“Mi manchi da morire, mi manca l’aria per respirare. Mi manchi, mi manchi tantissimo”. Sono le prime parole che Sandra Lovato, mamma di Alessandro Coatti, il biologo 38enne ucciso in Colombia, sceglie per parlare pubblicamente della tragedia che ha colpito la propria famiglia.
Già cinque anni fa, la donna aveva perso il fratello 59enne Mauro Lovato. Un lutto da cui stava provando a uscirne con estrema difficoltà per il dolore. Lo stesso che oggi sta provando per la morte del figlio e che ha voluto affidare a un messaggio pubblicato – durante le scorse ore – in una storia apparsa sul proprio profilo Instagram.
Fino a oggi, il solo a parlare era stato Giovanni Coatti, zio della vittima, che – a nome della famiglia – aveva deciso di rompere il silenzio per raccontare la situazione dopo il ritrovamento del corpo del giovane, commentando anche l’ipotesi di un’esecuzione in stile paramilitare.
“Ho letto di queste bande paramilitari che pare abbiano già compiuto tredici omicidi con queste modalità, smembrando i corpi. È un modo per intimorire e quando non trovano vittime adeguate’, colpiscono anche i turisti. È un’ipotesi, ma chissà”, aveva raccontato l’uomo con voce spezzata.
Prima del post pubblicato dalla madre del giovane su Instagram, i genitori della vittima avevano scelto di percorrere la via del silenzio.
“Sono in contatto con le autorità colombiane – aveva spiegato lo zio -. Ora aspettano solo che dalla Colombia venga spedito il corpo, poi ci saranno i funerali. Io sto parlando con la stampa, ho già ricevuto decine di telefonate da tutta Italia e anche dalla Colombia. Mi terranno aggiornato“.
Un dramma ancora tutto da chiarire, che scuote la comunità e lascia aperti interrogativi angoscianti sul movente di una morte così atroce.
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