Economia e Lavoro
1 Aprile 2025
Il sindacato ha provato a sottoporle senza successo all'ad Adriano Alfani che ieri (31 marzo) era in visita al petrolchimico

Versalis. Le cinque domande senza risposta della Filctem Cgil

di Redazione | 5 min

Leggi anche

Sanità privata e Rsa. In quattrocento davanti alla Regione

Si è svolta ieri (22 maggio) con grande partecipazione in tutta l'Emilia-Romagna la giornata di sciopero nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità privata e delle Rsa Aiop e Aris, indetta da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl

Imprenditoria femminile tra parità e linguaggio di genere

Si terrà il prossimo 29 maggio a partire dalle ore 14.30 alla Manifattura dei Marinati a Comacchio, il primo seminario promosso dal Comitato lmprenditoria Femminile di Ferrara e Ravenna, dal titolo “La parità di genere, il linguaggio di genere e la consapevolezza dei propri talenti”

Ieri pomeriggio, lunedì 31 marzo, Adriano Alfani – amministratore delegato di Versalis – ha fatto visita allo stabilimento di Ferrara, dentro al petrolchimico di piazzale Donegani. Per l’occasione, la Filctem-Cgil ha redatto un documento per “sottoporgli perplessità e quesiti per avviare un confronto” che però non ha ottenuto alcuna risposta.

Di seguito riportiamo le cinque domande che il sindacato di piazza Verdi ha rivolto a Versalis:

Il piano di investimenti Versalis del 2023-2026 di 103 mln dedicato al sito di Ferrara prevedeva la realizzazione di un impianto per il progetto di sviluppo gradi polietilene per cavi a basso, medio e alto voltaggio oltre alla quota economica dedicata alla manutenzione. Ad oggi non ve ne è traccia. A che punto di avanzamento è l’investimento promesso?

L’impianto Polietilene di Ferrara, dopo la chiusura degli impianti di Ragusa e a breve anche quella dell’impianto di Brindisi, rimarrà l’unico impianto in produzione in Italia con un impianto di piccole dimensioni (avendo capacità di 100.000 T/anno). La chiusura del Cracking di Priolo determinerà difficoltà di approvvigionamento dell’etilene e del propilene nelle quantità e qualità necessarie. Sarà davvero favorevole rifornirsi dal mercato esterno con le complicate soluzioni logistiche che ne conseguono per un unico impianto rimasto e di dimensioni ridotte?

A Ferrara non si fa quasi più ricerca. Il reparto si sta svuotando dei saperi con fuoriuscite per pensionamento o trasferimenti in altre sedi senza il corrispettivo ricambio. Non vi è alcun progetto di ricerca sul riciclo delle gomme elastomeriche e su nuovi prodotti, esposto sempre nel Piano 2023. Come si intende rispettare a Ferrara il piano (ad oggi ancora in essere) sulla ricerca?

La Linea C è ferma da luglio, il 20 marzo scorso un accordo con la Rsu, non firmato dalle rappresentanze della Filctem, ha definito l’eliminazione dell’ultima figura che con flebile speranza ci faceva pensare che la linea fosse ferma solo temporaneamente, ma evidentemente non è così. L’organico si sta riducendo ed evidenzia l’obiettivo che ha l’azienda, di ridurre le attività già compromesse. Non sarebbe più giusto mantenere l’organico in essere e ripristinare la ricerca che possa riportare l’impianto a regime grazie a nuove tipologie di prodotto?

La notte scorsa l’impianto elastomeri ha marciato al buio, senza i controlli del laboratorio, perché presente un solo operatore e non potendo stare solo in reparto, è stato mandato all’impianto GP10°. Questo lo stato attuale del nostro stabilimento. Oggi a Ferrara mancano le unità, vogliamo fare il punto della situazione area per area? Quanti ne sono usciti in pensionamento e quanti incentivati? in prospettiva Ferrara vuol sostituire le risorse perse? Non ci saranno davvero ripercussioni sul nostro sito, come ha dichiarato l’ad Alfani?

