Cronaca
28 Maggio 2025
Confermate le condanne ai tredici membri del cult Vikings/Arobaga e l'associazione di stampo mafioso. Coletti a Roma: "A Ferrara c'era un grave problema che è stato sottovalutato da chi ci ha preceduto"

Mafia nigeriana. La Cassazione scrive la parola fine

di Davide Soattin | 4 min

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Tre assoluzioni in abbreviato, due sentenze di non luogo a procedere e due rinvii a giudizio. È quanto ieri (27 maggio) ha deciso il gup Andrea Migliorelli del tribunale di Ferrara durante l'udienza preliminare del processo per la morte di Mirko Balzanelli, il 36enne turista veronese annegato durante il pomeriggio del 20 agosto 2020, a Lido degli Estensi

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La Corte di Cassazione scrive la parola fine sul processo al clan Vikings/Arobaga, rigettando i ricorsi delle difese e rendendo definitive le tredici condanne ai membri del cult, ma soprattutto confermando che quella che dominava a Ferrara – e specialmente in zona Gad – era mafia nigeriana.

La sentenza dei giudici del terzo grado di giudizio ha confermato il carattere mafioso dell’associazione, già accertato in primo e secondo grado, facendo però cadere l’aggravante della transnazionalità dell’organizzazione mafiosa.

La decisione è arrivata nel pomeriggio di mercoledì 27 maggio, intorno alle 16, dopo la discussione delle parti. Il procuratore generale e il Comune di Ferrara – parte civile rappresentata dall’avvocato Giacomo Forlani – avevano chiesto il rigetto dei ricorsi dei tredici imputati.

Dal canto loro invece, con le arringhe difensive, gli avvocati difensori delle tredici persone di nazionalità nigeriana avevano tutti chiesto l’accoglimento dei loro ricorsi, non ritenendo che fosse stato provato il reato di associazione di stampo mafioso e nemmeno i reati legati.

Pene definitive quindi per Emmanuel Okenwa – in arte Dj Boogie e capo del clan – condannato a 13 anni, 3 mesi e 20 giorni e per Emmanuel Albert che dovrà scontare 12 anni, 3 mesi e 20 giorni, oltre che per Lucky Anthony Odianose e Godspower Okoduwa, rispettivamente condannati a 13 anni e 1 mese e 12 anni e 4 mesi. Con loro anche Henry Arehobor (13 anni, 1 mese e 20 giorni), Glory Egbogun (11 anni, 4 mesi e 10 giorni), Irabor Igbinosa (11 anni, 2 mesi e 20 giorni) e Kingsly Okoase (11 anni, 4 mesi e 20 giorni). Musa Junior e Shaka Abubakar dovranno invece scontare 11 anni e 7 mesi e 11 anni. Condanne confermate in via definitiva infine anche per Felix Tuesday a 9 anni, 3 mesi e 20 giorni, per per Stanley Onuoha e per Gbidy Trinity, a cui sono stati inflitti 8 anni, 10 mesi e 20 giorni.

Erano invece stati assolti in appello Jacob Chedjou, Igene Joel e per Jonah Omon.

La vicenda degli Arobaga/Vikings racconta di un gruppo organizzato e imperante sul territorio non solo ferrarese, ma nazionale e internazionale. Un radicamento inquietante della criminalità organizzata in città, con traffico di droga (dominante nel traffico di eroina e cocaina, importata principalmente dall’Olanda tramite corrieri interni al gruppo) e una struttura piramidale con ruoli ben specifici, rituali di affiliazione violenti, scontri tra bande rivali (gli “Eiye”, banda nigeriana rivale sconfitta a colpi di machete in pieno centro cittadino), controllo territoriale e una pericolosa mimetizzazione all’interno del tessuto sociale.

Soddisfatto per l’esito del processo è il Comune di Ferrara, rappresentato a Roma dall’assessore Cristina Coletti. Il Comune in secondo grado aveva ottenuto il diritto a un risarcimento pari a 100.000 euro grazie alla costituzione di parte civile in tutti e tre i gradi di giudizio.

“Ciò che si sancisce oggi è una nuova e, finalmente, definitiva conferma di quanto abbiamo sempre sostenuto. C’era un enorme problema a Ferrara, che è stato gravemente sottovalutato da chi ci ha preceduto, nonostante gli efferati fatti di cronaca, le proteste dei residenti e le nostre incessanti segnalazioni” è il commento di Coletti che ha la delega alla Sicurezza.

“Il vero valore di questa sentenza è simbolico e civico: la pluri condanna emessa oggi dalla Cassazione non è che il riconoscimento formale e giuridico di quanto già sapevamo fin dall’inizio di questa battaglia. È il riconoscimento di una verità che per troppo tempo è stata ignorata“, sono state le prime parole a commento del sindaco di Ferrara, Alan Fabbri.

“Se qualche esponente del Partito Democratico ancora nutrisse dubbi, oggi la giustizia pone la parola definitiva sul fenomeno che la sinistra al governo di Ferrara troppo a lungo ha ignorato: era mafia nigeriana”, dichiara sul punto il sindaco Fabbri.

“Ora abbiamo la certezza che quello che stava avvenendo nella nostra città con violenza e sopraffazione non erano percezioni soggettive” come era stato detto al tempo da chi amministrava il territorio: si trattava a tutti gli effetti di un’organizzazione mafiosa che governava la nostra città, dei criminali mafiosi senza scrupoli che col terrore e la violenza hanno dominato Ferrara per anni. Complimenti e grazie alle forze dell’ordine e agli organi inquirenti per la complessa attività di indagine e investigativa, per le operazioni condotte e per i risultati ottenuti. Oggi vince una Ferrara che ha saputo agire prontamente per riportare legalità e sicurezza“, conclude il sindaco Fabbri.

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