e schierarsi contro il genocidio a Gaza: è questo l’obiettivo dell’iniziativa lanciata da Alleanza Verdi Sinistra, Cittadini del Mondo, Coalizione Civica, La Comune di Ferrara e Possibile, che hanno annunciato il boicottaggio della multinazionale farmaceutica israeliana Teva.

La campagna, rivolta a cittadini, farmacie e operatori sanitari, invita a non acquistare i farmaci del colosso israeliano e a “unirsi in una mobilitazione ispirata alla tradizione gandhiana, che punta a colpire economicamente chi trae profitto da un sistema di occupazione e apartheid”.

“Il boicottaggio – spiegano Sergio Golinelli (Avs) e Anna Zonari (La Comune) – è uno strumento non violento che affonda le sue radici nella storia delle lotte di liberazione. Oggi vogliamo metterlo al servizio della giustizia per il popolo palestinese. Lo facciamo da Ferrara, città che ha riconosciuto lo Stato di Palestina, ma vogliamo che il messaggio arrivi ovunque”.

Il cuore dell’azione è dunque rivolto a Teva, gigante israeliano dei farmaci equivalenti, presente capillarmente nelle farmacie italiane. L’invito non è quello di rinunciare al diritto alla salute, bensì di scegliere un’alternativa equivalente, sensibilizzando cittadini e farmacisti. “Teva – sottolinea Barbara Diolaiti (Possibile) – rappresenta uno dei pilastri dell’economia israeliana. Colpirne i profitti significa delegittimare l’impunità con cui Israele porta avanti una politica che ha devastato Gaza, attaccato ospedali, medici, bambini”.

I promotori hanno annunciato l’imminente partenza del volantinaggio davanti alle farmacie della città e all’ex ospedale Sant’Anna. Nei volantini sarà presente un Qr Code per scaricare l’app “No Thanks”, che consente di scansionare rapidamente i codici a barre e verificare se un prodotto è di origine israeliana o sostenuto da aziende che finanziano l’occupazione.

L’appello si rivolge anche alle farmacie comunali, ai farmacisti stessi e all’Ordine dei Medici, affinché “si assumano la responsabilità civile di sostenere un’azione simbolica e urgente”, spiega Carola Peverati (Cittadini del Mondo). L’auspicio è che vengano coinvolte le professioni sanitarie, con il supporto delle realtà sindacali, “perché, ricordo, che sia in Italia che all’estero molti ospedali e medici hanno già preso posizione contro la tragedia che sta subendo Gaza”, conclude Peverati.

“Questo genocidio – ricorda Leonardo Fiorentini (Coalizione Civica) – è documentato, trasmesso, visibile. Non potremo dire di non sapere. L’inerzia dei governi ci rende tutti complici. Il boicottaggio non ci assolve, né ci mette a posto con la coscienza, ma rappresenta la volontà di diffondere un pensiero di pace e giustizia”.

Il boicottaggio di Teva, come quello già avviato in altri paesi contro marchi come Starbucks e Coca Cola, viene proposto come un gesto di dignità e solidarietà. “Un farmaco prodotto con il profitto dell’apartheid – concludono i promotori – non può curare davvero. La salute deve essere fondata sul rispetto dei diritti umani”.

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