Attualità
7 Maggio 2025
Presentato dal Consorzio di Bonifica un documento di intenti nella direzione di un contratto per aree umide che verrà firmato entro fine luglio

Valorizzare il Po di Volano e renderlo più resiliente ai cambiamenti climatici

di Redazione | 4 min

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Definire criticità e potenzialità del fiume e delle aree umide circostanti, con l’obiettivo di renderle più resilienti ai cambiamenti climatici e valorizzarle dal punto di vista ambientale, turistico e culturale. Sono questi gli obiettivi del documento d’intenti che porterà alla firma del contratto di area umida per il Po di Volano.

Dopo un importante percorso partecipativo e la presentazione del documento avvenuta il 5 maggio, a Palazzo Naselli Crispi la firma  del contratto è sempre più vicina e prevista entro luglio.

Si tratta di uno strumento fortemente voluto dal Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara che nel corso degli ultimi mesi ha coinvolto, grazie a numerosi incontri partecipati, una serie di portatori di interesse come Regione Emilia-Romagna, Provincia di Ferrara, Comune di Ferrara, i comuni dei territori interessati ma anche la Protezione Civile, le associazioni di categoria agricole e diversi soggetti economici del territorio.

Un progetto che non riguarda solo l’Italia, coinvolta con 5 aree umide, ma che rientra nel progetto Grew – finanziato dal Programma Interreg Italia-Croazia del quale il Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara è partner con un budget di 322.300 euro – che coinvolge in totale otto zone umide costiere transfrontaliere. Alla presentazione del documento anche una delegazione croata che sta promuovendo contratti di fiume per aree umide presso la riserva ornitologica Palud in Istria, la foce del fiume Neretva a Dubrovnik, il parco delle isole Brioni e l’area costiera di Zara.

“Il documento d’intenti che porterà alla firma del contratto di area umida nel 2026 – ha spiegato Stefano Calderoni, presidente del Consorzio di Bonifica – è un vero e proprio alfabeto condiviso con istituzioni, stakeholder e cittadini che ci impegna ad affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici considerando i loro effetti non solo sull’ambiente e la risorsa idrica, ma anche sull’economia e la società. Il documento è, dunque, il frutto di una cooperazione dove ognuno si fa carico di un pezzo di responsabilità per arrivare a un modello virtuoso di gestione di un’area importante del territorio dove viviamo e lavoriamo. A tal proposito il Consorzio ha attivato un progetto pilota per studiare in maniera approfondita la risalita del cuneo salino alla foce del Po di Volano, una delle criticità emerse durante il percorso partecipativo che non riguarda solo il mondo agricolo ma l’intera comunità”.

Il contratto è un impegno condiviso anche dalla Regione, come ha specificato la consigliera regionale, Marcella Zappaterra: “L’Emilia-Romagna è stata tra le prime regioni ad aderire ai contratti di fiume, uno strumento essenziale per gestire il cambiamento e adattamento climatico e coinvolgere le comunità locali per lo sviluppo sostenibile delle aree umide che coincidono con un’ampia zona del Basso ferrarese. Voglio sottolineare che la vera sfida legata al contratto è quella del coordinamento tra i diversi enti che incidono sulle aree umide: la frammentazione delle competenze è una grande questione non ancora risolta e speriamo che il contratto sia l’innesco per una semplificazione e una sintesi ormai diventate necessarie in questo contesto climatico ed economico”.

Un progetto partecipato condiviso anche dal Comune di Ferrara, come ha spiegato l’assessore con delega ai Processi Partecipati, Chiara Scaramagli: “Credo nell’importanza di un lavoro sinergico da parte di tutti i soggetti coinvolti in questo progetto per la sottoscrizione del contratto che è sicuramente molto ambizioso ma altrettanto fondamentale perché ha come oggetto la tutela delle aree umide e, di conseguenza, del nostro patrimonio ambientale. La partecipazione rafforza il senso di appartenenza al nostro territorio e la motivazione nella tutela delle risorse naturali. Permette inoltre ai soggetti istituzionali coinvolti di coordinarsi per agire in sinergia e raggiungere importanti obiettivi comuni”.

Presenti alla presentazione del documento d’intenti anche Fabio Tosi che ha portato i saluti del presidente della Provincia di Ferrara Daniele Garuti; Maria Chiara Tosi dello IUAV – Università di Venezia che è partener del progetto GREW, uno dei pochi che tratta le aree umide e la loro governance legandole ai cambiamenti climatici e molti soggetti economici e associazioni che hanno partecipato al percorso e sottoscriveranno il contratto di fiume. L’obiettivo è quello di arrivare alla firma del contratto del documento d’intenti entro metà luglio 2025. Successivamente si costituiranno l’assemblea e la cabina di regia del contratto per il Po di Volano e ricomincerà il percorso per la redazione del Piano d’azione del futuro contratto, la cui firma è prevista nella primavera del 2026.

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