È iniziata ieri (lunedì 7 aprile) mattina, davanti al giudice Giuseppe Palasciano del tribunale di Ferrara, l’istruttoria dibattimentale del processo nato da una tranche della maxi inchiesta sulle mazzette alla Motorizzazione Civile di via Canapa.
Il filone deriva da alcune intercettazioni svolte dalla polizia giudiziaria su Edoardo Caselli, l’ingegnere della Motorizzazione civile di Ferrara già condannato – in primo grado – a quattro anni e un mese nel procedimento principale.
A lui – in questa costola processuale – è contestato il fatto che, in qualità di funzionario della Motorizzazione, avrebbe commesso dei falsi facilitando la nazionalizzazione dei veicoli, aggiornando l’archivio informatico per farli risultare regolari.
Oltre a questo, avrebbe dato l’accesso informatico a dati contenuti nell’archivio informatico della Motorizzazione alla compagna, dipendente di un’agenzia di autopratiche, che ha già patteggiato.
Insieme a Caselli, il gup ha rinviato a giudizio altri due imputati, un autotrasportatore italiano 59enne e un 40enne di nazionalità ucraina, titolare di una società di trasporti straniera.
Secondo l’accusa, sostenuta dagli uffici di via Mentessi, l’agenzia di autopratiche, grazie all’aiuto interno alla Motorizzazione, aveva preso in carico oltre 250 veicoli provenienti dall’estero e li aveva fatti risultare regolarizzati.
Durante l’udienza di ieri, la Procura ha chiesto una perizia per la trascrizione delle intercettazioni telefoniche, su cui la difesa di Caselli – avvocato Ciriaco Minichiello – ha rinnovato le stesse questioni di inutilizzabilità che erano state sollevate davanti al gup durante la preliminare.
“Non questioni” le ha definite il pm titolare del fascicolo di indagine Andrea Maggioni, su cui il giudice Giuseppe Palasciano, che ha ammesso oltre venti testimoni nel processo, si è riservato di prendere prossimamente una decisione.
Il processo tornerà in aula l’11 luglio.
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