Attualità
30 Aprile 2025
Naturb-orchidis è il nome della ricerca scientifica volta anche a coinvolgere la popolazione. Spiegato il motivo di aree verdi non sfalciate

Le orchidee sono tra noi: Unife guida un progetto per studiarle e tutelarle

di Redazione | 4 min

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Sapevate che sul territorio ferrarese sono presenti ben 30 specie di orchidee? E che alcune di esse crescono all’interno di aree verdi della città, come a ridosso delle mura storiche? Con l’intento di capire come vivono e dove crescono le orchidee spontanee nelle aree urbane e nel Delta del Po, è nato il progetto scientifico Naturb-Orchidis, sviluppato all’interno del primo centro di ricerca italiano dedicato alla biodiversità, il Natural biodiversity future center, e volto non solo alla ricerca scientifica ma anche al coinvolgimento della cittadinanza.

Il progetto, che studia le orchidee come indicatrici di biodiversità vegetale, è stato presentato dalla responsabile del progetto Lisa Brancaleoni, insieme alla rettrice dell’Università di Ferrara Laura Ramaciotti, all’assessora alla pubblica istruzione Chiara Scaramagli, al prefetto dell’orto botanico Renato Gerold e alla responsabile dell’ufficio tecnico-ambientale del Delta del Po Elena Cavalieri.

“È importante coinvolgere la cittadinanza” ha dichiarato Brancaleoni, soprattutto per quanto riguarda una sensibilizzazione sullo sfalcio d’erba, che, se non eseguito, non deve essere considerato sinonimo di trascuratezza e degrado: “Se guardiamo bene, in mezzo a ciò che comunemente chiamiamo ‘erba’, c’è una ricchezza inaspettata, spesso anche di orchidee. Di solito però le orchidee non colonizzano superfici estese, bensì aree limitate e continue”.

“Per proteggere le orchidee, quindi, – ha proseguito la professoressa – non è necessario non tagliare l’erba tout court, ma decidere di programmare lo sfalcio per quelle ristrette aree nei mesi giusti, in particolare a luglio, così da permettere alle orchidee di disperdere i propri semi. Dopo tale fase, lo sfalcio sarà possibile e anzi auspicabile”.

Una decisione, quella di preservare alcune aree verdi dallo sfalcio, che ha richiesto e trovato la piena collaborazione dell’amministrazione comunale: “Il Comune di Ferrara ha concesso il patrocinio a questo progetto molto importante – ha sottolineato l’assessora Scaramagli -. Abbiamo ridotto gli sfalci d’erba nelle zone dove crescevano spontaneamente queste orchidee, soprattutto nella zona nord delle mura, dando così loro di  completare il ciclo vitale”.

“La collaborazione con l’Università di Ferrara – ha aggiunto l’assessora – per noi è importantissima in ogni ambito, soprattutto in quello ambientale perché in questo modo ci permette di lavorare insieme alla tutela della biodiversità e dell’ambiente, per consentire la crescita delle piante naturalmente presenti che facilitano, inoltre, l’insediamento di fauna selvatica, come le api”. Una collaborazione che racchiude anche una finalità educativa, come ha illustrato in conclusione Scaramagli: “È importante lavorare per l’ambiente soprattutto per le generazioni future. Trasmettere loro questi amore e cura per l’ambiente significa trasmettere loro un insegnamento di vita”.

“Siamo contenti e orgogliosi che il nostro Ateneo sia capofila di un progetto come Naturb-Orchidis, che unisce eccellenza scientifica, tutela ambientale e coinvolgimento della cittadinanza – ha dichiarato la rettrice Ramaciotti -. Questo è un modo concreto per avvicinare la scienza alle persone, promuovere la consapevolezza ecologica e contribuire alla salvaguardia del nostro patrimonio naturale”.

Una salvaguardia che non è solo della natura, ma anche della salute: “Le piante e la biodiversità non conoscono confini – ha concluso Ramaciotti -, quindi dobbiamo far entrare la natura anche nella città, anche per usufruire dei benefici che ne derivano, soprattutto per il nostro benessere psicofisico”.

All’importanza del valore conservativo della biodiversità e del suo altrettanto importante valore conoscitivo, si è richiamato anche il direttore dell’orto botanico: “Tra le importanti mission dell’orto botanico c’è quello di supportare la ricerca scientifica nell’ambito della conservazione della biodiversità vegetale” ha dichiarato Gerold, che ha poi aggiunto: “Ci sono contesti, anche in questo progetto, in cui il sito in cui si trovano le orchidee è soggetto a potenziale minaccia. In quel caso, l’intervento dell’orto botanico è quello di recuperare individui che sarebbero danneggiati o distrutti e intervenire per reinserirli in altri ambienti adatti”. Quella delle orchidee, infatti, è una specie che ad oggi è a rischio di estinzione e, per preservarle, la Regione Emilia-Romagna ha emanato una legge regionale che ne vieta la raccolta su tutto il territorio regionale.

Il progetto, oltre a coinvolgere le aree urbane, sviluppa la sua ricerca anche nell’area del parco del delta del Po: “Il Parco è ben felice di patrocinare il progetto Naturb-Orchidi, perché le finalità coincidono con la missione stessa dell’ente – ha affermato Elena Cavalieri -. Le praterie con orchidee costituiscono un habitat prioritario e il Parco del Delta è l’unico ambito territoriale della pianura padana a ospitare siti della rete natura 2000 caratterizzati dall’abbondante presenza di questo habitat prioritario”.

Per rendere il tema accessibile e conoscibile alla popolazione, non mancheranno appuntamenti aperti al pubblico. Sabato 10 maggio dalle ore 9:30 sarà possibile partecipare – previa prenotazione – alla raccolta di dati scientifici delle orchidee spontanee nel parco del delta, mentre domenica 11 maggio dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19 all’orto botanico sarà possibile ammirare la fioritura di Ophrys apifera. Quest’ultima specie di orchidee sarà la protagonista dei depliant informativi che saranno distribuiti a breve con annesso un Qr code per partecipare a un’indagine anonima sulla percezione del verde urbano e delle orchidee.

Per sabato 17 maggio, invece, appuntamento all’oasi Wwf Garzaia di Codigoro dove, dalle 16, si potrà assistere – sempre su prenotazione – a una conferenza sulle orchidee a cura di Lisa Brancaleoni.

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