di Tommaso Piacentini
“Filiale momentaneamente chiusa. Nella giornata odierna è possibile recarsi presso il punto vendita …”. In quello spazio vuoto – occupato solo da punti di sospensione – di un cartello affisso alle porte scorrevoli di una delle 10 filiali Lidl della provincia, riecheggia tutta la forza dell’adesione allo sciopero dei lavoratori della nota catena di supermercati. Ieri (sabato 24 maggio), infatti, i punti vendita di Cento e Codigoro sono rimasti chiusi per tutta la giornata, quello di Copparo ha abbassato le saracinesche dalle 12 e forti sono stati i disservizi in tutte le altre filiali. Tutti i lavoratori, di concerto con le organizzazioni sindacali di categoria, si sono riuniti davanti al punto vendita di via Oroboni a Ferrara per denunciare condizioni salariali e lavorative divenute insostenibili.
“Lo sciopero nasce dopo mesi di contrattazione – ha dichiarato Fabiana Iannuzzelli, Rsa di Filcams Cgil -, durante i quali non ci è mai stato dato un segnale chiaro da parte dell’azienda in termini economici di cosa si volesse fare, visto e considerato la crescita di Lidl in questi anni”. Proprio in conseguenza di quegli 1,3 miliardi di euro circa di utile che l’azienda ha presentato nei bilanci degli ultimi 5 anni, infatti, i lavoratori avevano richiesto un premio di risultato, una quota fissa aggiuntiva di salario e il riconoscimento di buoni pasto. Un’aspettativa che, tuttavia, è stata infranta, come ha sottolineato Iannuzzelli: “Siamo arrivati al 14 di maggio con l’ultimo incontro dove i rappresentanti dell’azienda ci hanno proposto 100 euro una tantum come riconoscimento del lavoro che facciamo e un aumento di 150 euro sui buoni da spendere all’interno dell’azienda. Ovviamente non era quello che ci si aspettava e oggi siamo qui per questo”.
Un mancato soddisfacimento nelle pretese salariali che non è il solo problema riscontrato dai dipendenti: molte sono state le denunce di una carenza di organizzazione negli orari di lavoro e di un sovraccarico di mansioni affidate ai singoli lavoratori: “Noi abbiamo un part-time da 20/25/30 ore che però diventano turni da 8/9 ore al giorno – ha denunciato l’Rsa Cgil- e laddove si chiede il full time non si può avere. Di conseguenza, i contributi sono quelli del part-time ma lavori 40 ore a settimana”.
Turni che, soprattutto per le piccole filiali, diventano massacranti. Nel punto vendita di Codigoro, su 12 assunzioni, ogni giorno timbrano il cartellino tre lavoratori per turno a cui vengono assegnate le mansioni di tutti i reparti, comprese pulizie, carico e scarico di merce e vigilanza. Una lavoratrice, madre di una bambina di 6 anni, ha addirittura segnalato chiamate notturne dai responsabili dell’azienda “perché era scattato l’allarme del negozio e chiedevano di andare a controllare”.
Anna Granini, laureata in lingue orientali e dipendente presso il punto vendita di Codigoro, ha denunciato questa situazione di profondo disagio: “I ritmi di lavoro sono molto pesanti, noi lavoriamo correndo e dobbiamo essere multitasking mentre lavoriamo: dobbiamo stare attente al vecchietto se non trova una cosa, intanto che siamo in cassa dobbiamo andare a “sbancalare”, poi andare ad aprire il forno e stare dietro alle esigenze dei clienti”.
Una condizione lavorativa, quella vissuta da Granini, che richiede qualcosa in più del solo aumento in busta paga: “Non sono i 100 euro in più di aumento, noi abbiamo il problema di arrivare alla pensione lavorando così senza morire prima” ha dichiarato la dipendente, che poi ha rivolto il proprio appello all’azienda: “Mi devi mettere nelle condizioni di poterlo fare questo lavoro, siamo in tre per turno a fare tutto quello che c’è da fare nell’arco della giornata. Noi lo facciamo, ci impegniamo, ma arriviamo alla fine della giornata con la lingua per terra”.
Problemi che sono comuni alla quasi totalità dei dipendenti dell’azienda ‘made in Germania’, tanto che il tasso di adesione allo sciopero per la sola provincia di Ferrara ha toccato il 90%. “Un segnale forte che arriverà all’azienda” ha sottolineato Alessandra Gaiardi, segretaria organizzativa di Filcams Cgil, che ha ringraziato tutti i lavoratori per aver sostenuto lo sciopero privandosi della quota giornaliera di stipendio. Un ringraziamento che è arrivato anche da Andrea Martelli di Fisascat Cisl e da Valbona Ndreu dell’Uiltucs di Cento: “È una gioia vedervi qui, senza questo tipo di supporto non avremmo nulla da portare ai tavoli”, hanno dichiarato i sindacalisti.
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