Politica
15 Aprile 2025
Il comitato locale per la campagna referendaria spiega i cinque quesiti e obiettivi: dignità ai lavoratori e più integrazione. Fiorentini (Civica Anselmo): “Un atto di civiltà e giustizia”

“Si vota Sì”: le ragioni del Referendum su lavoro e cittadinanza

di Redazione | 4 min

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In un clima segnato da incertezze e divisioni, la campagna referendaria “Si vota Sì” lancia un messaggio positivo e costruttivo. Il referendum dell’8 e 9 giugno 2025 è un “atto di civiltà e di speranza – come afferma Leonardo Fiorentini (Civica Anselmo) – per un’Italia diversa, più giusta e inclusiva, con più sicurezza sul lavoro, più diritti per i lavoratori e per chi già contribuisce a costruire il futuro e il presente del Paese”.

La campagna è stata presentata nella mattina del 14 aprile dal comitato locale che vede un’ampia partecipazione di associazioni del territorio: oltre a Cgil Ferrara, anche Avs, Federconsumatori, Udi, Uisp e tanti altri.

La segretaria generale del sindacato di Piazza Verdi, Veronica Tagliati, spiega che il comitato nasce con l’obiettivo di colmare un vuoto informativo e organizzare una rete capillare per promuovere il voto consapevole. “Crediamo che ci sia bisogno di informazione chiara, sia sul merito dei quesiti sia sull’importanza della partecipazione – afferma –. I grandi media finora non ne stanno parlando abbastanza”.

Secondo i rappresentanti del comitato, il referendum di giugno rappresenta uno strumento fondamentale di democrazia diretta. “A differenza delle elezioni politiche o amministrative, dove si delega, con il referendum il cittadino può decidere direttamente su una norma, intervenendo in prima persona per cambiarla”, affermano.

Il significato politico di questa tornata referendaria, secondo gli organizzatori, va ben oltre il singolo voto: “È un messaggio di speranza in un Paese in cui la partecipazione è in crisi, dove la democrazia vive una fase di sofferenza. I cinque quesiti parlano di dignità, sicurezza e diritti. Valori fondanti per una società più giusta”.

Dei cinque quesiti, i primi quattro toccano alcuni dei temi più critici del panorama occupazionale italiano: precarietà, lavoro irregolare, salari bassi e sicurezza sul posto di lavoro. Il primo chiede lo stop ai licenziamenti illegittimi e l’abrogazione della norma che impedisce il reintegro nel posto di lavoro per chi, assunto dopo il 7 marzo 2015 in aziende con più di 15 dipendenti, venga licenziato senza giusta causa.

Il secondo quesito, sulla tutela dei lavoratori delle piccole imprese, punta invece a eliminare il tetto massimo di sei mensilità di risarcimento oggi previsto per i dipendenti delle aziende sotto i 16 addetti, anche in caso di licenziamento ingiustificato, introducendo criteri più equi basati su condizioni personali ed economiche.

Con il quesito sul lavoro precario, si propone di reintrodurre l’obbligo di causali per l’utilizzo dei contratti a tempo determinato, contrastando l’abuso del lavoro a termine. Infine, più sicurezza sul lavoro: l’obiettivo è di estendere la responsabilità per gli infortuni anche al committente nei casi di appalto, superando un sistema che spesso scarica il rischio sugli anelli più deboli della filiera.

Ultimo, ma non meno importante, riguarda la proposta di ridurre da 10 a 5 gli anni di residenza legale necessari per poter richiedere la cittadinanza, riconoscendola anche ai figli minorenni. Una misura che potrebbe riguardare oltre 2 milioni e mezzo di persone, già pienamente inserite nella vita sociale, scolastica e lavorativa del Paese, e che porterebbe l’Italia più in linea con gli altri Stati europei in materia di inclusione e diritti civili.

“Non parliamo di numeri – chiosa Fiorentini –, ma di persone che vivono qui, lavorano, contribuiscono al sistema pensionistico, al Ssn, e mandano i loro figli nelle stesse scuole dei nostri”. La riduzione degli anni necessari mantiene comunque l’obbligo di soddisfare gli stessi requisiti previsti oggi: reddito, residenza e assenza di condanna.

Per le prossime settimane, il comitato prevede incontri pubblici, dibattiti e banchetti informativi in tutti i comuni della provincia per promuovere una partecipazione ampia e consapevole, non solo dei lavoratori ma anche dei fuori sede che, entro il 4 maggio, potranno fare richiesta, al proprio Comune ospitante, di votare a Ferrara.

Il comitato per i referendum sul lavoro vede la partecipazione di: Cgil Ferrara, Anpi Ferrara, Arci Ferrara, Avs Ferrara, Auser Ferrara, Azione civica Ferrara, Biblioteca popolare Giardino, Cittadini del mondo, Centro donna giustizia, Coalizione civica, Comitato acqua pubblica, Comitato ferrarese contro ogni autonomia differenziata, Comitato per la Costituzione, Coordinamento democrazia costituzionale, Federconsumatori Ferrara, Ferrara forum partecipata, Forum droghe, Gruppo consiliare civica di Anselmo, Istituto Gramsci Ferrara, La Comune di Ferrara, La sinistra per Ferrara, Libera, Mediterranea Saving Humans, Partito democratico federazione di Ferrara, Possibile comitato di Ferrara, Rifondazione comunista Ferrara, Società della ragione, Sunia Ferrara, Udu Ferrara, Udi Ferrara, Uisp Ferrara.

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