Salute
11 Maggio 2025
L’obesità è una malattia cronica, con significative ricadute sulla salute. La ricerca scientifica punta sempre a nuovi obiettivi e ora pare arrivata alla svolta nel trattamento di questa patologia. Oggi a disposizione ci sono nuovi farmaci per aiutare nella perdita di peso che agiscono modulando l’appetito. Da soli bastano? Come vanno assunti? Sono sicuri? Ne abbiamo parlato con gli esperti

Farmaci per dimagrire: di cosa stiamo parlando? La parola agli esperti

di Redazione | 5 min

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In Italia, la novità terapeutica punta su principi attivi come la Semaglutide (arrivata nel 2023) e la Tirzepatide (arrivata nel 2024). Va precisato che non si tratta di un  “intervento magico”, ma di terapie che hanno dimostrato benefici reali, non solo sul peso, ma anche su parametri importanti per la salute, come la glicemia, la pressione e la funzionalità di alcuni organi, addirittura garantendo una protezione cardiometabolica. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Elena Schmit, medico chirurgo, specialista in Scienza dell’alimentazione e Medico Estetico presso Poliambulatorio AESTHE Medica Ferrara e Milano.

Come funzionano?

Questi farmaci imitano l’azione di alcuni ormoni naturali che regolano i meccanismi della fame e della sazietà. In pratica- spiega la dottoressa Schmit- aiutano l’organismo a sentirsi sazio prima e più a lungo, riducendo la possibilità di eccedere nelle porzioni o nel consumare tanti fuoripasto. La semaglutide agisce su un ormone chiamato GLP-1, che favorisce il senso di sazietà. La tirzepatide è ancora più potente perché lavora su due ormoni insieme: GLP-1 e GIP, amplificando l’effetto. Entrambi, inoltre, rallentano la digestione (rallentando lo svuotamento dello stomaco), inducono segnali di sazietà a livello cerebrale e aiutano a controllare l’appetito senza sforzi eccessivi.

E’ importante, tuttavia,  sottolineare che non si tratta di soluzioni magiche: questi farmaci vanno usati sempre sotto controllo medico. Inoltre, sono strumenti che, insieme a uno stile di vita sano, possono migliorare non solo il peso, ma anche la salute generale.

Quali risultati si possono raggiungere?

Per quanto riguarda la semaglutide- prosegue l’esperta- gli studi scientifici (STEP trials) hanno dimostrato un calo di peso significativo fino al 15-18% rispetto al placebo. Invece, per tirzepatide i risultati registrati dagli studi sul calo di peso sono stati ancora maggiori  (SURPASS trial), con una riduzione media del peso fino al 20-22% nei pazienti trattati. È comunque importante sottolineare che questi farmaci non costituiscono una soluzione miracolosa per la gestione del peso, ma devono essere sempre integrati ad adeguati interventi comportamentali e sullo stile di vita.

Questione sicurezza in primo piano: è un farmaco che possono assumere tutti?

La risposta è no, questi farmaci, infatti, sono prescrivibili solo a persone affette da obesità o da un sovrappeso importante, in particolare sono indicati per persone con un Indice di Massa Corporea (BMI) superiore a 30 (obesità) o, in caso di sovrappeso (BMI tra 27 e 30), se presenti problemi di salute legati al peso (come diabete di tipo 2, ipertensione, colesterolo alto, apnee notturne o malattie cardiovascolari).

Quali le controindicazioni?

Entrambi i farmaci sono controindicati durante la gravidanza e l’allattamento, e in caso di severa compromissione epatica e/o renale. Vanno, invece, utilizzati con cautela in presenza di determinate patologie preesistenti, come il diabete di tipo 1, la retinopatia diabetica, la pancreatite e gravi disturbi gastrointestinali. E sempre indispensabile, sottoporsi a esami clinici prima di assumere questa tipologia di terapia, e solo e sempre sotto stretto controllo medico.

Ci possono essere effetti collaterali? 

Tra gli effetti collaterali più comuni si segnalano nausea, vomito, diarrea, formazione di calcoli biliari (colelitiasi) e, più raramente, pancreatite. E necessaria particolare cautela nei pazienti con retinopatia diabetica preesistente.

Come si assume?

I farmaci descritti si presentano sottoforma di penna pre-riempita, contenente all’ interno il principio attivo, da conservare in frigorifero. La somministrazione è settimanale per via sottocutanea, mediante una puntura, di solito in sede addominale, mediante piccolissimo ago.

Quale scenario apre questa nuova categoria di farmaci?

Innanzitutto, il trattamento farmacologico consente di trattare l’obesità come patologia- precisa la specialista- intervenendo sugli alterati meccanismi fisiologici di fame e sazietà. Inoltre, l’approccio farmacologico si pone come una valida alternativa all’opzione chirurgica (chirurgia bariatrica), avendo un’efficacia comparabile sul calo di peso, ma senza il rischio delle complicanze chirurgiche. 

La terapia farmacologica dell’obesità potrebbe anche cambiare il corso delle principali patologie metaboliche ad essa associate, riducendo in maniera significativa l’incidenza del diabete di tipo 2, l’ipertensione arteriosa, le malattie cardiovascolari ed altre complicanze croniche. 

Occorre specificare che i farmaci al momento disponibili sono solo una minima parte rispetto a quelli che sono attualmente in fase di studio. Si sta aprendo un futuro in cui l’obesità potrà essere trattata in maniera sempre più personalizzata, attraverso la scelta del farmaco più adatto in base al profilo del paziente.

Dopo il dimagrimento come evitare di riprendere il peso perduto?

Per garantire una perdita di peso duratura, è necessario agire in maniera efficace sulle abitudini quotidiane del paziente.

Il metodo più efficace non solo per la perdita, ma soprattutto per il mantenimento del peso é l’approccio integrato- prosegue la dottoressa- attraverso l’integrazione tra farmacoterapia, interventi nutrizionali, supporto psicologico e modifiche dello stile di vita.

Perdere peso in maniera controllata e sotto controllo medico quali vantaggi comporta per la salute? Quali rischi permette di scongiurare?

Perdere peso in modo controllato e sotto supervisione medica, conclude Elena Schmit- non è solo una questione estetica, ma rappresenta una vera e propria azione di prevenzione e di cura attiva della salute. Quando la perdita di peso avviene in modo graduale, personalizzato, si possono ottenere benefici concreti per la salute, come ad esempio la riduzione del rischio cardiovascolare ed il miglioramento della funzionalità di alcuni organi. Al contempo, la supervisione medica minimizza l’insorgenza di rischi importanti per la salute, tra cui la malnutrizione, le carenze nutrizionali, la sarcopenia (perdita importante di massa muscolare, fondamentale per il benessere dell’organismo), il famoso effetto yo-yo ed alcuni squilibri ormonali e comportamentali.

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