Riva del Po
9 Aprile 2025
Dopo l'assemblea sindacale del 4 aprile, lavoratori e sindacati di categoria denunciano l’assenza di un confronto costruttivo e chiedono trasparenza sulle recenti scelte organizzative

Riorganizzazione senza dialogo: disagio fra i dipendenti dell’Unione Terre e Fiumi

di Redazione | 2 min

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Il 4 aprile si è svolta l’assemblea sindacale dei dipendenti dell’Unione dei Comuni Terre e Fiumi, convocata a seguito della recente riorganizzazione interna deliberata dalla Giunta e divenuta operativa dal 1° aprile 2025. Una decisione che ha generato “amarezza e smarrimento” tra il personale, a causa di modalità definite “unilaterali” e “prive del necessario confronto con le Organizzazioni Sindacali”.

Secondo quanto riportato dai rappresentanti sindacali Fp Cgil, Cisl Fp e UilFpl, l’Ente ha trasmesso la delibera alle sigle sindacali solo pochi giorni prima dell’entrata in vigore del nuovo assetto, fissando un incontro proprio il 1° aprile, giorno stesso della sua applicazione. Questo, seppur tecnicamente legittimo, ha impedito qualsiasi “percorso conoscitivo” condiviso, necessario per accompagnare con gradualità un cambiamento di tale portata.

Nel comunicato congiunto si sottolinea come l’Ente abbia “scelto di non costruire con le Organizzazioni Sindacali un percorso partecipativo”, rinunciando a una fase informativa esaustiva e precoce che avrebbe potuto evitare l’attuale clima di incertezza. Una scelta, si legge, che ha minato le relazioni sindacali e “non ha riconosciuto alle Rsu e alle Organizzazioni Sindacali il ruolo che spetta loro nel rappresentare le lavoratrici e i lavoratori”.

Nel corso dell’assemblea, il personale ha espresso rammarico per un atteggiamento che stride con il contributo sempre dimostrato nel tempo: “In tutti questi anni, il personale dell’Unione ha sempre accompagnato le decisioni della politica provando a dare il meglio di sé, arricchendo il percorso di maturazione dell’Ente”.

Ulteriori perplessità emergono anche sulla mancanza di trasparenza: ad oggi la delibera non è ancora stata ufficialmente pubblicata e non è stato chiarito se la riorganizzazione risponda a reali criticità gestionali, “che se esistenti, non sono mai state portate a conoscenza del personale in maniera chiara e organica”.

A complicare il quadro, la scoperta – solo il 2 aprile – dei nomi dei dirigenti dei nuovi Settori, con diverse “incoerenze tra ruoli assegnati e competenze”, basate unicamente sulle attività quotidiane e non su una valutazione organica delle professionalità. Inoltre, il Comitato Unico di Garanzia, presente all’assemblea, ha evidenziato di non essere stato ufficialmente coinvolto, in contrasto con quanto previsto dai regolamenti.

La domanda che ora serpeggia tra i dipendenti è chiara: “Queste scelte sono da ritenersi definitive o in evoluzione?” Intanto, il disagio viene portato all’opinione pubblica, come richiesto dai lavoratori stessi, nella speranza di “favorire la partecipazione attiva alle scelte” e scongiurare il ripetersi di situazioni simili. Le sigle sindacali hanno ribadito il proprio impegno a costruire percorsi di confronto reale, nella convinzione che il cambiamento non debba mai prescindere dalla condivisione e dal rispetto delle persone che ogni giorno fanno vivere l’Ente.

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