È stato assolto Diego Marescotti, attivista dem ed ex candidato del Partito Democratico, finito a processo con l’accusa di diffamazione nei confronti di Francesco Rendine, attuale consigliere comunale di maggioranza, eletto alle comunali dello scorso giugno con la lista civica a sostegno di Alan Fabbri.

La decisione del tribunale di Ferrara è arrivata nella giornata di ieri (lunedì 19 maggio) e fa riferimento a fatti risalenti a un post del 14 gennaio.

Marescotti – in un post su Facebook – commentava una notizia pubblicata dal nostro quotidiano il 28 dicembre 2018 in cui Rendine si diceva disponibile a fornire piena collaborazione all’amministrazione comunale Tagliani per liberare dal malaffare l’immobile di cui – all’epoca dei fatti – era proprietario.

Un appartamento di via Ricostruzione 88 a Pontelagoscuro, che l’attuale consigliere comunale affittava – a quel tempo – a inquilini spesso protagonisti di presunti comportamenti scorretti e a volte illeciti.

Nello specifico, le cronache raccontavano di festini organizzati a tutte le ore del giorno e della notte, episodi di ubriachezza molesta, musica a tutto volume, spostamento di mobilio, urla, corse in casa, porte sbattute e spaccio di sostanze stupefacenti.

A distanza di oltre due anni da quei fatti, Marescotti scrisse il post incriminato, allegando una foto di Rendine: “Il circo della destra politica ferrarese signori!!! Questo signore è colui che si batteva così tanto contro la droga, che nel suo appartamento di Pontelagoscuro affittato ad extracomunitari…si spacciava droga“.

“Abbiamo portato dati reali e non c’è nulla di diffamatorio” aveva detto Marescotti che, difeso dall’avvocato Valentina Bordonaro, insisteva nell’affermare che la sua è stata una critica politica. E infatti, nonostante la richiesta di condanna a sei mesi avanzata dalla Procura, il tribunale lo ha assolto perché il fatto non costituisce reato.

“Era una notizia riportata da tutti i giornali locali – commenta lo stesso Marescotti dopo la sentenza – e addirittura motivo di discussione in consiglio comunale. Insomma ciò che ho condiviso sul mio profilo era una notizia di dominio pubblico, pubblicata su tutti i giornali, con fatti accertati. Oggi, dopo quattro anni di battaglie, ho avuto giustizia e sono stato assolto, perché il dovere di cronaca non può mai costituire reato. Un ringraziamento speciale va al mio sindaco Tiziano Tagliani, ad Aldo Modonesi (per le loro testimonianze davanti al giudice), a tutte le persone che sono venute in tribunale a testimoniare in mia difesa, e naturalmente alla meravigliosa avvocata Valentina Bordonaro. Sempre a testa alta”.