Quattro anni e due mesi. È la condanna di primo grado – dietro rito abbreviato – che dovrà scontare un 59enne di nazionalità italiana, finito a processo con la pesante accusa di violenza sessuale aggravata per aver baciato in bocca e leccato il collo a un bambino di 9 anni, nonostante lui – sentito in aula come imputato – abbia negato tutto, definendo “ingiuste” le contestazione avanzate nei propri confronti e affermando di “non aver mai leccato nessuno” come invece ha sostenuto sin dall’inizio la Procura di Ferrara.
La sentenza del collegio del tribunale di Ferrara è arrivata nel pomeriggio di ieri (mercoledì 28 maggio) e fa riferimento a un episodio avvenuto il 6 agosto 2021, durante una festa tra bambini organizzata dalla famiglia del bambino che sarebbe stato violentato.
Un bacio e alcuni leccamenti che l’uomo, secondo quello che era il castello accusatorio iniziale, avrebbe dato con movimenti insidiosi e repentini che non avrebbero lasciato scampo al bimbo. Come poi denunciato dalla mamma della vittima ai carabinieri che, dopo aver sentito il racconto della donna, avviarono le indagini e immediatamente segnalarono quanto accaduto alla Procura, facendo scattare le procedure previste dalla normativa per i cosiddetti «codici rossi».
Come si diceva, l’uomo – ieri ascoltato dai giudici – ha respinto ogni accusa. “È un fatto mai accaduto” ha affermato, spiegando poi che – quello che per la Procura ha ritenuto essere una violenza sessuale – in realtà sarebbe stato uno scontro legato a una situazione di gioco col bambino. “Ho fatto il mostro, l’uomo cattivo e ci siamo picchiati viso contro viso. Ci siamo datti una botta e pensavo di avergli rotto l’arcata sopraccigliare perché era tutta rossa. Se ci sono stati contatti non era mia intenzione“.
L’imputato ha proseguito, spiegando che c’erano anche altri adulti in casa in quel momento: “Quando c’è stato quello scontro, in casa c’erano tutti. Era una stanza di quattro per quattro e se fosse successo qualcosa non avrebbero potuto non vederlo. Poi è venuta fuori questa cosa del bacio, ma io non ce l’ho per abitudine di leccare”. Il 59enne ha riferito che c’erano anche altri bambini: “Anche loro si divertivano dando calci e pugni, ma non ho mai leccato nessuno sulla bocca”.
Diversa invece la lettura della Procura col pm Andrea Maggioni che ha chiesto inizialmente quattro anni e quattro mesi di condanna. Durante la propria requisitoria infatti, sottolineando la complessità della vicenda, il pubblico ministero ha evidenziato che “nessuno ha mai parlato della colluttazione”. Anzi, il pm ha proseguito, riferendo in aula le parole pronunciate del bambino: “È successo che il signore ha fatto quella cosa. Limonarmi, tipo quando ti baci e metti la lingua in bocca”.
“L’imputato oggi ci racconta una storia fantasiosa, fuori da ogni credibilità” ha proseguito il pm, dicendo che “ricostruzioni alternative non riesco a intravederne”. “Forse aveva bevuto un aperitivo abbondante e non so che cavolo gli è preso, ma oggi ha perso un’occasione per venirci a raccontare cos’è davvero accaduto” ha affermato in ultimo Maggioni, chiedendo comunque al collegio del tribunale – che lo ha condannato a quattro anni e due mesi – di riconoscere l’attenuante equivalente all’aggravante inizialmente contestata.
A sollevare dubbi sulle contestazioni avanzate dalla Procura è stata poi la difesa dell’uomo. L’avvocato Marco Settesoldi ha insistito dicendo che “tutti erano presenti, ma che nessuno è stato testimone oculare del presunto bacio“, aggiungendo inoltre che il proprio assistito “aveva come abitudine quella di essere un giocherellone e che magari si è trattato di un gesto sconsiderato ma privo di allusioni, che poi è stato interpretato in maniera sproporzionata dal bambino e dalla madre”.
L’avvocato Irene Bonadia ha parlato invece di un gesto che – se fosse accaduto – “sarebbe stato un atto di vero e proprio autolesionismo” da parte del proprio cliente, dato che in quel momento era in presenza di “almeno altri tre adulti”, sottolineando successivamente che l’uomo – ancora oggi – “continua a frequentare minori, figli di genitori che sanno benissimo quanto è successo”.
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