di Emanuele Gessi
Dici Primo Maggio ed è subito “rivolta sociale” la parola che sceglie il segretario generale Fiom Cgil-Ferrara Stefano Bondi per descrivere in che cosa consiste la festa dei lavoratori anche quest’anno. E ci tiene a specificare che il significato che attribuisce a questo concetto è rigorosamente democratico, ovvero che a partire dai referendum dell’8 e 9 giugno “si potranno cambiare concretamente le cose esercitando il proprio diritto di voto per modificare delle norme che noi riteniamo sbagliate e intervenire sul tema della cittadinanza, degli appalti e dei licenziamenti”.
I temi che sono stati affrontati giovedì mattina a Ruina (Riva del Po), per la celebrazione del Primo Maggio organizzata da Fiom Cgil Ferrara, hanno spaziato dalla vicenda Berco, a quelle dei lavoratori di Vsg (all’ex Sirio di Ostellato), in sciopero per i 36 dipendenti che rischiano il posto, passando per quanto sta accadendo al supermercato Tosano e alle chiusure annunciate da Eni-Versalis degli impianti di cracking, che hanno messo tanta preoccupazione anche a Ferrara per il futuro del Petrolchimico.
A richiamare l’attenzione sulla situazione in corso all’ex Sirio di Ostellato, dopo la mail pec del 24 aprile dove La Petroniana annunciava licenziamenti collettivi, ci ha pensato il segretario Filt Cgil-Fe Luca Greco: “La questione si è chiusa ieri (30 aprile, ndr) con un accordo che firmeremo domani per effetto del quale i tempi determinati avranno un diritto di precedenza nelle prossime assunzioni, con l’obiettivo di essere stabilizzati. Inoltre 6 dipendenti sono stati ricollocati e da lunedì ricominceranno a lavorare. E la cosa più importante è che i 5 lavoratori che sono stati scartati da Vsg faranno causa per essere riassunte”.
Non sono mancati gli iconici garofani rossi in questo Primo Maggio, che gli organizzatori hanno distribuito a tutti i partecipanti, quasi un centinaio. Oltre a sfoggiare con orgoglio il fiore che da più di un secolo è un simbolo di lotta contro i soprusi, fra il pubblico molti indossavano la maglietta con lo slogan “Si vota sì. Per un lavoro più tutelato, dignitoso, stabile e sicuro”, in vista del referendum abrogativo che si terrà fra poco più di un mese.
A questo proposito, Loris Scarpa (coordinatore nazionale della Fiom) ha dichiarato: “La battaglia della Cgil per questi referendum consiste nel rivendicare che i lavoratori abbiano il diritto di poter decidere sul proprio futuro. Il punto sulla questione è dare a chi lavora tutti gli strumenti democratici necessari per far sentire la propria voce e sfuggire ai ricatti delle imprese. Si assiste all’azione costante di questo tipo da parte delle multinazionali, come nel caso della Berco. E se pensiamo a delle partecipate dello Stato come Eni e Enel ci accorgiamo che ragionano secondo delle logiche di convenienza, ossia azionariato e profitto. Tutte le crisi industriali con cui oggi abbiamo a che fare nascono, infatti, dalla scelta di una privatizzazione capillare”.
Sul tema della Berco ha preso parola il sindaco di Copparo, Fabrizio Pagnoni, elogiato da Bondi e Scarpa in primis per il ruolo positivo che ha avuto nella vicenda, dichiarando: “Il sindaco non è un avenger (un supereroe, ndr), semplicemente quando ci sono delle crisi importanti io credo che sia necessario avere il coraggio e la capacità di sporcarsi le mani. L’auspicio è che il modello di Copparo venga replicato perché il nostro modo di opporci e di difendere il territorio è sembrato funzionare”. A Pagnoni si è quindi collegato Massimo Musacci (Rsu Fiom alla Berco), che prima ha ricostruito i passi della battaglia che hanno permesso l’esito positivo e poi ha affermato: “Non potevamo assolutamente permettere che accadesse tutto ciò”.
Silvia Montagnoli, funzionaria Filcams Cgil-Fe, ha invece relazionato sulla vicenda che sta interessando i dipendenti di Tosano, dove “la sindacalizzazione – ha dichiarato – è vista e vissuta dai padroni come qualcosa di nocivo, da combattere ed estirpare. Con l’arrivo delle festività, i lavoratori hanno esercitato il loro diritto all’indisponibilità al lavoro festivo. In tutta risposta, il direttore di Tosano si è vendicato spostando tutti questi dipendenti in chiusura il sabato prima di Pasqua, in un turno che sarebbe ingiustificatamente terminato alle 23:45. Da qui lo stato di agitazione, minacciando lo sciopero. Ne è derivato un braccio di ferro fra sindacato e azienda, una dinamica in cui le lavoratrici e i lavoratori hanno tenuto la testa alta, non facendo mai un passo indietro”.