Riva del Po
26 Marzo 2025
I dem ritengono evidente la "rilettura di Fratelli d’Italia circolo Riva del Po" che "distoglie il pensiero e l’attenzione degli italiani dai problemi concreti"

Manifesto di Ventotene. Il Pd di Riva del Po replica a Fd’I

di Redazione | 2 min

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Riva del Po. Il Pd di Riva del Po ritiene evidente la “rilettura di Fratelli d’Italia circolo Riva del Po” del Manifesto di Ventotene che “distoglie il pensiero e l’attenzione degli italiani dai problemi concreti”.

Il circolo comunale del Pd ricorda chi scrisse il manifesto, Altiero Spinelli, Ernesto Rossi con il contributo di Eugenio Colorni. “Il primo – scrivono – era un ex militante del Partito Comunista, espulso però perché critico verso le politiche dell’Unione Sovietica di Stalin . Il secondo era un economista liberal socialista, entrambi, comunque, antifascisti”. “Un contributo fondamentale – aggiungono – l’aveva dato anche Eugenio Colorni, un ebreo socialista che nel 1944 è stato ucciso dai fascisti e proprio in quell’anno ne aveva scritto la prefazione e curato un po’ tutta la redazione”.

Ricordano che inizialmente “il titolo originale di questo testo era ‘Per un’Europa libera e unita, progetto d’un manifesto'”. Mentre prima del ’44 “era stato diffuso solo clandestinamente, da alcune donne che erano riuscite a portarlo via dall’isola”.

“La prima parte del testo – scrivono – parla sulla crisi della civiltà moderna, una seconda sull’unità dell’Europa dopo la guerra e infine una terza sulla riforma della società. L’idea di fondo di Spinelli e Rossi era che i vecchi Stati nazionali, ognuno con i propri interessi egoistici, oggi forse potremmo chiamarli sovranisti, non avrebbe prodotto altro che regimi totalitari e guerre, perché ogni singolo Stato sarebbe ricorso alle armi per far valere le proprie ragioni”.

Così “hanno scritto questo documento visionario che racconta una rivoluzione che attraversa tutta l’Europa per arrivare a una federazione di Stati, quelli che oggi chiameremmo gli Stati Uniti d’Europa, ispirati ai principi di pace, di democrazia e di libertà”.

“Chiaramente – precisano – questo testo riflette anche il suo tempo. E lo stesso Spinelli, che oggi ricordiamo come uno dei padri fondatori dell’Unione , è stato anche commissario europeo, europarlamentare”.

Si tratta di “un testo che nel 2025 compie 84 anni e che va letto all’interno del suo contesto, cioè quello di un’Europa martoriata dai regimi totalitari e dalla guerra.
Un contesto dal quale è nato quello spirito di integrazione Europea che oggi caratterizza la nostra Unione”.

Così “parlare di abolizione della proprietà privata, senza spiegare come nel Manifesto, in realtà, ci siano pagine e pagine dedicate a questo tema, inteso come chiave per l’emancipazione delle classi lavoratrici, è fuorviante”.

Allo stesso tempo “non fa onore alla nostra storia parlare di rivoluzione socialista senza spiegare perché Spinelli, Rossi e tanti altri intellettuali antifascisti la concepiscono come l’unico modo per liberarsi dalle dittature totalitarie”.

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