Comacchio
1 Maggio 2025
Il segretario del Pd di Comacchio: "Mentre a destra si rincorrono nomi, veti incrociati e strategie da retrobottega, noi lavoriamo in silenzio ma con metodo"

Farinelli contro il centrodestra e le “soluzioni calate dall’alto”

di Redazione | 3 min

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Comacchio. “Comacchio non è una medaglia da appuntarsi al petto. Non è un premio, non è un bottino. È una città vera, fatta di persone che lavorano, che tengono insieme ogni giorno questo territorio. E meritano rispetto”. Michele Farinelli, segretario del Partito Democratico, manda un messaggio chiaro: “Basta con i teatrini della destra, è ora di rimettere al centro le persone”.

Il riferimento, mai direttamente citato da Farinelli, è alla candidatura di Samuele Belotti per il centrodestra con un anno di anticipo rispetto alla tornata elettorale del 2026 e in discontinuità rispetto all’asse che attualmente governa la città formato dal sindaco Pierluigi Negri e dalla vicesindaca Maura Tomasi.

Una candidatura, quella di Belotti, uscita dalle consultazioni portate avanti dal senatore Alberto Balboni (Fd’I), pronto a capitalizzare il successo che il suo partito è riuscito a ottenere a Comacchio durante le elezioni regionali e le politiche attestandosi intorno al 40%.

“È surreale – dice Farinelli – vedere un senatore comportarsi come se Comacchio fosse una casella da riempire. È già successo nel 2010, con Carli. È successo ancora con la giunta Negri/Tomasi. Sempre la stessa regia. E oggi? Il copione non è cambiato. Da parte di questi signori si pensa ancora che l’elettorato di destra possa accettare scelte e imposizioni ferraresi senza una analisi di programmi e persone che sappia andare oltre gli steccati dei partiti. E c’è anche chi, pur di restare a galla, cambia casacca. Ogni tornata elettorale con una maglia diversa. Ma la politica è una cosa seria. Se non hai radici, se non hai coerenza, finisci per perdere credibilità. E la gente, questo, lo capisce”.

Il Pd invece non ha “fretta” e, dice il segretario, “non ci serve urlare per farci notare”. “Ci interessa solo una cosa – prosegue -: far ripartire Comacchio. Non con i proclami, ma con i progetti. Non con gli slogan, ma con le risposte. Mentre loro fanno polemica, noi costruiamo. Mentre loro giocano, noi lavoriamo”.

Insomma i dem vogliono proporre una strada diversa senza “nomi calati dall’alto”.  “La politica – dice Farinelli – si fa guardando in faccia le persone, non con le dirette Facebook o con le foto nei bar. A Comacchio serve serietà, serve concretezza. Serve una squadra che lavori, non un palco per chi cerca visibilità”.

Così, “mentre a destra si rincorrono nomi, veti incrociati e strategie da retrobottega, il Partito Democratico lavora in silenzio ma con metodo”, per “costruire una Comacchio più forte, più moderna, più giusta”.

“Ma non possiamo farlo da soli – conclude Farinelli -: occorre andare oltre l’improvvisazione, con un progetto che unisca, che valorizzi persone e competenze che coinvolga anche i comuni vicini, che faccia sistema”.

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