Negli ultimi vent’anni il mantenimento di un livello di attività per 1600/1700 posti di lavoro diretti, tra investimenti, chiusure, riorganizzazioni, il quadro industriale ha tenuto. Ha tenuto anche per effetto degli accordi di programma, realizzati tra un quadro istituzionale, un sistema imprese e il sindacato, che aveva credibilità. perché c’erano impegni precisi di investimento, attenzione alle esigenze industriali, un approccio condiviso sul valore delle opportunità del sito. Questo quadro di interesse ha prodotto tra l’altro, la volontà di intervenire nelle crisi aziendali a difesa dell’industria e del lavoro.

Le multinazionali c’erano allora e ci sono oggi; ma senza trovare nel tessuto istituzionale del Paese un interesse a valorizzare ciò che si muove sul suo territorio, sono tutte prese da riposizionamenti strategici delle produzioni in Europa in funzione finanziaria (Eni, Basell, Yara). In Europa tutte le multinazionali stanno valutando come rilanciarsi sul mercato con scelte diverse, ma non tutte sono drastiche, c’è anche chi scommette nell’innovazione e sostenibilità proprio con la costruzione di nuovi cracking (Ineos).

L’approccio che sta mostrando il nostro Paese alla crisi di produzione industriale (crisi che sta attraversando tutta Europa), non è lungimirante, favorisce la scorciatoia delle chiusure, a favore dell’importazione di beni materiali, che forse ora costano meno, ma sulle quali non si ha nessuna certezza se il mercato rimarrà in equilibrio con l’attuale scenario geopolitico. La dismissione dei cracking di proprietà di Eni, partecipata dello Stato, mette a rischio le aziende
coinsediate nel polo chimico.

Le scelte di Basell con la messa in vendita di 4/5 siti in Europa, uno di questi a Brindisi, e la messa in marcia di un impianto di riciclo chimico dove LYB ha un cracking di proprietà in Germania, su tecnologia sviluppata nel centro Natta unitamente alle operazioni di JV con società arabe, nell’ambito di produzioni “tradizionali” che coinvolgono per la prima volta tecnologie presenti a Ferrara e sinora solo nel gruppo, ci inducono a una necessaria riflessione sulle ripercussioni delle scelte Basell, che con la chiusura di Priolo, potrebbero scaricarsi sul sito Ferrarese: potrebbero essere a rischio entrambi gli impianti di polipropilene, con conseguenze importanti su organici e settori dei servizi dedicati. Attività di manutenzione meccanica e logistica che coinvolgono decine di persone e aziende in appalto.

Yara non è direttamente collegata alle forniture dei cracking, ma superata la fermata manutentiva, la ripartenza fa i conti con il prezzo del metano, dell’energia, degli investimenti per la captazione della Co2 e dei possibili costi di condominio industriale in prospettiva, in quanto l’eventuale chiusura di alcuni impianti ne determinerà una significativa crescita. Yara per le caratteristiche del suo impianto è una società che ha un grande impatto sull’indotto, sia durante tutto l’anno che in occasione delle fermate manutentive. In quella appena conclusa ha impiegato circa 750 meccanici.

Ci sono anche altre aziende chimiche di minori dimensioni, ma che fanno di questo polo un sito di lavoro qualificato, un indotto con la presenza di maestranze come: meccanici, trasporti, edili, le operatrici della mensa e del pulimento; lavoratrici e lavoratori che contribuiscono da ottant’anni allo sviluppo del territorio.

Il petrolchimico di Ferrara ha una storia con il suo territorio, con la sua cittadinanza, le crisi si sono affrontante sempre in maniera unitaria e costruttiva e con reale volontà di confronto, con al centro lo sviluppo del territorio e seria valutazione delle possibili ricadute occupazioni e sociali. Questa non dev’essere diversa.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com