di Elena Coatti
Copparo. A Copparo, nella suggestiva cornice del Teatro De Micheli, la tappa della campagna referendaria promossa dalla Cgil si è aperta con un gesto semplice ma potente. Marco Zavagli, direttore di Estense.com, ha consegnato a Maurizio Landini uno straccetto di stoffa bianco: un segno di ribellione e solidarietà per le migliaia di bambini palestinesi uccisi nella Striscia di Gaza.
Un’iniziativa promossa dal Comitato Genitori della scuola primaria Govoni di Ferrara, che nasce da una poesia di Refaat Alareer, palestinese ucciso a Gaza da un bombardamento israeliano nel 2023: un pezzo di stoffa come simbolo di pace, come la coda dell’aquilone bianco, protagonista della poesia di Alareer.
Il segretario generale del sindacato l’ha preso tra le mani, visibilmente emozionato. Poi, sollevandolo in aria, ha dichiarato: “Non è un caso che partiamo da questo“. Senza giri di parole ha denunciato una questione che non può più passare inosservata: “La guerra è tornata ad essere uno strumento normale di regolazione tra gli Stati. Questo è il vero cambio d’epoca con cui dobbiamo fare i conti”.
“Non è solo un problema fondamentale e decisivo fermare quel criminale di Netanyahu e il suo governo per quello che sta facendo al popolo palestinese e, mi permetto di dire, anche al popolo israeliano – ha affermato con decisione Landini -. L’elemento di novità con cui siamo chiamati a fare i conti, oggi, è che quelli della mia generazione hanno avuto finora la gran fortuna di non sapere cos’è la guerra”.
Landini ha messo al centro del suo intervento non solo la questione internazionale, ma anche quella sociale. L’iniziativa referendaria, secondo il leader della Cgil, “non è solo per cancellare delle leggi, ma per dare un segnale forte a tutto il Paese: governo e opposizione”.
Il cuore del messaggio è il rifiuto del modello neoliberista che ha svuotato di senso il lavoro e marginalizzato la persona. Con tono accorato ma fermo, Landini ha denunciato il ritorno della guerra come normalità, la corsa agli armamenti e l’inversione delle priorità nei bilanci pubblici: “Non hai sicurezza producendo armi. Prima o poi quelle armi le usi. E invece sarebbero investimenti in sanità, scuola, innovazione, ambiente”.
“Votare per cancellare quelle cinque leggi è anche un sì per dire basta alla precarietà, per rimettere al centro i diritti. E dire che non ci arrendiamo a un futuro di guerra e sfruttamento” ha concluso Landini.
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